Garlasco, Raffaele Sollecito a Sky TG24: "Condanne inflitte per tranquillizzare gli animi"
Cronaca
L'uomo, condannato per due volte e poi assolto in via definitiva dalla Cassazione nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher avvenuto il 1° novembre 2007 a Perugia, interviene sulla riapertura del caso sull'uccisione di Chiara Poggi, avvenuto pochi mesi prima. "In quegli anni l'atteggiamento delle Procure era di dare per forza una risposta, anche con una scarsa qualità degli indizzi", afferma
Dopo gli ultimi sviluppi nelle indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007, Raffaele Sollecito stigmatizza, in un'intervista a Sky TG24, durante il programma di approfondimento Sky Tg25 (QUI LA PUNTATA COMPLETA)., gli errori che possono verificarsi in casi giudiziari accompagnati da un particolare clamore mediatico. L'uomo, oggi 40enne, è stato al centro di un'intricata vicenda processuale per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia la notte del 1° novembre 2007, pochi mesi dopo quello di Garlasco. "Tutti i casi mediatici di quegli anni erano nebulosi con una scarsa qualità degli indizi e un’insicurezza enorme", afferma Sollecito, condannato in due gradi di giudizio e poi assolto in via definitiva dalla Cassazione nel 2015 per "non aver commesso il fatto".
Sollecito: "Scrissi a Stasi una lettera di supporto morale"
Per Sollecito, alcune indagini che per la loro complessità presentavano fin dall'inizio "insicurezze enormi" sono poi sfociate in condanne guidate dalla ricerca di un "capro espiatorio". "Anche nel mio caso vedo che l’atteggiamento delle Procure in quegli anni era di dare una risposta per forza alle famiglie delle vittime e questo ha finito per buttare in carcere gente che non ha fatto nulla pur di non tranquillizzare gli animi", afferma l'uomo che su Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio dell'allora fidanzata Chiara, aggiunge: "Due anni fa gli ho scritto una lettera, non so se gli è mai pervenuta, ma è stato un modo per dimostrargli un supporto morale".
