Nuovi colori regioni dal 17 maggio: tutte verso la zona gialla. In bilico Valle d'Aosta
Attesa per il prossimo monitoraggio Iss. Quasi tutto il Paese dovrebbe essere in fascia gialla, mentre la Valle d'Aosta rimarrebbe in arancione. Ma il governatore Lavevaz in una lettera a Speranza chiede l'alleggerimento. Intanto però le Regioni insistono per rivedere i parametri utilizzati per calcolare l'indice Rt, che a loro parere fornisce una visione distorta e non aggiornata dell'epidemia. Su questo è allo studio, da parte di un gruppo di lavoro di cui fanno parte Cts e Iss, l’individuazione di nuovi criteri
C'è attesa per il nuovo monitoraggio settimanale di Iss e ministero della Salute sui colori delle Regioni. Quest'ultime da giorni stanno insistendo per una revisione dei parametri per il calcolo dell'Rt, l'indice di contagio che determina il passaggio da una fascia di colore a un'altra. È probabile che tutte le aree siano gialle, mentre rimarrebbe in bilico solo la Valle d'Aosta che potrebbe rimanere arancione, nonostante il governatore Erik Lavevaz abbia chiesto la zona gialla con una lettera inviata al ministro Roberto Speranza
Possibile revisione dei parametri per il calcolo dell’Rt: come potrebbe cambiare
Alla base della richiesta del governatore Lavevaz ci sono "l'indice Rt della Valle d'Aosta che è sotto la soglia dell'1 da oltre un mese; l'incidenza dei nuovi casi positivi che è intorno a 150 su 100.000 abitanti; gli indici ospedalieri che sono molto buoni"
Covid, gli aggiornamenti in diretta
Al momento quasi tutta l'Italia è già in zona gialla. A fare eccezione sono Sardegna, Sicilia e appunto la Valle d’Aosta che sono in zona arancione
Sardegna e Sicilia potrebbero passare dall'arancione al giallo, mentre la Valle d'Aosta rimarrebbe ancora arancione. L'ultima parola spetta comunque all’Istituto superiore di sanità che si confronterà con i rappresentanti della regione e poi si prenderà la decisione finale
Covid, verso la revisione dei parametri per le zone di rischio: le richieste delle Regioni
Sul tema Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha avvertito: "Per questa settimana avremo una continuazione della fase discendente" dell'epidemia. "Dall'altro lato, l'Iss ha segnalato un lieve incremento dell'indice Rt. Se ci devono essere delle modifiche devono essere fatte in tempi rapidi, altrimenti molte Regioni finiranno in zona arancione"
Va ricordato che la soglia Rt per passare in zona arancione è 1. L'Rt preso in considerazione è quello puntuale nel limite inferiore. Si passa in arancione anche con un Rt inferiore a 1 ma un rischio complessivo "alto"
In base all'ultimo monitoraggio l'indice Rt nazionale medio è ancora in leggera ma costante crescita (0.89 rispetto a 0.85 e 0.81 delle precedenti settimane)
I governatori hanno chiesto una revisione dei parametri e l’eliminazione delle fasce di colore ma dei nuovi criteri si discuterà nella cabina di regia convocata dal presidente del consiglio Mario Draghi per lunedì prossimo, 17 maggio, giorno in cui scatteranno anche i nuovi colori
Nel monitoraggio dello scorso venerdì la provincia di Bolzano aveva un Rt medio superiore all'1: 1,07. Così come il Molise con un Rt di 1.25. Vicine a un Rt medio di 1 anche provincia di Trento (0,97), Liguria (0.96), Campania (0.95), Marche (0.94). Bisogna però considerare che il parametro preso in considerazione è il limite inferiore dell'indice Rt, più che il suo valore medio. Va però considerato un altro parametro: per passare in zona arancione una regione avere anche una classificazione complessiva di rischio al di sopra del valore "basso"
Al momento non c'è nessuna Regione a rischio alto, ma alcune sono a rischio moderato. Intanto però le Regioni continuano a chiedere di rivedere i parametri per il cambio di colore. Ad annunciare una possibile modifica del modello di valutazione del rischio è stato il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, lo scorso 7 maggio. Su questo tema sta finalizzando le sue valutazioni il gruppo di lavoro per l'individuazione di nuovi parametri, promosso dal ministero della Salute, di cui fanno parte anche le Regioni, l'Iss e il Comitato scientifico
Nei giorni scorsi il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, intervenendo a Sky Tg24, ha affermato: "La prima cosa da superare oggi, vista anche la situazione contingente, è l'indice rt che oggi andiamo a valutare". In alternativa, per Fedriga "un indice da tenere in considerazione è l'rt ospedaliero: fa capire se aumentano o diminuiscono le richieste di ospedalizzazione ed è un indicatore che può dare segnale importante, e che non dà una visione distorta"
Favorevole all'ipotesi di un cambio dei parametri Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna: "Erano misure entrate in vigore quando non si era partiti con le vaccinazioni, oggi abbiamo milioni persone che cominciano a essere protette, quindi giusto andare a verificare"
A favore di un superamento dei criteri attuali anche il presidente del Lazio Nicola Zingaretti: "C'è un dato positivo che è il calo della presenza negli ospedali e nelle terapie intensive e un'attenuazione dei decessi. Questo è legato all'altissima percentuale degli anziani vaccinati. Credo alla luce di queste novità oggettive e strutturali se il Comitato nazionale rifà una valutazione dell'Rt può essere utile"
Chiede una revisione degli attuali a parametri il presidente della Liguria Giovanni Toti: "Bisogna certamente cambiare i parametri, semplificarli e renderli più attuali e veloci". Secondo Toti "occorre anche ponderarli, perché con il calare dei posti letto ospedalieri e con il calare dell'incidenza del virus non vorremmo trovarci ad affrontare i paradossi di questa epidemia: se ho due letti in ospedale e diventano quattro alla fine della settimana l'Rt ospedaliero aumenta del 100%"
I quattro colori però almeno per il momento resteranno, ma saranno vincolati soltanto all'indice di contagio. Sarà stabilito anche un numero minimo di tamponi da effettuare, che sia proporzionale ai quattro livelli di incidenza: in zona rossa, che scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250 test. In gialla, tra i 50 e 149 casi, se ne effettuano almeno 150. In bianca, fino a 49 a casi, almeno 100.
L'idea dei governatori è anche quella di ancorare definitivamente a questi indicatori le varie aperture (con il coprifuoco che rimarrebbe soltanto in area rossa), generando "automatismi per gli scenari che coinvolgono le attività sociali ed economiche". Soglie che potranno essere riviste anche ogni mese, in relazione alle coperture vaccinali raggiunte e all'evoluzione dello scenario epidemiologico. Un testo condiviso dalle parti potrebbe essere chiuso proprio entro la fine di questa settimana e dovrà poi far parte di un eventuale decreto
Draghi, dal canto suo, ha spiegato: "Il nostro obiettivo è riaprire al più presto l'Italia al turismo, nostro e straniero". Da questo punto di vista i numeri fanno ben sperare, con almeno tre regioni (Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise) che aspirano alla zona bianca - dunque senza la limitazione del coprifuoco - entro la fine di maggio