Lorenza Alagna, chi è la figlia di Matteo Messina Denaro

Cronaca

Nata nel 1996 dalla relazione del boss con Francesca Alagna, vive nel centro di Castelvetrano con il compagno e il figlio. Aveva preso il cognome della madre, poi a metà settembre - nel periodo in cui le condizioni del boss si sono aggravate - ha chiesto e ottenuto di portare il cognome del padre. Lorenza e Matteo Messina Denaro si erano visti per la prima volta ad aprile nel carcere dell'Aquila

Lorenza Alagna è la figlia di Matteo Messina Denaro, ex superlatitante morto il 25 settembre (IL RITRATTO - LE DONNE INTORNO AL BOSS). Nata nel 1996 dalla relazione del boss mafioso con Francesca Alagna, per molti anni ha tenuto il cognome della madre, fino alla decisione di prendere quello del padre nel settembre 2023. Il primo incontro fra i due è avvenuto ad aprile, nel carcere de L'Aquila. Oggi vive nel centro di Castelvetrano con il compagno e il figlio. Messina Denaro avrebbe anche un secondo figlio di cui si sa poco: sembra si chiami Francesco e sia piuttosto giovane (nato tra il 2004 e il 2005).

I pensieri di Messina Denaro durante la latitanza

Lorenza è quindi l'unica figlia "ufficiale del boss", e fino a circa 10 anni fa viveva nella casa della nonna paterna con la madre, poi insieme hanno deciso di troncare gli stretti legami e andare a vivere altrove. La distanza tra padre e figlia si era così  allargata. Lorenza aveva seguito il suo percorso di vita: ha studiato al liceo, si è sposata e due anni fa ha avuto un bambino. Messina Denaro in alcuni fogli sequestrati nel suo covo a Campobello di Mazara scriveva: "Perché Lorenza non vuole vedermi? Perché è arrabbiata con me?". Nel 2005 l'ex primula rossa della mafia trapanese aveva scritto ad Antonino Vaccarino, morto nel maggio 2021, politico dei misteri coinvolto in affari di mafia, massoneria, spionaggio, condannato  per droga e in primo grado per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale con l'aggravante mafiosa: "Veda io non conosco mia figlia non l'ho mai vista, il destino ha voluto così, come posso sperare io in una favola? Nel dire ciò non sto piagnucolando non ne sono il tipo e poi ho già razionalizzato il tutto, voglio solo dire che, se ho ancora qualcosa da sperare, è che se anche la vita ha tolto a me per dare a mia figlia mi sta bene e, se così è, quello che mi è rimasto è ancora tanto e spero che si prenda tutto da me per darlo a lei. Se io le dovessi dire cosa si prova nel non conoscere i propri figli non saprei cosa dirle, posso però affermarle, con assoluta certezza, che essere genitore padre o madre che sia, e non conoscere i propri figli è contro natura".

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Le critiche nei pizzini

Ma negli anni Messina Denaro ha avuto nei confronti della figlia anche parole dure. In un pizzino trovato dai carabinieri fa un paragone tra la giovane nipote del boss Leonardo Bonafede e sua figlia. "Ah, questa ragazza è cresciuta senza padre, lo arrestarono il padre quando lei era molto piccola", racconta. "Dai conti che faccio è poco più grande di Lorenza, quindi stessa generazione, e sicuramente si conoscono anche perché andavano nello stesso liceo negli stessi anni. Quello che so di questa ragazza: è che è cresciuta con la madre, ha studiato, ha fatto il liceo scientifico, poi si è laureata in architettura credo, e oggi lavora sfruttando la sua laurea - spiega il capomafia ai destinatari del pizzino, in particolare alla sorella Rosalia - Fu sempre fidanzata con lo stesso ragazzo un paio di anni fa si è sposata con lo stesso, e la scorsa estate ha avuto una bambina". Nel biglietto scrive di aver letto il necrologio che la nipote di Bonafede ha scritto dopo la morte del nonno. "Vi ho raccontato la storia di lei - prosegue nel pizzino - perché ha fatto il necrologio, ma vi potrei raccontare la storia di tante con il padre assente e della stessa generazione, perché sono informato di tutte quelle a cui manca il padre". "Ebbene - sbotta il capomafia  - nessuno ha fatto la fine di Lorenza, sono tutte sistemate, che voglio dire? È l'ambiente in cui cresci che ti forma, e lei è cresciuta molo male". Riferendo una frase del necrologio in cui la Bonafede si dice onorata di appartenere al nonno, il boss conclude: "La mancanza del padre non è di per sé motivo di degenerazione educativa, è solo Lorenza che è degenerata nell'infimo, le altre di cui so sono tutte cresciute onestamente".

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Il primo incontro e l'acquisizione del cognome

La discrezione con cui Lorenza Alagna aveva avvolto la sua vita aveva alimentato la voce che avesse rinnegato il padre e preso le distanze dalla sua storia criminale. Dubbi e apparenze però dopo l'arresto hanno lasciato il posto a una realtà molto diversa da quella raccontata. "Notizie destituite di ogni fondamento" le aveva definite il legale Franco Lo Sciuto per conto di Lorenza. Smentite tutte le indiscrezioni e negata qualsiasi dichiarazione "che potesse indurre a ritenere la sussistenza di una volontà di chiudere ogni rapporto con il padre". Lorenza e Matteo Messina Denaro si sono visti per la prima volta ad aprile nel carcere de L'Aquila. È stata lei a decidere di incontrarlo. Il decorso della malattia ha poi accelerato la decisione di ricomporre il rapporto, anche per l'anagrafe con l'acquisizione del cognome. Negli ultimi tempi, quando la malattia di Messina Denaro si è aggravata, la figlia si era trasferita a L'Aquila per essergli più vicina.

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