Jim Morrison moriva 50 anni fa: chi era il leader dei Doors scomparso a 27 anni

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Poeta maledetto, figlio e ispiratore di un’epoca, con i suoi testi interpretò e incantò una generazione nel pieno della rivoluzione culturale degli anni Sessanta. Fu una leggenda della musica e del rock. Morì a 27 anni, a Parigi, il 3 luglio 1971. E anche la sua morte si colorò di mistero e leggenda

Jim Morrison morì il 3 luglio 1971. Sono passati 50 anni dalla morte del poeta e cantante statunitense, tra i più famosi di sempre. È stato il frontman della band “The Doors”, poeta maledetto, figlio e ispiratore di un’epoca. Con i suoi testi interpretò e incantò una generazione nel pieno della rivoluzione culturale degli anni Sessanta. Fu una leggenda della musica e del rock. Morì a 27 anni, a Parigi, e anche la sua morte si colorò di mistero e leggenda. 

I primi anni, la scuola, la famiglia

James "Jim" Douglas Morrison nasce a Melbourne, in Florida, l’8 dicembre 1943. Sua madre è la figlia di un avvocato del Wisconsin, suo padre un ammiraglio della marina militare degli Stati Uniti. A causa del lavoro del padre la famiglia è costretta a spostarsi spesso da una città all’altra, a scuola Jim si dimostra uno studente brillante, anche se incostante, e un avido lettore. Il suo però è un carattere trasgressivo: non si presenta alla cerimonia dei diplomi del suo liceo, litiga con la famiglia, studia cinematografia anziché intraprendere la carriera militare come suo padre e dal 1964 taglia i ponti con i suoi genitori.

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Dai "Rick  & the Ravens" ai "The Doors"

Durante gli studi di cinematografia conosce Ray Manzarek, che nel 1965 propone a Morrison di formare una band. Ray Manzarek suona la tastiera in un gruppo con i suoi fratelli Rick e Jim e altri membri: si chiamano i “Rick & the Ravens” e della band entra a far parte anche Jim Morrison. Poco dopo arrivano anche il batterista John Densmore e il bassista Patty Sullivan, mentre  i fratelli di Ray e gli altri se ne vanno ed entra anche Robby Krieger alla chitarra. Jim Morrison sceglie il nuovo nome della band: “The Doors” (in italiano “Le Porte”), citazione di una poesia di William Blake ripresa a sua volta dallo scrittore Aldous Huxley, nel suo saggio "The Doors of Perception" sugli effetti della mescalina.

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Dai locali di Los Angeles al primo album

La band comincia a esibirsi regolarmente dal febbraio 1966 nei locali del Sunset Strip, la zona di Los Angeles dove si concentrano i club più importanti della scena musicale. Il proprietario del “Whisky a Go Go” caccia i Doors scandalizzato dal testo di “The End”, ma nel frattempo la casa discografica “Elektra Records” propone al gruppo un contratto per la produzione di sette album, subito accettato. Morrison va ad abitare con la sua compagna Pamela Courson nei pressi del Laurel Canyon, a Hollywood. E il 4 gennaio 1967, l'Elektra pubblica il primo album: “The Doors”. Il disco ha un successo strepitoso e diventa uno dei dischi più venduti dell'anno assieme a “Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band” dei Beatles.

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I concerti irriverenti

Iniziano una serie di acclamatissimi concerti e Jim Morrison sfoga tutta la sua trasgressione sul palco. Il 25 luglio 1967 la canzone “Light My Fire” raggiunge il primo posto della classifica di Billboard ed è la consacrazione definitiva per la band. Nell'ottobre 1967 esce il secondo album, “Strange Days”, che vola al terzo posto nella classifica Billboard 200. Il 20 ottobre durante un’esibizione presso l'università del Michigan, Jim Morrison provoca il pubblico di studenti snob, scatenandone le reazioni. A guardarlo incantato c’è anche Iggy Pop che poco dopo deciderà di fondare gli “Psychedelic Stooges”. A novembre, i Doors si esibiscono nei più importanti locali rock del momento: il Berkeley Community Theatre, il Fillmore, il Winterland di San Francisco e il Village Theatre di New York.

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I problemi legali

Le esibizioni di Jim Morrison sono sempre più esplosive, incita spesso la folla a scatenarsi, i concerti vengono spesso interrotti per problemi di ordine. A New Heaven, dopo aver litigato con un poliziotto nel backstage, Morrison insulta gli agenti sul palco chiamandoli “porci vestiti di blu” e viene trascinato via e arrestato. I Doors continuano a fare ovunque il tutto esaurito e nel 1968 esce l’album “Waiting for the Sun”, ma l’abuso di alcol e droghe da parte di Jim Morrison inizia a creare qualche problema alla band, che ad Amsterdam deve esibirsi da sola dopo che il cantante sviene sul palco. In altre occasioni Morrison si cimenta invece in monologhi che incitano la folla a creare disordini e per questo finirà anche per essere processato e condannato.

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L'ultimo concerto e l'ultimo album

Nel 1969 esce il quarto album, “Soft Parade”, ma non ha lo stesso successo dei precedenti, mentre continuano gli eccessi di Jim Morrison. A febbraio del 1970 viene pubblicato invece l'album “Morrison Hotel”, con la famosissima “Roadhouse Blues”. Quell’anno parte anche il "Roadhouse Blues tour" che a luglio viene sintetizzato nell’album Absolutely Live. Il 12 dicembre del 1970, al Warehouse di New Orleans, in Louisiana, Jim Morrison si esibisce nel suo ultimo concerto, in pessime condizioni. L’ultimo album registrato dal cantante è “L.A. Woman” ed esce l’anno dopo.

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La morte a Parigi

A marzo del 1971 Jim Morrison raggiunge a Parigi la sua compagna Pamela Courson. I due cambiano diversi alloggi e fanno un breve viaggio in Marocco e da maggio si stabiliscono nella casa di un’amica al terzo piano di un palazzo al numero 17 di rue de Beautreillis. Secondo quanto racconterà Courson, la sera del 2 luglio i due escono per vedere il film “Notte senza fine” in un cinema vicino casa, per poi rientrare all'una di notte circa. Durante la notte del 3 luglio, verso le 3 o 4 di notte, Pamela Courson si sveglia e sente Jim Morrison rantolare e vomitare: lui non vuole chiamare un medico, ma decide di farsi un bagno caldo. Courson torna a dormire, poco dopo si risveglia e lui non è ancora tornato a letto. Quando alle 8 del mattino si alza, scopre il corpo senza vita di Morrison, ancora immerso nell’acqua della vasca. Il medico legale Max Vassille arrivò sul posto diverse ore dopo, dichiarò la morte del cantante per arresto cardiaco. La sepoltura avvenne il successivo 7 luglio, nel vicino cimitero di Père-Lachaise.

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I misteri

La morte di Jim Morrison colpì profondamente i suoi fan in tutto il mondo e in molti cominciarono fin da subito a parlarne con sospetto. Il cantante morì a 27 anni, un’età significativa, che lo iscrive a quello che fu battezzato il Club27: quattro grandi artisti morti nell’arco di due anni e tutti alla stessa età, 27 anni. Si tratta di Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e, appunto, Jim Morrison. Il lungo tempo trascorso prima che Pamela Courson avvisasse del decesso, il ritardo del medico legale, la presenza di lividi, l’analisi superficiale che stabilì la morte per infarto, l’assenza di un’autopsia e le indagini chiuse troppo frettolosamente: sono tutti elementi che per molti avvolgono ancora di mistero la morte di Morrison. Alcuni credettero che si trattasse di una messa in scena e che fosse ancora vivo, altri tirarono in ballo la Cia e una sua operazione, l’ipotesi di un omicidio e infine quella del suicidio. Una morte che non poteva che far parlare così tanto, come la sua vita e la sua musica.  

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