Mondiali Qatar, ecco perché vengono dati tanti minuti di recupero

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Già durante le prime partite del torneo si è notata la nuova linea degli arbitri: concedere, sia nel primo sia nel secondo tempo, extra-time più lunghi rispetto a quelli a cui siamo abituati. Si tratta di un'indicazione arrivata dai vertici della Fifa per cercare di aumentare il tempo effettivo di gioco

Tra i tanti temi di cui si discute durante questi Mondiali 2022 in Qatar (LO SPECIALE) c’è anche quello dei maxi-recuperi concessi dagli arbitri nelle partite. Se, a parte alcune eccezioni, di solito siamo abituati a vedere un paio di minuti di extra-time alla fine del primo tempo, o al massimo 4 o 5 alla fine della ripresa, durante le prime partite della competizione i direttori di gara ci hanno sorpresi. E se all’inizio si poteva pensare a un caso, o all’iniziativa di un singolo arbitro, con il passare delle gare è diventato chiaro che allungare i recuperi è una scelta precisa. Perché?

I minuti di recupero

A differenza di quello che succede in altri sport, nel calcio il tempo non viene stoppato quando il gioco è fermo, ma continua: i 90 minuti regolamentari che formano la partita, quindi, non sono “effettivi”. È per questo che, alla fine di entrambi i tempi, l’arbitro stabilisce un recupero: dei minuti aggiuntivi che servono appunto a recuperare parte del tempo perso durante le interruzioni del gioco (cambi, proteste, infortuni, revisioni Var, ecc…). Il direttore di gara calcola quanto extra-time dare proprio in base alle interruzioni che ci sono state. Ma non è raro vedere prime frazioni di gioco che si chiudono al 45' o proteste per recuperi finali di 5 minuti giudicati troppo lunghi. Finora. Perché già dalla prime partite in Qatar qualcosa è cambiato.

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Gli extra-time dei Mondiali in Qatar

Nei primi quattro match del torneo, i minuti di recupero concessi dagli arbitri sono stati 70 (a quelli mostrati dal quarto uomo col tabellone, in molti casi, si sono aggiunti dei minuti decisi per delle interruzioni nel recupero). Ad arbitrare la partita inaugurale tra Qatar ed Ecuador è stato l’italiano Daniele Orsato: ha dato 6 minuti di recupero nel primo tempo e 6 nel secondo. In Inghilterra-Iran i minuti di recupero, anche a causa di un grave infortunio al portiere iraniano, sono stati in tutto 29: 15 nel primo tempo e 14 nel secondo. Durante Senegal-Paesi Bassi 3 minuti concessi nel primo tempo e 11 nel secondo. In Stati Uniti-Galles 4 e 11. Tutte le partite, quindi, stanno durando di più.

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Le indicazioni di Collina e Infantino agli arbitri

Agli arbitri, probabilmente, sono arrivate delle indicazioni precise. A parlare del tema, nelle scorse settimane, era stato Pierluigi Collina, presidente della commissione arbitrale Fifa. I direttori di gara saranno "molto attenti" al tempo di gioco effettivo, aveva detto. E ancora: "Vogliamo evitare partite con 42, 43, 44 minuti di tempo effettivo, è inaccettabile. Quindi i tempi per le sostituzioni, i rigori, i festeggiamenti, le cure mediche o ovviamente il Var, dovranno essere compensati.". Anche Gianni Infantino, presidente della Fifa, prima dell’estate aveva fatto una riflessione sullo stesso argomento: "In ogni partita c'è molto tempo perso. C'è bisogno di rivedere qualcosa perché gli spettatori pagano per vedere 90 minuti di calcio, mentre le gare durano 50 minuti. Non dico di arrivare a 100 minuti, ma senza dubbio il tempo di recupero che concede l'arbitro deve essere legato strettamente ai minuti persi durante la partita". Gli arbitri, quindi, con i maxi-recuperi stanno solo mettendo in pratica - non senza qualche polemica - le indicazioni arrivate dalla Fifa per cercare di aumentare il tempo effettivo di gioco. 

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