
Acqua, il problema maggiore restano gli sprechi: la situazione in Italia
Come riporta l’Onu, il 40% della popolazione globale soffre la mancanza di acqua. Una difficoltà resa ancora più insostenibile dai tanti sprechi presenti nei Paesi dove invece c'è, come l’Italia, che è il secondo Paese della Ue per estrazione e consumo pro capite. Secondo Openpolis, soltanto il 51% dell’acqua immessa nella rete idrica viene effettivamente erogata, a causa delle perdite presenti soprattutto al Sud

Milioni di persone bevono acqua di scarsa qualità e circa il 40% della popolazione globale affronta situazioni di penuria, secondo quanto riferisce l'Onu, che lancia un appello al risparmio di questa risorsa
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IL PROBLEMA DEGLI SPRECHI - Il problema più grave riguarda la dispersione e gli sprechi causati dall'inefficienza delle strutture idriche, una situazione che interessa soprattutto l’Italia. Il nostro Paese non ha grandi problemi di approvvigionamento o di salubrità, nonostante il 24,9% delle famiglie italiane nel 2022 non si fidi a bere l'acqua del rubinetto, secondo le statistiche Istat
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LA SITUAZIONE ITALIANA - Gli sprechi si fanno più gravi a causa degli effetti climatici. Openpolis ha diramato i dati più recenti: dopo la Grecia, l'Italia è il secondo Paese della Ue per estrazione e consumo pro capite. In cima alla lista delle regioni in cui viene erogata più acqua c’è la Valle d'Aosta, con 438 litri a persona al giorno, ma il problema è che a livello nazionale solo il 51% dell'acqua immessa nella rete idrica viene erogata, con le perdite idriche maggiori soprattutto al Sud
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NEL RESTO D’EUROPA - La situazione non è diversa neppure in Europa, secondo quanto riporta uno studio dell'European Environmental Agency (Eea), citata da Openpolis, dove "le risorse idriche sono sotto pressione", in particolare nei Paesi dell'Europa meridionale, dove le precipitazioni sono sempre più scarse e la siccità è in aumento
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L’ESTRAZIONE - L'obiettivo è dunque il risparmio, l'uso accurato e strettamente necessario. Sempre secondo l'Eea, dal 1990 a oggi l'estrazione di acqua in Europa è diminuita del 19% circa mentre, di contro, la Penisola si conferma essere il secondo Paese Ue, dopo la Grecia, per il prelievo di acqua dolce per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei
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I DATI DELLE REGIONI ITALIANE – La quantità estratta in totale in Italia è di 155 metri cubi annui per abitante, un valore che va considerato in ogni caso rilevante. Alla Valle d'Aosta, in testa alla classifica con 438 litri al giorno, fanno seguito a distanza Trentino-Alto Adige (291) e Calabria (277) mentre il minore volume di acqua estratta si rileva nelle isole, anche se i valori più bassi si registrano in Umbria (166) e Puglia (155)
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LA DISPERSIONE - Lo studio dell'Eea sull'estrazione dell'acqua potabile in Italia e in Europa e sulla dispersione idrica, incrociato con i dati Istat pubblicati a fine dicembre 2022 ed elaborati a propria volta da Openpolis, rivela tuttavia che l'acqua erogata ed utilizzata effettivamente "non corrisponde al totale di quello che viene immesso nelle reti". A preoccupare è soprattutto la dispersione

LE CITTÀ CON MAGGIORE DISPERSIONE – Non è un caso che 900 milioni del Pnrr siano dedicati a ridurre le perdite e a rendere più efficienti le infrastrutture. Tra i comuni capoluogo, 43 superano la media nazionale: di questi 15 sono al centro-nord e i restanti 28 al sud. I capoluoghi che sono caratterizzati dalle perdite più ingenti sono Chieti (71,7%), Latina (70,1%), Belluno (68,1%) e Siracusa (67,6%). Le perdite idriche sono particolarmente elevate nel sud del paese, specie in Basilicata (con oltre il 60%), in Abruzzo, Sicilia e Molise
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