La mafia dopo la morte di Matteo Messina Denaro: i possibili boss eredi
Chi ipotizza il nome di Giovanni Motisi, chi quello di Stefano Fidanzati. Non è ancora chiaro come Cosa Nostra si riassesterà: di certo, ha perso una delle sue figure più rilevanti. Pietro Grasso: “Cosa Nostra non è finita con la morte di Riina, né con quella di Provenzano, e non finisce oggi. Cosa Nostra cambia, evolve, si trasforma, ma resta il principale ostacolo per una Sicilia e per una Italia libera dal giogo della violenza, del ricatto, della povertà"
- Con la morte di Matteo Messina Denaro, ultimo boss dell’era stragista di Cosa Nostra, si pone il tema di chi lo sostituirà ai vertici della mafia siciliana
- Pietro Grasso, già procuratore nazionale antimafia, ha commentato così questa fase: “Con la morte di Matteo Messina Denaro finisce una vita piena di violenza, trame, misteri. Finisce anche un'era di Cosa nostra, ma non Cosa nostra. Cosa nostra non è finita con la morte di Riina, né con quella di Provenzano, e non finisce oggi. Cosa nostra cambia, evolve, si trasforma, ma resta il principale ostacolo per una Sicilia e per una Italia libera dal giogo della violenza, del ricatto, della povertà"
- È da chiarire, però, che "u siccu" non era il capo della mafia siciliana, secondo quanto riferito dai magistrati. Il motivo lo ricorda Today.it, che riporta le parole del procuratore di Palermo Maurizio De Lucia: "I clan palermitani non accetterebbero mai di farsi guidare da un non palermitano. A cominciare da un trapanese". Ciò detto, Cosa nostra si trova al momento senza una delle sue figure più rilevanti
- Nel corso del tempo, prosegue la testata, Cosa nostra ha sempre cercato di ricostruire la Cupola dopo la morte di Totò Riina (foto) nel 2017: un organismo molto strutturato e gerarchico
- Secondo quanto riportato da Qn, un’ipotesi potrebbe essere la costituzione di un organo collegiale – una sorta di Cda – che starebbe al comando
- Fra i nomi dei possibili coordinatori dei clan c’è quello di Giovanni Motisi, U’Pacchiuni. Ha 64 anni ed è latitante dal 1998: ricercato per molti delitti e condannato all’ergastolo, il suo nome è nell'elenco dei quattro superlatitanti presenti nel programma speciale di ricerca del gruppo di investigatori interforze
- Un altro nome papabile sarebbe quello di Stefano Fidanzati, 70 anni ed esponente di rilievo della storica famiglia mafiosa dell'Arenella attiva tra Palermo e Milano
- Secondo quanto riferito dal Quotidiano di Sicilia (Qds.it) il futuro di Cosa nostra potrebbe dipendere anche da Michele Greco, nipote e omonimo del boss soprannominato “u’ Papa” (in foto, un covo di Matteo Messina Denaro)
- Da un punto di vista anagrafico, il nuovo capo potrebbe forse essere Settimo Mineo, il boss siciliano più anziano (ha 85 anni). Di professione gioielliere, è stato arrestato più volte: l’ultima nel 2018, con l’accusa di essere il nuovo capo mandamento di Pagliarelli a Palermo. Attualmente si trova in carcere. Dopo la morte di Riina, fu proprio Mineo l'erede designato (in foto, la conferenza stampa successiva al suo arresto)
- All’interesse degli investigatori c’è anche la figura di Sandro Capizzi, 42enne figlio di Benedetto, boss del clan di Santa Maria di Gesù
- Un altro nome che suscita l’attenzione degli inquirenti sarebbe Giuseppe Auteri, il cui soprannome è “Vassoio”. Come ricorda Today.it, è latitante da un anno e “allievo” del capomafia Calogero Lo Presti. Sarebbe forse il tesoriere del mandamento di Porta Nuova, fra i più ricchi