Chi è Anika Nilles, l’ex maestra d’asilo che ora è la nuova batterista dei Rush

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Camilla Sernagiotto

Camilla Sernagiotto

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Dopo anni di silenzio e lutto, Geddy Lee e Alex Lifeson hanno deciso di riportare in vita i Rush. Il leggendario duo canadese, rimasto orfano del batterista Neil Peart, ha annunciato un tour mondiale previsto per il 2026. A spingerli verso questa rinascita è stata una giovane musicista tedesca che ha saputo restituire loro l’energia e l’ispirazione perdute. Scopriamo di chi si tratta

Si chiama Anika Nilles, ed è una ex maestra d’asilo che da qualche ora a questa parte è sulla bocca di tutti gli amanti di rock più curiosi e attenti. 

Il perché è semplice: si tratta della nuova batterista dei Rush.

 

Dopo anni di silenzio e lutto, Geddy Lee e Alex Lifeson hanno deciso di riportare in vita i Rush. Il leggendario duo canadese, rimasto orfano del batterista Neil Peart, ha annunciato un tour mondiale previsto per il 2026. A spingerli verso questa rinascita è stata una giovane musicista tedesca, Anika Nilles, che ha saputo restituire loro l’energia e l’ispirazione perdute.

 

Nel novembre 2023, in un’intervista concessa al quotidiano inglese The Guardian, Geddy Lee aveva osservato che stavamo vivendo “in un’epoca ricca di grandi batteristi”. Aveva citato Danny Carey dei Tool e Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers, ma poi aveva aggiunto un nome meno noto al grande pubblico: “Ho sentito questa batterista di recente, credo si chiami Anika [Nilles]. Ha suonato nell’ultimo tour di Jeff Beck e mi è sembrata straordinaria”. 
All’epoca Lee forse non immaginava che quella stessa musicista sarebbe diventata la figura decisiva per convincere lui e Alex Lifeson a tornare sui palchi, cinque anni dopo la scomparsa di Neil Peart.

L’ultima tournée e l’addio di Neil Peart

Il percorso live dei Rush sembrava concluso il 1° agosto 2015 a Los Angeles, con la data finale del tour R40, che ripercorreva l’intera carriera della band. Poco dopo, Neil Peart annunciò il suo ritiro dalle scene.
“Durante quella tournée stava lottando per riuscire a suonare al massimo delle sue possibilità, a causa di problemi fisici e di altre difficoltà”, raccontò Lee a Eddie Trunk nel 2018. “Era un perfezionista e non voleva offrire nulla di meno di ciò che il pubblico si aspettava. È stato questo a guidarlo per tutta la vita, ed è così che ha voluto congedarsi. Lo rispetto totalmente”.

 

Dopo una lunga e riservata battaglia contro il cancro durata tre anni e mezzo, Peart morì nel gennaio 2020. Sei mesi più tardi, Lifeson confessò di aver perso ogni motivazione per suonare: “Ogni volta che prendo in mano la chitarra, mi limito a strimpellare senza direzione e la ripongo dopo dieci minuti. Prima potevo suonare per ore senza rendermene conto”, disse all’emittente WFAN.
Nonostante le numerose offerte ricevute da batteristi desiderosi di unirsi al gruppo, Lee e Lifeson decisero di prendersi del tempo per elaborare il lutto. “Ragazzo, aspetta due mesi. Almeno due mesi, se mai”, commentò Lee in seguito, ricordando quel periodo di silenzio.

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L’incoraggiamento di Paul McCartney e la rinascita

Cinque anni dopo la morte di Peart, un incoraggiamento arrivato da Paul McCartney e un rinnovato desiderio di suonare spinsero i due musicisti a tornare sui propri passi. “Alex e io abbiamo fatto un serio esame di coscienza e siamo giunti alla decisione che ci manca dannatamente tutto questo,” dichiarò Lee in un comunicato stampa del 2025, annunciando il tour del 2026. “È tempo di celebrare più di cinquant’anni di musica dei Rush.”

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L’incontro con Anika Nilles

Il ritorno non sarebbe stato possibile senza l’arrivo della persona giusta dietro la batteria. “Il mio tecnico del basso, Skully, lavorava con Jeff Beck durante il suo ultimo tour”, ha raccontato Lee in una conferenza al Rock and Roll Hall of Fame il 5 ottobre. “Mi parlava continuamente di questa batterista, Anika Nilles. Diceva che era incredibile, una musicista brillante e una splendida persona. Così ho deciso di informarmi, e su YouTube ho trovato tantissimi suoi video. È molto conosciuta nel suo mondo musicale. Poi Alex e io abbiamo iniziato a discutere del ritorno, e ho pensato: diamole un’occhiata, magari è la direzione giusta”.
Da quella curiosità nacque una collaborazione che si sarebbe presto trasformata in qualcosa di più grande.

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Le origini della batterista Anika Nilles

Anika Nilles è nata ad Aschaffenburg, in Germania, il 29 maggio 1983, in una famiglia di batteristi. A soli sei anni aveva già iniziato a suonare. Attorno al 2010 lasciò un lavoro stabile nel settore dell’educazione sociale per inseguire la propria passione musicale. “È stato un rischio enorme”, raccontò nel 2017 al magazine specializzato Modern Drummer. “Sapevo di non essere felice in quel lavoro, ma quando hai uno stipendio e una certa sicurezza economica non è facile mollare tutto”.
Nei primi anni si mantenne dando lezioni di musica e partecipando a piccoli concerti, finché un video autoprodotto del brano Wild Boy divenne virale. Quel successo le aprì le porte del circuito internazionale dei festival e delle clinic per batteristi. Il successivo Alter Ego le diede ulteriore visibilità.
"Per me la musica è tutta questione di emozione", dichiarò a 15 Questions. "Con la batteria l’emozione passa attraverso la dinamica, il gioco tra suono e silenzio, ma anche attraverso il tocco del musicista. Quando tutti questi elementi si fondono, è lì che sento la vera bellezza della musica". 
Nel 2017 pubblicò il suo primo album solista, Pikalar, conquistando numerosi riconoscimenti da riviste specializzate. Nel 2022 si unì a Jeff Beck per il suo tour europeo, esperienza che la fece conoscere ai Rush.

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Una sfida monumentale

Sostituire Neil Peart rappresenta una prova ardua, tanto per Anika quanto per i due membri storici della band. “Chiunque suoni la batteria ha una propria idea di cosa significhi eseguire un brano dei Rush, ma non sempre coincide con la nostra", spiegò Lee durante l’evento al Rock and Roll Hall of Fame. “Abbiamo portato Anika in gran segreto in Canada. Non era un’audizione vera e propria, non eravamo ancora certi di voler tornare in tour. Era un esperimento”. 
L’esperimento si rivelò un successo. “Sono felicissimo di dire che suonare con lei è fantastico", affermò Lee. “Abbiamo fatto diverse sessioni insieme e ora siamo pronti a partire in tour”. 

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Un nuovo equilibrio sul palco

Lee non nasconde il suo entusiasmo per la nuova dinamica che si è creata all’interno del gruppo. “Anika è una storia straordinaria. È molto più giovane di noi”, osserva il bassista, oggi settantaduenne. “Mi piace il fatto che si sia avvicinata alla musica dei Rush senza preconcetti. Naturalmente questo ha richiesto un lavoro intenso: abbiamo dovuto spiegarle le sfumature, i dettagli, entrare nella mente e nel sentire di Neil. Tanti batteristi possono replicare i suoi fill, ma per far sì che un pezzo suoni come lo vogliono i fan serve molto di più. Serve il giusto tocco. E lei ci sta riuscendo”. 

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Dal nido d’infanzia ai palchi mondiali

La carriera di Anika Nilles ha radici lontane. Fin da bambina si è sentita attratta dal ritmo. “È uno strumento molto fisico”, ha spiegato a 15 Questions. “Serve coordinazione e una chiara idea dei suoni che si vogliono creare. Suonare la batteria è un po’ come fare yoga: siamo solo io e lo strumento, e il mondo intorno scompare. È liberatorio”. 
A sedici anni aveva espresso ai genitori il desiderio di diventare musicista professionista, ma la risposta fu negativa. “Devi prima fare qualcosa di serio”, le dissero, come ha ricordato a The Beat. Così studiò per cinque anni e divenne maestra d’asilo. “È stato divertente, mi ha permesso di essere creativa, e dopo l’esame finale ricevetti un’ottima offerta di lavoro”, raccontò. Ma la chiamata della musica era più forte.
Verso i trent’anni decise di cambiare vita, si iscrisse alla Popakademie Baden-Württemberg di Mannheim e iniziò a studiare batteria con dedizione. “Chiudevo le porte e tiravo le tende per non far capire chi stava suonando”, confessò a Drumeo. “Odiavo l’idea che qualcuno potesse sentirmi fallire. Poi mi sono resa conto che stavo facendo progressi, mentalmente e come batterista”.
Nel 2013 pubblicò online Wild Boy, brano che divenne virale e le aprì la strada verso tournée internazionali e collaborazioni didattiche. Il suo primo album, Pikalar, arrivò nel 2017, e cinque anni dopo era accanto a Jeff Beck nel suo ultimo tour mondiale.

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Il futuro dei Rush

I Rush non cambiavano formazione dal 1974, anno in cui Neil Peart era entrato nella band. Anche quando avevano aggiunto le tastiere, Geddy Lee aveva sempre preferito gestire da solo voce, basso e sintetizzatori. Ora le cose cambieranno.
“Mi piace l’idea di muovermi sul palco, avvicinarmi ad Alex e ad Anika e concentrarmi solo sul basso”, dice Lee nel video dell’annuncio del tour. “Forse aggiungeremo un tastierista. Che ne pensi?”, chiede a Lifeson, che risponde: “Penso sia un’idea fantastica. Avere un po’ di tempo insieme davanti al palco sarà divertente”.
Dietro di loro, Anika Nilles renderà omaggio a Neil Peart, accompagnando i Rush in un ultimo giro d’onore che nessuno si aspettava. La sua vita, come quella della band, non sarà più la stessa.

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