
Ucraina, cosa prevede la risoluzione Onu per una “pace giusta e duratura”
Il testo è stato approvato con 141 sì, 32 astenuti e 7 contrari: oltre alla Russia i no sono arrivati da Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea, Nicaragua e, per la prima volta, il Mali. Quattro i punti fondamentali: una pace in linea con la Carta delle Nazioni Unite, l'unità e integrità territoriale di Kiev, la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato delle forze russe e la necessità di garantire la responsabilità per i crimini più gravi commessi sul territorio dell'Ucraina

Per la sesta volta in un anno il mondo si riconta al Palazzo di Vetro e si schiera al fianco di Kiev, isolando Mosca con una risoluzione perentoria passata con 141 sì, 32 astenuti e 7 contrari. L'Assemblea Generale Onu ha approvato una risoluzione in cui si sottolinea “la necessità di raggiungere, il prima possibile, una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite”
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Quattro i punti fondamentali del testo della risoluzione, fra cui “la necessità di una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite”. Poi l'impegno per la “sovranità, l'indipendenza, l'unità e integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti”
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E ancora: “La cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe dal territorio ucraino”. Infine “la necessità di garantire la responsabilità per i crimini più gravi commessi sul territorio dell'Ucraina ai sensi del diritto internazionale”
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La mozione non è vincolante ma ha un alto valore politico e simbolico, anche perché l'Assemblea Generale è diventata l'organo più importante dell'Onu che si occupa dell'Ucraina, visto che il potere di veto di Mosca continua a paralizzare il Consiglio di Sicurezza
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Fino all'ultimo momento c'è stata l'incognita e la paura di un voto contrario dell'India, che invece poi ha deciso di astenersi, come aveva sempre fatto. Tra le note positive il sì del Brasile di Lula, mentre il Mali si è schierato stavolta con Mosca. (Nella foto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba)
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Un no di New Delhi - che compra energia e armi dalla Russia - sarebbe stato un grosso vulnus, considerando anche che il gigante asiatico ospiterà il prossimo G20. Ma dopo due giorni di dibattito e di scontri anche aspri, alla fine sono state rispettate le previsioni dei 75 Paesi co-sponsor della risoluzione - tra cui l'Italia - che prevedevano di incassare circa 140 sì, avvicinandosi all'esito delle tre precedenti mozioni più generiche di condanna della Russia (143 il record lo scorso ottobre)
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Sono sette i Paesi che hanno votato contro la risoluzione in Assemblea Generale Onu. Oltre alla Russia i no sono arrivati da Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea, Nicaragua e, per la prima volta, Mali
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Cina e India sono tra i 32 Paesi che si sono astenuti. Tra gli altri ci sono anche Cuba, Pakistan, Angola, Etiopia, Algeria, Sudafrica e Zimbabwe
GUARDA IL VIDEO: Cosa prevede la risoluzione Onu per la pace in Ucraina
"Siamo grati a tutti i Paesi che hanno sostenuto l'importante risoluzione dell'Assemblea generale 'Principi della Carta delle Nazioni Unite alla base di una pace globale, giusta e sostenibile in Ucraina'. Questa è una potente testimonianza della solidarietà della comunità mondiale con il popolo ucraino nel contesto dell'anniversario dell'aggressione su vasta scala della Federazione Russa. Una potente manifestazione di sostegno globale alla #PeaceFormula ucraina!", ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

“L'Italia ha votato a favore della Risoluzione per la pace in Ucraina che è stata adottata dalle Nazioni Unite con ben 141 voti. Un testo che difende l'Ucraina ma che è soprattutto in favore della pace. Una grande vittoria in nome della libertà”, ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Siamo tutti molto soddisfatti perché è stato dato un segnale molto chiaro in favore della pace ma anche in favore dell'Ucraina che deve essere tutelata nella sua indipendenza e libertà”

Intanto il ministero degli Esteri cinese ha diffuso un documento con i punti principali della preannunciata “Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina”, un documento che si profila più come un insieme di punti di vista per raggiungere la de-escalation che come un vero e proprio “piano di pace” o un’offerta di mediazione

Un piano su cui gli Stati Uniti non hanno nascosto il loro scetticismo, tanto da minacciare di rivelare informazioni di intelligence che dimostrerebbero come Pechino stia considerando l'invio di armi alla Russia, mentre aumentano il pressing sul Dragone anche incrementando il numero di militari a Taiwan. (Nella foto Putin e Il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Wang Yi)

Dopo la crisi dei palloni-spia, Joe Biden rischia di smarrire il dialogo con Xi Jinping nel tentativo di staccarlo da Vladimir Putin. E di dover fare i conti anche con un fronte europeo compatto finora nel sostenere Kiev ma diviso sul possibile esito del conflitto, con il blocco dell'est che vuole la capitolazione del Cremlino e altri Paesi come la Francia e la Germania convinti, come gli Usa, che sia irrealistica una riconquista totale dei territori ucraini, a partire dalla Crimea
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