Elvis Presley: la storia del mito del rock and roll

Musica

Cantante e attore icona degli anni ‘50, Elvis Presley ha rivoluzionato la storia della musica e del rock and roll. Ripercorriamone la storia.

Mito assoluto degli anni ‘50, Elvis Presley è stato l’artista che ha maggiormente cambiato le sorti della musica e, soprattutto, del rock and roll, diventandone il re indiscusso. Nato a Tupelo, nel Mississippi, l’8 gennaio 1935, Elvis scomparve a Memphis il 16 agosto 1977, a soli 42 anni, entrando per sempre nella leggenda.

L’infanzia a Tupelo

Da ragazzo, Elvis Presley soffrì molto per le condizioni economiche disagiate in cui versava la famiglia, anche se i genitori non gli fecero mai mancare affetto e attenzioni. Elvis era molto legato soprattutto a sua madre Gladys, che gli ha anche trasmesso una profonda fede in Dio. Fu proprio in occasione di una riunione della Chiesa Evangelica frequentata dalla famiglia che il piccolo Elvis entrò in contatto con la musica.

Quando gli fu regalata la prima chitarra, a soli 8 anni, Elvis cominciò a esibirsi davanti agli amici e a piccoli concorsi locali, riscontrando un certo successo nel pubblico.

Il trasferimento a Memphis

Nel 1948, la famiglia Presley si trasferì in un quartiere popolare di Memphis, in Tennessee, la città che cambiò per sempre il destino di Elvis.

L’adolescenza non fu molto semplice, anche perché il ragazzo aveva uno stile molto particolare: vestiva con abiti eccentrici e amava acconciare i capelli con la brillantina, formando il ciuffo che poi diventerà il suo marchio distintivo. Frequentava la Humes High School e spesso si tratteneva in uno dei locali di Beale Street, dove si esibivano mostri sacri del blues come B.B. King e Furry Lewis. Elvis ne rimaneva affascinato e, non avendo alcun pregiudizio verso razze e culture diverse, si appassionò presto alla musica di artisti sia bianchi che neri.

Dopo qualche lavoretto saltuario per aiutare la famiglia, Elvis decise di fare un regalo alla madre, incidendo un demo, “My Happiness”, presso la casa discografica Sun Records. Il proprietario, Sam Phillips, ascoltò il materiale e si accorse delle grandi potenzialità del ragazzo, per cui decise di contattarlo per farlo cantare in un gruppo, i Blue Moon Boys.

I primi dischi

Con la Sun Records, che decise poi di scritturarlo da solista, Elvis cominciò a incidere i primi brani: “That's all right (Mama)”, “Blue Moon of Kentucky”, “Good rockin' tonight”, “Baby let's play house”.

Il pubblico iniziò ad apprezzare lo stile del cantante che, bianco, cantava pezzi blues, appartenenti alla cultura afro-americana. In più, con il passare degli anni, faceva sempre più discutere il modo con cui Elvis si presentava sul palco, con una mimica provocatoria e movimenti del corpo sensuali, che gli valsero il soprannome di “The Pelvis”.

Il successo clamoroso

In seguito alla rottura degli schemi provocata dall’atteggiamento del cantante durante le esibizioni, si vennero a creare delle vere e proprie fazioni. I giovani e le donne lo idolatravano, arrivando a compiere degli assalti ogni volta che Elvis arrivava in una nuova città. Si assisteva ad attacchi di isteria collettiva, che non facevano che accrescere la nascita del mito. Dall’altra parte, i bigotti e benpensanti criticavano le movenze del cantante, definendole oscene e non adatte a un pubblico di persone perbene. Inoltre, vedevano in Elvis un modello negativo per le giovani generazioni che, invece, lo adoravano.

Nel frattempo, i suoi dischi schizzavano ai vertici delle classifiche, “Heartbreak Hotel” divenne un successo internazionale, seguito da “Don’t be cruel”, “Jailhouse rock”, “Love me tender”, “All shook up”.

Graceland

Col grande successo, Elvis acquistò una nuova casa, Graceland, a Memphis. L’abitazione fu ristrutturata e arredata dal cantante con il suo stile, in maniera molto eccentrica e stravagante e, dopo alcuni mesi, si trasferì con tutta la sua famiglia e tutto il suo staff. Oggi la casa è diventata un museo ed è meta di pellegrinaggio da parte dei fan del cantante. Delle 23 stanze presenti, sono visitabili tutte, tranne la camera da letto e il bagno dove venne trovato morto, il 16 agosto 1977.

Il cinema

Elvis non fu solo cantante, ma, nel corso della sua carriera, fu anche attore. Pur non essendo apprezzato dalla critica per le doti recitative, Presley interpretò 33 film, grazie alla sua presenza scenica, ma i produttori decisero di apportare alcune modifiche al suo look. I capelli, naturalmente rossi, vennero tinti di nero corvino e il viso, molto pallido, venne truccato con abbondante fard. Tra i film interpretati dal cantante, “Love me Tender”, “Jailhouse rock”, “King Creole”.

La vita privata

Nel 1958, Elvis svolse il servizio militare, sempre attorniato da fan e giornalisti. In seguito alla scomparsa della madre, il cantante attraversò un brutto periodo, alleviato dalla conoscenza di una bella ragazza di soli 14 anni, Priscilla, figlia di un capitano dell'aviazione statunitense. Fu subito amore e, dopo dieci anni di relazione, i due si sposarono, nel 1967. Nove mesi dopo nacque Lisa Marie, che in seguito sposerà un’altra leggenda della musica, Michael Jackson.

Presley ebbe relazioni con le più belle donne del periodo, tra cui Ursula Andress e Ann-Margret.

La carriera proseguirà tra alti e bassi e, alla fine degli anni ‘70, il cantante cominciò ad avere problemi di salute: prima il glaucoma, poi l’abuso di farmaci e sostanze stupefacenti che lo fecero diventare, in breve tempo, dipendente.

Dopo il divorzio da Priscilla, Elvis entrò in uno stato depressivo, ingrassando e abusando di alcol e droghe. Nonostante questo, il cantante continuava ad esibirsi, noncurante del divieto da parte dei medici.

La scomparsa

Dopo la conclusione di una torunée, nel giugno 1977, Elvis si ritirò a Memphis, per riprendersi e concedersi un periodo di riposo.

La notte del 16 agosto tornò a Graceland e, dopo aver ingerito una grossa dose di barbiturici, andò a letto. La mattina seguente, la compagna Ginger Alden lo trovò in bagno, agonizzante. Trasportato d’urgenza in ospedale, Elvis si spense dopo poche ore, per un attacco cardiaco. Aveva 42 anni.

Le circostanze poco chiare della morte del cantante non hanno fatto che alimentare il mito attorno alla sua figura e, ogni anno, sono milioni i fan che si recano a Memphis per rendergli omaggio.

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