Il primo appuntamento con Antonino Chef Academy, in onda tutti i martedì alle 21.15 su Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 455, ha visto uscire di scena il primo dei dieci concorrenti in gara. A dire addio al sogno di entrare a far parte della brigata di Villa Crespi è il giovane talento sardo, Andrea Russo.
Per Antonino Cannavacciuolo, cucinare non significa e-seguire alla lettera una ricetta, “è una questione di sensibilità, di rispetto degli ingredienti e dei tempi di preparazione”. Lo chef campano due stelle Michelin è un vulcano di passione e talento. Finora, nel corso della sua luminosa carriera “ho sudato sette camicie per arrivare qui”, ha dimostrato di rinnovarsi ogni giorno. Il suo obiettivo è non fermarsi mai, guardare avanti, con la curiosità che lo contraddistingue. Non sorprende, dunque, ritrovarlo nei panni del maestro nel suo nuovo programma “Antonino Chef Academy”. Affiancato dal suo fedele sous chef Simone Corbo, Cannavacciuolo insegna a “fare bene questo lavoro”.
Durante la prima puntata siamo entrati nel vivo della gara e dei suoi meccanismi, abbiamo conosciuto e visto all’opera i dieci giovani talenti, ragazzi da 18 ai 23 anni che sognano di entrare nella prestigiosa brigata di Villa Crespi. Le regole sono chiare, ciascuno vuole dimostrare ciò che vale, ma non è semplice, solo il primo della classe raggiungerà la meta prefissa. Il contesto rigoroso dell’Accademia incute un certo timore, così come ritrovarsi al cospetto di Chef Cannavacciuolo che dall’alto della cattedra si impone in tutta la sua grandezza. “Imparerete a gestire la pressione, incassare i fallimenti, giocare in squadra, anche quando la squadra non vi piace”.
La prima lezione è sulle tecniche di cucina, si parte dalle basi, “si inizia sempre dalle fondamenta” e le fondamenta in questo caso sono “i fondi, una concentrazione di gusto”. Dalla teoria, si passa alla pratica, il Prof mostra come si apre un coniglio e come si prepara il rispettivo fondo. Gli allievi non credono ai loro occhi, la maestria con cui si muove Antonino e lo sfrigolio della carne al fuoco è musica per le loro orecchie. Le prime parole di Andrea Russo rendono l’emozione: “Jimi Hendrix sta alla chitarra come lo Chef sta alle padelle: le fa suonare allo stesso modo”.
Dopo aver assistito alla dimostrazione pratica, tocca ai concorrenti mettersi alla prova: hanno due ore per completare i loro piatti. Il tempo è tiranno, la concentrazione massima. Arrivano i primi voti, volano due 4, sono quelli di Silvestro e Trufelli che sono costretti a recuperare: “Un modo come un altro per spronarvi”, sottolinea il Prof. Nel complesso, il piatto migliore è quello di Petito, ma la strada è ancora lunga, nessuno può, né deve sentirsi al sicuro. Andrea Russo, il primo a essere bocciato, porta a casa un 5 non raggiungendo la sufficienza. La fase successiva vede i concorrenti in trasferta, a lezione fuori porta dal mastro casaro Tommaso, questi insegna loro a fare ricotta e primo sale. Del resto “ogni artigiano deve conoscere le materie prime”. Divisi in due squadre i ragazzi misurano le rispettive capacità di lavorare in squadra. In questa occasione è proprio Andrea, il giovane sardo che suo malgrado si trova costretto ad abbandonare la gara, a dimostrare di essere all’altezza più di altri, si mette al servizio del team e la sua squadra vince 7 a 6. Sono stati i “più bravi a rispettare l’ingrediente”. La prima classifica parziale vede in pole position Marzullo e fanalini di coda Sparesotto, Silvestro e Trufelli.
Tutto è ancora in gioco, la terza e ultima prova con lo chef giapponese Yoji Tokuyoshi, per nove anni sous chef di Massimo Bottura all’Osteria Francescana, è la prova del nove, nel bene e nel male. Davanti all’Umami ogni certezza vacilla, il cosiddetto quinto gusto dato dal sapido derivante del glutammato e da diversi ribonucleotidi presenti in determinati ingredienti quali carne, pesce, verdura e prodotti lattiero-caseari, mette in crisi i giovani chef. Solo Liu conosce il significato del termine, gli altri prendono appunti, e cercano di seguire le indicazioni del celebre chef di Tottori. La sentenza finale annuncia la prima uscita di scena, quella di Andrea Russo, il suo non sembra un piatto ma “un assemblaggio, qui l’Umami non c’è”, parola del Prof. I voti parlano chiaro: con un 3 su un punteggio complessivamente di 15, Andrea si ritrova ultimo in classifica con il giudizio più basso e il concorrente con il punteggio più basso è destinato a lasciare il programma. E’ arrivato il momento dei saluti: “Ho capito il mio errore ma non pensavo di essere il primo a uscire”, queste le parole del giovane di Sassari. Andrea abbandona la gara da sportivo qual è: “Come un pugile si rialzerà e picchierà duro sicuro”, sottolinea il tutor Simone Corbo. Questo è poco, ma è sicuro, del resto “nella mia famiglia si usa dire andiamo avanti, quando si cade a terra c’è sempre il modo di rialzarsi, ti dai la spinta per salire più in alto”. E non abbiamo dubbi, la tenacia, la determinazione e l’entusiasmo dimostrati da Andrea lo porteranno lontano.
La classifica finale
Milone 21/8
Bartolini 20/7
Sparesotto 16/5
Petito 17/4
Giubilato 19/6
Liu 20/8
Russo 15/3
Trufelli 16/6
Silvestro 17
Marzullo 18/4