
Scuola, Regioni e Comuni rinviano apertura: ecco dove non si torna in classe il 10 gennaio
Il governo ha ribadito che non ci saranno slittamenti di date e che impugnerà le ordinanze delle amministrazioni locali. Ma gli appelli arrivano da ogni parte d’Italia: oltre al rischio per l’alto numero di contagi in aumento ovunque, molti docenti e studenti sono già in isolamento o quarantena prima ancora di rientrare

Sul rientro a scuola è muro contro muro. Da un lato il governo che ribadisce il "tutti in classe" il 10 gennaio, dall'altra amministrazioni locali, ordine dei medici, sindacati e presidi che chiedono di rinviare, di posticipare di almeno 15 giorni il ritorno tra i banchi
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Ma dalla Campania alla Puglia, alcuni sindaci e presidenti di Regione hanno scelto di rinviare autonomamente il rientro in classe per l’elevato numero di contagi che non fa che peggiorare il quadro epidemiologico. Ecco dove verrà posticipata l’apertura delle scuole
Scuola, scontro tra governo e De Luca sul rientro. Oggi vertice tra ministero e sindacati
CAMPANIA - È il presidente della Campania Vincenzo De Luca il primo governatore a posticipare l’apertura, nonostante il no del governo: "È irresponsabile aprile le scuole il 10 gennaio”. L'ordinanza prevede il rinvio della ripartenza delle scuole medie, elementari e delle scuole dell'infanzia fino al 29 gennaio 2022
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“Molti dirigenti scolastici avevano chiesto di attivare la Dad, quindi siamo in linea con la decisione del presidente De Luca. Ora vedremo che cosa succederà considerato che il Governo ha annunciato che intende impugnare l'ordinanza regionale”, dice Francesco De Rosa, presidente Anp Campania. Intanto però il Tar della Campania ha chiesto alla Regione di presentare ulteriori documenti per poter decidere sul ricorso presentato da alcuni genitori contro l'ordinanza
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Secondo un sondaggio effettuato dall'Anp Campania su un campione di 250 scuole regionali, circa il 6% del personale docente e Ata risulta essere contagiato o No Vax, numeri che - evidenzia De Rosa - ''dopo il fine settimana sarebbero stati sicuramente più alti e dunque riaprire non sarebbe stato facile''
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Otto comuni della provincia di Avellino hanno deciso di tenere chiuse le scuole di ogni ordine e grado a partire da lunedì, quando è prevista la ripresa dell'anno scolastico. In questo senso vanno le ordinanze emanate dai sindaci irpini che hanno preceduto l'annuncio del presidente De Luca

SICILIA – Il governo regionale rinvierà la riapertura delle scuole di tre giorni in Sicilia per consentire di verificare tutti gli aspetti organizzativi a causa dell'aumento dei contagi da Covid. È quanto emerge dalla task force regionale dell’8 gennaio. Mercoledì prossimo è prevista un'altra riunione della task force. Lo rende noto il Comune di Palermo

PUGLIA – A Copertino, in provincia di Lecce, non si tornerà a scuola in presenza lunedì 10 gennaio. La sindaca Sandrina Schito ha annunciato un’ordinanza con la quale disporrà, per il momento per una settimana, la didattica a distanza. Nel comune di circa 24mila abitanti c’è un focolaio di oltre mille positivi

CALABRIA - Sono diversi i comuni calabresi dove a causa dell'impennata di contagi si stanno disponendo ordinanze di rinvio della riapertura delle scuole al prossimo 15 gennaio. Tra i primi c'è San Giovanni in Fiore, nel Cosentino. Analoga decisione a Motta San Giovanni nel Reggino

Scuole chiuse anche nei comuni di Taverna, Magisano e Pentone, nella Presila Catanzarese. Sospese fino al 29 gennaio prossimo le lezioni in presenza in tutti gli istituti scolastici presenti sul territorio comunale di Cassano. Una decisione dovuta, si spiega nell'ordinanza del sindaco, alla forte impennata dei casi di Covid

Saranno sospese dal 10 al 15 gennaio le attività didattiche in tutti i comuni della provincia di Crotone, tranne che nel capoluogo, per limitare la diffusione dei contagi da Covid. Questa la decisione presa al termine di una riunione convocata dal presidente della Provincia di Crotone Sergio Ferrari, con tutti i primi cittadini del territorio

LAZIO – Anche a Fumone (Frosinone) le scuole lunedì non riapriranno per l'emergenza Covid. Lo ha deciso il sindaco Matteo Campoli assumendo un provvedimento già preso da altri sindaci e che va nella direzione opposta rispetto a quella indicata dall'ordinanza del presidente della Regione Nicola Zingaretti. La sospensione è dal 10 gennaio al 21 gennaio

LIGURIA – Appelli a rinviare le lezioni arrivano da tutta Italia. "Due settimane di Dad avrebbero fatto bene alle scuole della Liguria per preparare effettivamente il rientro e poterlo garantire, adesso come adesso prevediamo un rientro certo il 10 gennaio con enormi problemi, sospensioni o riduzioni del servizio", dice il presidente genovese dell'Associazione nazionale presidi Angelo Capizzi

TOSCANA – In Toscana "una parte dei docenti è in quarantena, un'altra parte è in isolamento e poi c'è una minima parte di sospesi dal lavoro perché non erano in regola con l'obbligo vaccinale. Il grosso problema per molti presidi è mettere in classe i docenti, per questa ragione avevamo chiesto di procrastinare l'avvio delle lezioni", sottolinea Alessandro Artini, referente toscano dell’Anp

TRENTINO - Il Trentino ha annunciato che non applicherà le nuove norme sulla quarantena a scuola e sul super pass per i trasporti. Ma non ci sono deroghe o ordinanze ufficiali, ha detto il presidente Maurizio Fugatti: "Lunedì la scuola riapre normalmente come sempre stato in Trentino con la convinzione di lasciarla aperta. Ci sono dei criteri che il ministero ha dato sui contagi in classe e che stiamo imparando in questi minuti, quindi questa mattina abbiamo deciso che partiamo lunedì con i criteri che ci sono sempre stati fino all'inizio delle vacanze natalizie"

Il governo ha annunciato l'intenzione di impugnare le decisioni locali, ma prima sarà necessario un passaggio in Consiglio dei ministri al momento fissato per il 13 gennaio. Nel decreto legge del 24 dicembre è stata prorogata la norma che limita alla sola zona rossa la facoltà degli enti locali di "derogare alle disposizioni" dell'esecutivo

Intanto il commissario Francesco Paolo Figliuolo (nella foto), in un documento inviato ai presidi, sottolinea che "èp emersa la chiara necessità di disporre ulteriori strategie operative finalizzate a massimizzare le attività di tracciamento e testing dei contatti in ambito scolastico"

Nel documento si sottolinea che serve un "maggior coinvolgimento attivo delle risorse sanitarie già presenti sul territorio come i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale a supporto delle attività dei dipartimenti di Igiene e Sanità pubblica" delle Asl. "L'impiego di queste risorse" potrà "contribuire a preservare quanto più possibile le attività didattiche in presenza"