Covid, fondazione Gimbe: nuovi casi in calo, resta però l'allarme ricoveri
Secondo i dati del monitoraggio indipendente riferito alla settimana 17-23 marzo 2021 rispetto alla precedente, si registra una lieve riduzione dei nuovi casi (150.033 invece di 157.677) e dei decessi (2.327 rispetto a 2.522), mentre è sempre in aumento il numero dei pazienti attualmente positivi (560.654 - 536.115), di quelli in isolamento domiciliare (528.680 - 506.761), dei ricoveri con sintomi (28.428 invece di 26.098) e delle terapie intensive (3.546 rispetto a 3.256)
Lieve riduzione dei nuovi casi (150.033 invece di 157.677) e dei decessi (2.327 rispetto a 2.522), mentre è sempre in aumento il numero dei pazienti attualmente positivi (560.654 - 536.115), di quelli in isolamento domiciliare (528.680 - 506.761), dei ricoveri con sintomi (28.428 invece di 26.098) e delle terapie intensive (3.546 rispetto a 3.256)
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Sono i dati del monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe riferito alla settimana 17-23 marzo 2021 rispetto alla precedente
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"Nel pieno della terza ondata - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive si inverte il trend dei nuovi casi settimanali e si riduce l'incremento percentuale dei nuovi casi”
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Tuttavia, il dato nazionale risente di situazioni regionali molto eterogenee: infatti, in dieci Regioni l'incremento percentuale dei nuovi casi è ancora in crescita e in 14 Regioni si amplia il bacino dei casi attualmente positivi
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Queste, nel dettaglio, le variazioni registrate nel periodo 17-23 marzo rispetto alla settimana precedente: Decessi: 2.327 (-7,7%); Terapia intensiva: +290 (+8,9%); Ricoverati con sintomi: +2.330 (+8,9%); Isolamento domiciliare: +21.919 (+4,3%); Nuovi casi: 150.033 (-4,8%); Casi attualmente positivi: +24.539 (+4,6%)
"Nonostante la lieve flessione della curva dei contagi - commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari di Gimbe - peggiora la situazione sul versante ospedaliero, anche perché la terza ondata è partita da un 'altopiano' molto elevato di posti letto occupati”
Infatti, a livello nazionale entrambe le soglie di allerta di occupazione di posti letto da parte di pazienti COVID in area medica (40%) e in terapia intensiva (30%) sono superate: rispettivamente 43% e 39%
Superata la soglia d'allarme in 10 e 12 regioni rispettivamente per l'area medica e per le terapie intensive
In cinque regioni le terapie intensive hanno una saturazione 40% (Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Toscana) e in cinque 50% (Marche, Lombardia, P.A. Trento, Piemonte, Emilia-Romagna)
“Su questo fronte - spiega Marco Mosti, Direttore Operativo di Gimbe - è incoraggiante la frenata dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: la curva della media mobile a 7 giorni dopo 4 settimane di incremento si è appiattita”