Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, in riferimento al caso di Euro 2020. Lo stadio di Wembley ospiterà circa 60mila tifosi, ma la variante Delta sta preoccupando le autorità sanitarie, visti i recenti contagi in Uk. “Oggettivamente pensare a 60mila tifosi, dentro ad uno stadio in Inghilterra, una qualche preoccupazione credo la provochi. Mi auguro che ci siano delle riflessioni di responsabilità, nella consapevolezza che l’obiettivo di ogni Stato deve essere quello di tutelare la salute”, ha riferito
La preoccupazione per la diffusione della variante Delta, ultima mutazione del coronavirus, sta dividendo le autorità sugli Europei di calcio, attualmente in corso. L’Ue, da alcuni giorni ormai, ha chiesto un trasferimento dell'ultimo minuto delle semifinali e della finale dalla sede designata di Wembley, a Londra, evidenziando l'impatto dei nuovi contagi alimentati dalla variante sui casi registrati nelle ultime settimane, anche nella capitale britannica ma in tutto il Regno Unito. Una richiesta che l’Uefa però, non è disposta ad accogliere, permettendo così che lo stadio londinese, a meno di cambi di programma dell’ultimo minuto, contenga 60mila spettatori (due terzi della capienza massima) per semifinali e finali.
Costa: "Mi auguro ci siano riflessioni di responsabilità"
Un allarme condiviso, come sottolineato anche dal ministro dell’interno tedesco Seehofer, il quale ha detto: “La Uefa è irresponsabile”: troppi tifosi negli stadi, in questa fase, rischiano davvero di rappresentare un evento di super diffusione dei contagi. Condivide questa linea il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, intervenuto a “Buongiorno” su Sky TG24. “Oggettivamente pensare a 60mila tifosi, dentro ad uno stadio in Inghilterra, una qualche preoccupazione credo che giustamente la provochi. Mi auguro che sotto questo aspetto ci siano delle riflessioni di responsabilità, nella consapevolezza che l’obiettivo di ogni Stato deve essere quello di tutelare e salvaguardare la salute”.
“C’è tempo per rivedere i numeri”
“Credo che dobbiamo avere la consapevolezza che siamo ancora dentro ad una pandemia e in una situazione di emergenza che deve essere affrontata con decisioni di emergenza, talvolta anche con tempi ristretti”, ha spiegato ancora. “C’è ancora il tempo, a mio avviso, per rivedere i numeri. Per rivedere la sede, mi rendo contro, forse non ci sono più le condizioni, ma quanto meno per cautelarsi in merito al numero dei tifosi e agli accessi allo stadio, forse una riflessione sarebbe opportuno farla”, ha aggiunto Costa. In merito al comportamento del governo britannico, in linea con le decisioni attuali dell’Uefa, Costa ha ricordato che circa due mesi fa, “fu proprio il premier inglese a dire che forse sarebbe stato opportuno giocare più partite in Inghilterra, proprio perché in quel momento era uno tra i Paesi col minor numero di contagi. Oggi, oggettivamente, lo scenario è cambiato, e se era una riflessione di buon senso allora, la è anche adesso quando diciamo che sarebbe stato opportuno, valutando la situazione dei contagi in Inghilterra, l’ipotesi di individuare anche altre sedi per le partite. E il presidente Draghi, questa riflessione, la fece qualche giorno fa”, ha sottolineato il sottosegretario.
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La tutela della salute pubblica
“Mi rendo conto che parliamo di un evento organizzato, con investimenti, con interessi, ma credo che non dobbiamo mai dimenticare che in un momento come questo, al primo posto dobbiamo mettere assolutamente la tutela della salute pubblica, garantendo lo svolgimento di quelli che sono gli eventi”, ha commentato ancora Costa. “Ma, ripeto, con prudenza e forse, se tutto sommato l’Uefa avesse preso in esame l’ipotesi di trasferire le sedi, sarebbe stata a mio avviso un’ipotesi di buonsenso e razionale”.
L’immunità di gregge in Italia
Per quanto riguarda l’immunità di gregge nel nostro Paese, “siamo nelle condizioni di raggiungerla a fine settembre, è chiaro che la vicenda AstraZeneca ha creato qualche complicazione in termini di programmazione, ma il punto è che le strutture presenti nelle regioni e le Regioni stesse oggi erano pronte a fare un ulteriore cambio di passo per quanto riguarda la vaccinazione”, ha concluso Costa. “Certamente l’obiettivo delle cinquecentomila dosi al giorno è un obiettivo che siamo in grado di sostenere con le dosi di vaccino che arriveranno nel nostro Paese”.