
Qatar 2022, i momenti non mostrati dalle tv: dalle invasioni di campo ai messaggi politici
Dopo un mese di Coppa del Mondo e 62 partite già svolte, sono state tante le scene non diffuse dalle emittenti internazionali per volere della FIFA o dei singoli governi, con lo scopo di evitare la ripresa di prese di posizioni ideologiche o l’effetto emulazione

Il Mondiale volge al termine e delle 64 partite previste mancano solamente le due finali, in programma sabato e domenica. La rassegna però ha regalato diversi momenti sconosciuti al grande pubblico, perché esplicitamente non ripresi dalle televisioni internazionali per evitare la diffusione di gesti politici o l’emulazione
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LA CENSURA DELLA GERMANIA – Ha fatto molto discutere la foto di squadra della Nazionale tedesca prima del loro primo match mondiale contro il Giappone, conclusosi con la vittoria dei nipponici per 2-1. La Mannschaft si è infatti fatta fotografare con la mano davanti alla bocca in segno di protesta contro la FIFA, che aveva impedito ai capitani delle nazionali partecipanti di indossare la fascia “One Love” a sostegno dei diritti delle coppie omosessuali
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MAHSA AMINI – Altro tabù politico non ripreso dalle televisioni è quello avvenuto sugli spalti dello stadio Ahmad Bin Ali di Al Rayyan, in occasione del match Galles-Iran vinto dagli asiatici per 2-0. In tribuna una giovane tifosa, con la scritta “IRAN” sulla fronte e lacrime nere sul viso, ha mostrato la maglia di Mahsa Amini, la giovane iraniana uccisa dalla polizia religiosa del suo Paese per non aver indossato il velo in modo conforme. La sicurezza dello stadio è subito intervenuta
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IL GOL FANTASMA DEL GIAPPONE – Altro momento che ha fatto discutere è stato il gol decisivo del Giappone, valso la vittoria sulla Spagna e l'eliminazione della Germania. Il sospetto che il gol di Tanaka, convalidato solo dal VAR, fosse irregolare permane a causa della poca chiarezza delle immagini, non chiarito nemmeno dalla FIFA: come racconta il Daily Mail per ben quattro volte la BBC avrebbe chiesto al governo del calcio mondiale di mostrare i fotogrammi, ricevendo sempre un no come risposta
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LA CENSURA CINESE – È stata invece una scelta del governo cinese quella di trasmettere in leggera differita le partite del Mondiale. Il motivo? Evitare che il pubblico cinese, alle prese con una nuova ondata di Covid, vedesse le immagini degli spettatori senza mascherine. Tutti i fotogrammi dove si vedevano gli spettatori più da vicino sono state sostituite da altre prese più alla lontana o da immagini di calciatori o addetti ai lavori. Un modo per evitare altre proteste
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LE INVASIONI DI CAMPO- Un capitolo a parte sono le invasioni di campo, che da sempre non vengono riprese dalle televisioni internazionali, per evitare l’effetto emulazione. Da segnalare il placcaggio dello youtuber russo Vitaly Zdorovetskiy, che vive negli Stati Uniti e guadagna milioni di dollari grazie al suo canale di contenuti per adulti da più di dieci milioni di fan, che aveva invaso il terreno di gioco in occasione del quarto di finale tra Olanda e Argentina. Prima di essere fermato l’invasore ha mostrato la scritta sul petto “Vitaly The Goat”
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L’ITALIANO – Altra invasione da segnalare è stata quella dell’italiano Mario Ferri, sceso sul terreno di gioco in occasione del match dei gironi Portogallo-Uruguay, conclusosi 2-0 per i lusitani. Veterano delle invasioni (era sceso in campo anche durante un match del Mondiale in Brasile del 2014), Ferri indossava la solita maglietta di Superman con le scritte "Save Ukraine" sul fronte e "Respect for Iranian Woman" sul retro. Nella mano destra aveva anche la bandiera arcobaleno, poi persa nella corsa e raccolta dall’arbitro, l’iraniano Faghani

IL LEGAME TRA MAROCCO E PALESTINA – Un altro momento poco pubblicizzato è stato il festeggiamento al termine delle partite del Marocco, rivelazione del torneo. Amrabat e compagni hanno mostrato spesso la bandiera della Palestina, nonostante il governo marocchino sia anche amico di Israele, con cui ha stretto gli accordi di Abramo nel 2020. Un modo per avvicinare la gioia della prima nazione araba e africana ad arrivare così lontano nei Mondiali a quella del popolo palestinese
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