
Mariupol, battaglione Azov: "Acciaieria quasi distrutta". Mosca: "Usciti 120 civili"
Il complesso, che copre un’area di oltre 11 chilometri quadrati, è l’ultima fortezza difesa dai soldati ucraini superstiti e dal Battaglione Azov. Un incubo logistico per gli assedianti, che avrebbero però il vantaggio del fattore tempo: non è noto quanto a lungo possano resistere le truppe di Kiev, senza via di fuga. Il ministero della Difesa russo ha esortato tutti quelli che si trovano all’interno a lasciare il sito disarmati, poi ha aperto un corridoio umanitario e dichiarato un cessate il fuoco temporaneo

È l’ultimo bastione dei difensori di Mariupol, la città martire nel sud est dell’Ucraina da settimane sotto il pesante assedio russo: l’acciaieria Azovstal, uno degli stabilimenti siderurgici più grandi d’Europa adesso trasformato in una fortezza. All’interno ci sono soldati ucraini, quel che resta della 36esima brigata di fanteria della Marina, uomini del reggimento Azov, combattenti stranieri. Secondo Kiev, nei sotterranei ci sono anche un migliaio di civili, anche donne, anziani e bambini
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In serata è arrivata la notizia che il sito è stato "quasi completamente distrutto", come afferma Svyatoslav Palamar, vice comandante del battaglione Azov, citato da Nexta tv, media bielorusso di opposizione. "Bombe super potenti sono state sganciate e i civili sono sotto le macerie". Il ministero della Difesa russo aveva esortato i combattenti che si trovavano all’interno ad arrendersi. Poi, riporta l'Interfax, aveva aperto un corridoio umanitario per consentire alle forze ucraine di lasciare l'acciaieria e aveva dichiarato un cessate il fuoco temporaneo
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Mosca sostiene anche che 120 civili nascosti nell'acciaieria Azovstal di Mariupol sotto assedio sono usciti dopo l'ultimatum lanciato dall'esercito russo. Già il 17 aprile le forze armate russe avevano lanciato un ultimatum ai difensori di Mariupol, offrendo garanzie di salvezza in cambio della resa. Un ultimatum apparentemente non accolto nonostante la minaccia di Mosca di “sterminare chi resiste”. Oggi un altro ultimatum
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Il numero degli asserragliati nell’acciaieria varia dai 1500 dei russi, al doppio secondo gli ucraini. Tra le forze militari, i resti di una brigata di marines e i membri del battaglione Azov
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Non sarebbero però solo i militari ad aver trovato rifugio nell’acciaieria: il capo della polizia locale Mykhailo Vershinin aveva infatti riferito che dentro Azovstal ci sarebbe anche un gran numero di civili tra donne, anziani e bambini scappati dalla distruzione della città
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"Ci sono anche neonati. Queste persone si sono nascoste dai bombardamenti nei depositi dell'impianto", aveva detto il capo della polizia locale affermando che i soldati russi starebbero “usando la popolazione civile rimasta a Mariupol - circa 100.000 persone - per scavare tra le macerie e recuperare i cadaveri. L'esercito russo sta cercando di cancellare le tracce dei suoi crimini"
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L’acciaieria Azovstal è uno dei più grandi stabilimenti metallurgici d'Europa, un'area affacciata sul mare che copre oltre 11 chilometri quadrati, disseminata di edifici, altoforni, binari e, soprattutto, dotata di una fitta rete di cunicoli sotterranei

Tentare un'irruzione armata nell’acciaieria - secondo quanto riporta Agi - significherebbe far pagare un prezzo di sangue elevatissimo alla fanteria russa, che si troverebbe a combattere in un ambiente complesso e sconosciuto nel quale a poco servirebbe il vantaggio numerico delle truppe di Mosca

Un tentativo di blitz delle truppe cecene di Ramzan Kadyrov, settimane fa, sarebbe già stato respinto con successo. E a rendere più sicura la struttura per i difensori sarebbe non solo la presenza dei tunnel sotterranei, ma anche la vastità dell’impianto, che lo renderebbe difficile da attaccare con i bombardamenti

Alle difficoltà degli assedianti si uniscono però quelle degli assediati: non c'è infatti alcuna via di fuga per i soldati e i civili, e l'esercito ucraino non è in grado di intervenire e spezzare l'assedio. Non è chiaro quante risorse alimentari e militari abbiano ancora i difensori, e quanto a lungo possano resistere

Non è facile espugnare l’acciaieria, progettata per resistere ad attacchi nucleari. A realizzarla, nel 1930, fu il Presidio del Soviet Supremo dell'Urss, che scelse la località per la sua vicinanza con il porto di Mariupol. La produzione iniziò nel 1933 e, prima di adesso, si è interrotta soltanto durante la Seconda guerra mondiale, quando - nel 1941 - la Germania nazista occupò Mariupol e colpì il sito industriale

Le attività dell’impianto sono sospese dallo scorso 24 febbraio, giorno d’inizio dell’invasione russa. L’Ucraina è il dodicesimo maggior produttore d’acciaio del mondo e lo stop alla produzione ha ricadute anche sul mercato italiano che, nel 2020, ha assorbito il 46% del volume di vendite di Azovstal