The Who, stavolta è ufficiale: Zak Starkey è fuori dalla band, ecco chi lo sostituirà

Musica

Camilla Sernagiotto

Nelle foto, il batterista Zak Starkey

Doppio licenziamento per il batterista del gruppo cult capitanato da Pete Townshend. "Sono stato cacciato due settimane dopo essere stato reintegrato”, ha detto il musicista. Il suo posto verrà preso nei concerti finali della band da Scott Devours. “Accoglietelo con calore”, ha chiesto Townshend ai fan. Ma sarà dura: in tanti sono increduli all’idea di assistere a un concerto degli Who senza Starkey alla batteria, ritenuto da molti l’unico in grado di raccogliere davvero l’eredità di Keith Moon

"The Kids Are All Right", tranne Zak Starkey, che non sta affatto bene in queste ore. Perchè il figlio di Ringo Starr dei Beatles ha ricevuto il benservito da un’altra band storica inglese: gli Who.
Questa volta è ufficiale e, probabilmente, in via definitiva: Zak Starkey è fuori dal gruppo cult capitanato da Pete Townshend.
Siamo quindi di fronte a un doppio licenziamento per il batterista. "Sono stato cacciato due settimane dopo essere stato reintegrato”, ha detto Starkey. 

 

Il suo posto verrà preso nei concerti finali della band (che è in odore di addio alle scene, come ormai è noto) da Scott Devours. 

“Accoglietelo con calore”, ha chiesto Townshend ai fan. Ma sarà dura: in tanti sono increduli all’idea di assistere a un concerto degli Who senza Starkey alla batteria, ritenuto da molti l’unico in grado di raccogliere davvero l’eredità di Keith Moon. Per molte persone, infatti, quei "The Kids Aren’t All Right" (per storpiare il titolo della celebre canzone degli Who) sono proprio Pete Townshend, Roger Daltrey & Co., ossia gli Who, dato che se mandi via uno come Zak Starkey significa che nel gruppo “i ragazzi non stanno bene”… Questa è la battuta che in rete serpeggia tra i fan della band iconica, da quando si è appresa la notizia del licenziamento di Zak Starkey da parte di Townshend e Daltrey.

 

Questa volta l’esclusione di Zak Starkey arriva in coincidenza con il tour d’addio della band The Who e pare rappresentare una rottura senza ritorno. La notizia ha iniziato a circolare dopo che Pete Townshend, chitarrista e anima storica della band, ha condiviso un messaggio su Instagram, lasciando intuire un cambiamento significativo in vista dei prossimi concerti. La conferma, tuttavia, non è arrivata da un comunicato ufficiale ma dallo stesso Starkey, che ha scelto i social per esprimere la propria amarezza.
Contestualmente, Townshend ha anche rivelato chi prenderà il posto di Starkey nei concerti finali della band. “Scott Devours, che ha già lavorato con la band solista di Roger, si unirà agli Who per gli ultimi concerti. Accoglietelo con calore”.
Insomma, un’altra pagina burrascosa si chiude nella lunga storia del gruppo di Baba O’Riley, My Generation, Won’t Get Fooled Again (e di tutte le sigle di C.S.I., per chi avesse problemi a identificare al volo questi pezzi di storia del rock).
Intanto la band si prepara al suo addio ai palchi. E stavolta, sembra proprio definitiva.

 

In fondo a questo articolo trovate i post su Instagram con cui Pete Townshend e gli Who da una parte, e Zak Starkey dall’altra hanno dato le proprie versioni dell’accaduto.

Il commento di Townshend: “È tempo di cambiare”

La dichiarazione di Pete Townshend non ha lasciato molto spazio a interpretazioni. Con un tono rispettoso ma definitivo, il chitarrista ha parlato della fine di un lungo capitolo nella storia recente della band. “Dopo tanti anni di grande lavoro alla batteria da parte di Zak, è arrivato il momento di un cambiamento. Un momento toccante. Zak ha molti nuovi progetti in corso e gli auguro il meglio”. Queste parole, pubblicate come didascalia a una foto, hanno segnato il punto di svolta.


E Townshend ha colto l’occasione per fare gli onori di casa, presentando alla grande famiglia (la fanbase assai folta degli Who) il nuovo membro, Scott Devours, musicista già conosciuto dall’entourage del gruppo che per molti rappresenta una scelta sicura (ma non per tutti).

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La risposta di Starkey, pubblicata poco dopo l'annuncio di Townshend, è stata dura. Senza giri di parole, il batterista ha smascherato la versione edulcorata degli eventi proposta dal leader e chitarrista del gruppo britannico. “Sono stato licenziato due settimane dopo il reintegro, e mi è stato chiesto di fare una dichiarazione in cui dicevo di aver lasciato gli Who per perseguire altri progetti musicali. Ma sarebbe una bugia. Amo gli Who e non me ne sarei mai andato.”

 

La sua presa di posizione è diventata anche un modo per ringraziare chi lo ha supportato in queste settimane di incertezza. “Lasciare gli Who avrebbe anche significato deludere le persone straordinarie che mi hanno sostenuto (vi ringrazio un milione di volte e oltre) durante le settimane di caos, in cui sono stato ‘dentro e fuori, dentro e fuori come una fisarmonica del cavolo’”.

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Un rapporto già incrinato

Il secondo licenziamento di Starkey non arriva a sorpresa per chi ha seguito da vicino le vicende della band. Già lo scorso marzo, dopo una serie di concerti benefici alla Royal Albert Hall di Londra per il Teenage Cancer Trust, Roger Daltrey si era mostrato visibilmente contrariato dall’andamento delle esibizioni. Pochi giorni dopo, il 16 aprile 2025, un portavoce degli Who aveva annunciato la prima interruzione del rapporto con il batterista. In quell’occasione, la dichiarazione ufficiale parlava di una “decisione collettiva” e ribadiva “ammirazione” per il lavoro svolto da Starkey.

 

Il batterista, tuttavia, non aveva nascosto il suo disappunto. Con ironia amara, aveva preso di mira il frontman ribattezzandolo “Toger Dakrey” e accennando a fantomatiche accuse di “eccessiva esecuzione”. Dietro il sarcasmo, però, traspariva l’amarezza: “Sono rimasto sorpreso e rattristato che qualcuno abbia avuto problemi con la mia performance quella sera… ma che ci puoi fare?”

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Una breve riconciliazione passeggera

Il primo licenziamento era stato momentaneamente superato nel giro di pochi giorni. Townshend, in un tono più conciliante, aveva parlato di “problemi di comunicazione, personali e privati, da tutte le parti, che sono stati felicemente risolti.” Il ritorno in formazione di Starkey era stato accolto con entusiasmo, ma - come si apprende adesso - la tregua è durata appena due settimane.

 

Dopo quasi trent’anni di collaborazione, iniziata nel 1996 con il tour revival di Quadrophenia, il rapporto tra Zak Starkey e gli Who sembra essere arrivato a una chiusura definitiva. Nonostante i tentativi di ricucire lo strappo, la band ha scelto di voltare pagina proprio nel momento più delicato: quello dell’ultimo saluto alle scene.

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La reazione dei fan e lo scenario futuro

Le reazioni del pubblico non si sono fatte attendere. Alcuni fan si sono detti senza parole all’idea di assistere a un concerto degli Who senza Zak Starkey alla batteria, amato dalle folle come il vero erede del compianto Keith Moon. Altri, invece, hanno accolto con favore l’arrivo di Scott Devours, sottolineando la sua esperienza e affidabilità.

Nei commenti sotto il post di Starkey, però, il sostegno è stato pressoché unanime. Tra i tanti messaggi di solidarietà, spicca quello di Slim Jim Phantom degli Stray Cats, che ha scritto: “Zak! Questi tizi sono fuori di testa!”

 

Nel frattempo, nel mondo del rock, già circola un’ipotesi che mescola leggerezza e possibilità concrete. Con Josh Freese appena allontanato dai Foo Fighters, alcuni iniziano a immaginare — o a sperare — che Zak Starkey possa essere il prossimo a salire sulla batteria della band di Dave Grohl. Dopo trent’anni passati a reggere il confronto con una leggenda come Moon, il suo nome resta uno dei più solidi sulla scena.

 

Di seguito trovate i post su Instagram con cui Pete Townshend e gli Who da un lato e Zak Starkey dall’altro hanno dato le proprie versioni dell’accaduto.

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