Mattarella scrive a Calderone: "Troppi morti sul lavoro, non facciamo abbastanza"

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Il Presidente fa riferimento alla strage di Brandizzo: "Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza"

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"Lavorare non è morire". A scriverlo è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una lettera indirizzata alla ministra del Lavoro, Elvira Calderone. Il messaggio arriva in occasione dell'avvio di un corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro. "Il nostro Paese – scrive Mattarella - colloca il diritto al lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica. Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza. La cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro". Un discorso in cui inevitabilmente risuonano i riferimenti alla recente strage dei cinque operai travolti dal treno a Brandizzo. 

L'appello agli ispettori tecnici

Il Presidente ha aggiunto: "Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell'esistenza, il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interezza". Mattarella si è poi rivolto agli ispettori tecnici, ricordando come spetti loro un ruolo attivo per garantire garazia e prevenzione. "Faccio appello alle vostre intelligenze e al vostro impegno per contrastare una deriva che causa troppe vittime. Anche da voi e dalla vostra attività dipende la vita di madri, padri, figli, lavoratrici e lavoratori che, finito il proprio turno, hanno il diritto di poter tornare alle loro famiglie", ha concluso il Presidente.

 

Reazioni politiche

Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati ha scritto su X (ex Twitter): "Occorre che tutte le forze politiche lavorino insieme per dare risposte immediate, perché il lavoro è vita e dignità. Non può mutarsi in strumento di morte e dolore". 

Per il segretario della Cgil, Maurizio Landini, quelle di Mattarella sono "parole sante". "Quando ogni giorno qualcuno muore sul lavoro è evidente che c'è una situazione non più sostenibile - ha aggiunto Landini. Se andiamo alla radice del problema, vediamo che buona parte di chi muore sul lavoro lavora in ditte in appalto, ha lavori precari, scarsa formazione, è legato da una pressione sul lavoro sempre più forte. C'è proprio un sistema che va cambiato". Anche per il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, "bisogna fare molto di più per fermare la strage nei luoghi di lavoro: servono più controlli, ispettori, informazione, formazione, investimenti nella prevenzione".

Il presidente Mattarella ha indicato una strada al Parlamento per fermare le troppe vittime sul lavoro in Italia, che purtroppo continuano ad aumentare in modo drammatico". Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ricorda in una nota: "Nei primi sette mesi del 2023 sono state registrate 559 vittime sul lavoro nel nostro Paese, delle quali 430 in occasione di lavoro - con un aumento del +4,4% rispetto a luglio 2022 -  e 129 in mentre andavano o tornavano dal posto di lavoro. Un dato che fa venire i brividi".

 

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