Caso Diciotti, il Senato nega l'autorizzazione a procedere per Salvini

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Sono 237 i voti ottenuti dalla relazione della giunta delle immunità del Senato che nega l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno. Contrari 61 e nessun astenuto. "Una sola parola, amici: grazie", così il vicepremier su Twitter

L'aula del Senato nega l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato per il caso della nave Diciotti. Il voto a favore della relazione della giunta per le autorizzazioni a procedere che chiedeva di non rinviare a giudizio Salvini ha ottenuto 237 voti, un numero di molto superiore ai 160 necessari. Contrari 61 e nessun astenuto. "Una sola parola, amici: grazie", ha scritto il ministro su Twitter.

A comunicare l'esito della votazione è stata la presidente Elisabetta Casellati. Hanno votato per il no all'autorizzazione a procedere Lega e M5s, quest'ultimo con l'eccezione di qualche dissidente, ai quali si è aggiunta anche Forza Italia. La senatrice pentastellata Paola Nugnes ha dichiarato in aula il proprio voto in dissenso con il gruppo M5s: "I diritti umani sulla Diciotti sono stati compressi, diritti di soggetti fragili e in condizioni psico-fisiche precarie". Ha votato a favore del processo a Salvini anche Elena Fattori.

Congelata pratica del Csm a tutela dei giudici di Catania

Intanto è stata congelata per ragioni di opportunità, in considerazione del voto di oggi del Senato, la pratica del Csm sui giudici del tribunale dei ministri di Catania che chiesero l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Secondo la maggioranza dei consiglieri togati i giudici etnei furono oggetto di una "violenta campagna di delegittimazione" partita dopo che il ministro dell'Interno, durante una diretta Facebook, aprì e commentò il provvedimento che gli era stato appena notificato, "facendo ripetutamente i nomi dei componenti del collegio".

Salvini: "Non saremo mai complici dei trafficanti"

"Non sarò mai il ministro che lascia morire una sola persona nel Mare Mediterraneo senza muovere un dito” e “io e il governo a cui mi onoro di appartenere non saremo mai complici dei trafficanti di droga e di armi". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini si era difeso in aula al Senato durante il suo intervento. Poi aveva ringraziato gli alleati di governo: l’esecutivo, ha detto Salvini, “ha sviluppato misure e azioni per la lotta al contrasto dell'immigrazione clandestina e ringrazio i colleghi 5 stelle perché le cose si fanno in due, evidentemente".

"Per andare a processo dovrei mentire agli italiani"

Il ministro dell’Interno ha affermato che "per andare a processo dovrei mentire a questo Senato e agli italiani, dovrei dire che non ho fatto l'interesse pubblico". Salvini si è detto emozionato e ha letto il suo discorso invece di parlare a braccio: "Scusate, non mi emoziono quando parlo ma quando c'è di mezzo un reato...”, ha detto. “In questo caso me lo sono scritto perché se mi si accusa che, col mio lavoro ho fatto privatamente qualcosa che ho fatto e farò per difendere la sicurezza del Paese e dei miei figli, allora perdonate, un po' di emoziono".

Salvini si ferma per la commozione: "Amo l'Italia"

Durante il suo discorso Salvini si è fermato un attimo per la commozione: "Amo l'Italia e miei figli e il mio lavoro, mi ritengo un ragazzo fortunato, ringrazio il buon Dio e gli italiani", ha detto. Poi ha ripreso: "Ringrazio il buon Dio e gli italiani per l'onore di poter difendere con il mio lavoro che penso di svolgere con onestà, buon senso, coraggio. Comunque votiate vi ringrazio, siate certi che continuerò il lavoro senza nessuna paura, sennò farei un altro mestiere".

Il caso della nave Diciotti

La nave Diciotti, al centro di un braccio di ferro tra Malta e l'Italia, rimase al largo di Lampedusa, dopo il salvataggio di 177 migranti nell'agosto 2018. L'imbarcazione poi fece ingresso nel porto di Catania, ma solo dopo 5 giorni vennero sbarcate tutte le persone a bordo. Salvini venne quindi indagato per sequestro di persona. A novembre la Procura di Catania chiese l'archiviazione, ma il tribunale dei ministri ribaltò la decisione, chiedendo al Senato l'autorizzazione a procedere. La giunta di Palazzo Madama per le immunità parlamentari ha detto "no" al processo nei confronti di Salvini: decisivo anche il voto sulla piattaforma Rousseau del M5s.

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