
Covid, dal rientro a scuola ai vaccini: i temi della conferenza stampa di Draghi
Il presidente del Consiglio ha spiegato le scelte del governo sulle misure anti-pandemia introdotte dal nuovo decreto. Sull'obbligo vaccinale per gli over 50: "Decisione presa sulla base dei dati scientifici: contro il coronavirus rischiano più degli altri". Sulla riapertura della scuola: "Fondamentale per la democrazia, va protetta"

Il 2022 sarà da "affrontare con realismo, prudenza ma anche fiducia e soprattutto con unità". Lo ha detto il premier Mario Draghi nella conferenza stampa presso la sala Polifunzionale della presidenza del Consiglio, occasione per parlare degli ultimi provvedimenti anti-Covid adottati dal governo, a partire dall'obbligo vaccinale per gli over 50 e dalla decisione di riaprire le scuole da oggi, 10 gennaio
Covid, la conferenza stampa di Mario Draghi
Prima di entrare nel merito dei vari provvedimenti, Draghi ha voluto ricordare come "gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono dei non vaccinati". In foto, Draghi insieme ai ministri della Salute e dell'Istruzione, Roberto Speranza e Patrizio Bianchi, e il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli, che hanno partecipato alla conferenza
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Il presidente del Consiglio ha parlato poi del rientro a scuola dopo le festività natalizie, su cui il governo non ha voluto retrocedere, nonostante le polemiche legate al forte aumento di contagi da coronavirus che sta investendo l'Italia. "La scuola è fondamentale per la democrazia e va tutelata, protetta, non abbandonata", ha detto Draghi
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Il premier ha ricordato come gli istituti scolastici siano aperti anche in Francia, Germania e Regno Unito, "Paesi con situazione pandemica simile alla nostra che non hanno mai imposto chiusure generalizzate per le scuole". Dall'inizio della pandemia a oggi, "ha perso il triplo dei giorni di scuola" di altri Paesi
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"Il governo sta affrontando la sfida della pandemia e la diffusione di varianti molto contagiose con un approccio diverso rispetto al passato: vogliamo essere molto cauti ma anche cercare di minimizzare gli effetti economici, sociali, soprattuto sui ragazzi e le ragazze, che hanno risentito delle chiusure dal punto di vista psicologico e della formazione", ha detto Draghi. La didattica a distanza, secondo il premier, è motivo di diseguaglianze in tutto il Paese
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"Probabilmente ci sarà un aumento delle classi in Dad ma quello che va respinto è il ricorso generalizzato alla didattica a distanza", ha ribadito Draghi, sottolineando che "ci sono anche motivazioni di ordine pratico: ai ragazzi si chiede di stare a casa, poi fanno sport tutto il pomeriggio e vanno in pizzeria? Non ha senso chiudere la scuola prima di tutto il resto, ma se chiudiamo tutto torniamo all'anno scorso e non ci sono i motivi per farlo"

Il premier ha poi ricordato come l'Italia sia stata uno dei primi Stati a imporre l'obbligo vaccinale contro il Covid "per tutta una serie di categorie", dal personale sanitario a quello scolastico, fino alle forze dell'ordine e, da ultimo, per i lavoratori universitari e gli over 50

Parlando in particolare dell'obbligo per gli over 50, Draghi ha detto che la misura è stata presa dal governo "sulla base dei dati: chi ha più di 50 anni corre più rischi" legati al Covid

"Ora la circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione gli ospedali, soprattutto per l'effetto che ha sulla popolazione non vaccinata", ha detto poi Draghi. Le terapie intensive italiane sono occupate "per i due terzi da non vaccinati", l'obbligo ha quindi l'obiettivo di "proteggere la loro salute" e quella della comunità intera

Prevedere l'obbligo della vaccinazione per gli over 50 è legato anche al sistema dei colori delle regioni. I parametri sulla base dei quali si passa da una fascia con minor restrizioni a una più limitante riguardano l'incidenza del contagio e la pressione ospedaliera. Per questo, ha detto Draghi, "tanto più riusciamo a ridurre la pressione dei non vaccinati sull'ospedalizzazione, tanto più possiamo essere liberi. Ma occorre la ragione scientifica alla base delle decisioni"

Il premier ha sottolineato però che, nonostante l'aumento dei ricoveri, "grazie ai vaccini la situazione è molto diversa rispetto a quella dello scorso anno. L'economia ha segnato una crescita di oltre il 6%", ha detto Draghi, ribadendo che il quadro pandemico "è ancora difficile ma è migliore di prima, nonostante le molte riaperture"

Da qui, l'appello agli italiani, in particolare a chi non ha ancora ricevuto una prima dose di vaccino e a chi deve invece sottoporsi alla terza dose: "Vaccinatevi"

Su temi diversi a quelli legati all'emergenza Covid, in particolare sulle imminenti elezioni per scegliere chi prenderà il posto di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica, Draghi non ha lasciato spazio: "Non risponderò ad alcuna domanda che riguardi immediati sviluppi, il Quirinale o altre cose", ha detto

Un punto che Draghi ha invece toccare è stato quello delle critiche ricevute per non aver illustrato le misure prese dal governo con l'ultimo decreto per la lotta al Covid, lo scorso 5 gennaio. "Mi scuso e vi prego di considerare questo come un atto riparatorio. Spero sia stato adeguato", ha detto il premier