Per il leader leghista, riporta Repubblica, si ipotizzano i reati di sequestro di persona e omissione d'atti d'ufficio per il caso della nave rimasta quasi 20 giorni al largo di Lampedusa con i migranti a bordo. Lui: "Ci sono temi più gravi che rompere le scatole a me"
Il leader della Lega Matteo Salvini sarebbe di nuovo indagato dalla Procura di Agrigento. Lo riporta Repubblica, secondo cui l’ex ministro dell’Interno è stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di sequestro di persona e omissione d'atti d'ufficio in relazione al caso della Open Arms, la nave della Ong spagnola rimasta quasi venti giorni al largo di Lampedusa senza il permesso di sbarcare gli oltre 140 migranti che aveva soccorso. Il segretario del Carroccio: "Ho fatto quello che gli italiani mi chiedevano di fare, ho difeso i confini, inizio a essere stufo".
Il precedente della Diciotti
Secondo quanto riporta Repubblica, a questo punto il procuratore capo Franco Lo Voi deve decidere, entro dieci giorni, se confermare le ipotesi di reato, riformularle o chiedere l'archiviazione, come già era stato per la Diciotti. Vicenda per la quale il Parlamento salvò il leader della Lega negando l'autorizzazione a procedere. E, come in quel caso, al centro c’è la figura del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che il 20 agosto, dopo aver ispezionato la Open Arms, fece scendere i migranti.
Salvini: in Sicilia ci sono temi ben più gravi che rompere le scatole a me
Dura la reazione di Salvini: "Mi domando se in Procura ad Agrigento non abbiano cose più serie di cui occuparsi. Usano denaro pubblico, prima o poi mi verrà voglia di chiedere conto di come lo usano. È la seconda, la terza, la quarta, la quinta inchiesta". "Magari chiederemo conto a qualcuno di come utilizzano il tempo e il denaro che i cittadini italiani investono in giustizia - ha concluso il leader della Lega - perché temo che ad Agrigento e in Sicilia ci siano temi ben più gravi che rompere le scatole a Matteo Salvini".
Il caso della Open Arms
La nave della Ong, il 2 agosto, aveva fatto sapere di aver bisogno di un porto sicuro dopo aver soccorso in due diverse operazioni oltre 140 migranti. Da quel momento è iniziato un lungo braccio di ferro: prima il rifiuto di Malta il 6 agosto, poi quello dell’Italia con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha continuato a negare lo sbarco per quasi venti giorni. Un’odissea durante la quale alcuni migranti sono stati fatti scendere per motivi di salute, mentre altri si sono buttati in mare cercando di raggiungere a nuoto Lampedusa. Il 18 agosto, la Spagna si era offerta di accogliere la Open Arms, che però aveva rifiutato a causa del viaggio giudicato troppo lungo per le condizioni dei migranti che ancora si trovavano a bordo. La svolta è poi arrivata nella tarda serata del 19 agosto, dopo il sequestro preventivo disposto dalla Procura di Agrigento, che ha disposto l'evacuazione immediata delle persone a bordo, dopo l'ispezione dal procuratore capo Luigi Patronaggio condotta insieme a uno staff di medici. Una decisione arrivata dopo un’altra, l’ultima, giornata di altissima tensione a bordo: più di dieci migranti si erano gettati in acqua (VIDEO), replicando quanto accaduto anche nei giorni precedenti. (L'APPELLO DI RICHARD GERE A SKY TG24 - L'INTERVENTO DI JAVIER BARDEM)