Matt Cameron lascia i Pearl Jam, gli addii celebri dei batteristi
Musica ©GettyCon il musicista se ne va la colonna ritmica che aveva dato equilibrio e continuità al suono della band. Come capitato altre volte ad altri gruppi: da Bill Ward a Phil Collins, ecco quando il ritmo cambia tutto
Dopo 26 anni di attività, Matt Cameron ha ufficialmente lasciato i Pearl Jam. Era entrato nella band nel 1998, dopo essere già stato il motore ritmico dei Soundgarden. Con lui, il gruppo di Seattle aveva trovato finalmente una stabilità dietro le pelli, dopo una lunga storia di cambi e transizioni. La sua uscita solleva interrogativi non solo sul futuro della band, ma anche su cosa significa perdere un batterista in una formazione storica del rock.
I messaggi sui social dopo l'addio di Matt Cameron
Dopo 27 anni fantastici, ho fatto i miei ultimi passi giù dal drum riser con i leggendari Pearl Jam. Con tutto il mio affetto e rispetto a Jeff, Ed, Mike e Stone per avermi accolto nella band nel 1998 e per avermi regalato l’opportunità di una vita, piena di amicizie, arte, sfide e risate. Sarò per sempre grato alla crew, allo staff e ai fan di tutto il mondo. È stato un viaggio incredibile. Altre novità arriveranno. Vi ringrazio tutti dal profondo del cuore.
Pace e amore,
Matt Cameron
Messaggio della band:
Da uno dei nostri primi eroi musicali, con le band Skinyard e i leggendari Soundgarden, fino a suonare nei nostri primi demo nel 1990, Matt Cameron è sempre stato un musicista e batterista eccezionale, una vera forza della natura.
Ha dato energia e slancio ai live e alle registrazioni in studio dei Pearl Jam negli ultimi 27 anni. È stato un capitolo profondamente importante per il nostro gruppo e gli auguriamo sempre il meglio. Ci mancherà profondamente e sarà per sempre nostro amico nell’arte e nella musica.
Ti vogliamo bene, Matt.
Chi era Matt Cameron nei Pearl Jam
Non era solo “il batterista dei Pearl Jam”. Matt Cameron era il collante silenzioso tra la furia grunge e la maturità rock della band. Quando entrò nel 1998, sostituendo Jack Irons, il gruppo aveva già attraversato tre cambi di batterista (Dave Krusen, Dave Abbruzzese, Irons stesso). Ma con Cameron, ex Soundgarden, le cose si assestarono: precisione, potenza e uno stile riconoscibile, capace di dialogare sia con l’approccio istintivo di Vedder sia con la raffinatezza chitarristica di McCready e Gossard.
Cameron ha suonato su tutti gli album da Binaural (2000) in poi, contribuendo a ridefinire il suono post-grunge della band. La sua scrittura ritmica su brani come Do the Evolution o Unthought Known è stata essenziale per la seconda giovinezza creativa del gruppo.
Una band, tanti batteristi: il caso Pearl Jam
Nei primi anni di carriera, i Pearl Jam hanno attraversato una cronica instabilità nella posizione di batterista. Il primo a lasciare fu Dave Krusen, che abbandonò la band poco dopo aver registrato Ten nel 1991. A lui successe Matt Chamberlain, che rimase solo per un breve periodo senza incidere album ufficiali. Poi arrivò Dave Abbruzzese, che contribuì agli album Vs. (1993) e Vitalogy (1994) prima di essere licenziato nel 1994. Jack Irons prese il suo posto in occasione di No Code (1996), ma dovette lasciare la band per motivi di salute legati a problemi di ansia e depressione. Fu solo con l’arrivo di Matt Cameron nel 1998, già noto per il suo lavoro con i Soundgarden, che i Pearl Jam trovarono una stabilità ritmica che durò oltre vent’anni. L’uscita di Cameron, annunciata nel 2024, non è stata accompagnata da polemiche pubbliche ma resta un evento significativo. Durante la tournée dello stesso anno, alcuni concerti sono stati suonati con il turnista Richard Stuverud, suscitando speculazioni su possibili tensioni interne e problemi di salute.
Quando il batterista se ne va: altri casi celebri
Il rock è pieno di storie in cui la partenza del batterista ha segnato un punto di svolta — a volte anche un declino — per la band. Tra i casi più noti ricordiamo:
- Phil Collins, che inizialmente era solo il batterista dei Genesis prima di diventare il cantante principale. Dopo il suo addio nel 1996, i Genesis non riuscirono più a recuperare la stessa identità e il successo dei loro anni d’oro.
- Bill Ward, batterista originale dei Black Sabbath, il cui stile potente e con influenze jazz ha contribuito a definire il suono heavy metal della band. Senza di lui, molte reunion sono state accolte con meno entusiasmo dai fan.
- Dave Grohl, che dopo essere stato il batterista dei Nirvana, ha costruito una carriera enorme come frontman e cantante dei Foo Fighters. La fine dei Nirvana con la morte di Kurt Cobain nel 1994 segnò anche la fine del loro sound classico.
- Ringo Starr, che lasciò temporaneamente i Beatles durante le sessioni del White Album nel 1968. Anche la sua breve assenza contribuì a inasprire le tensioni interne al gruppo.
E ora?
Non è ancora stato annunciato chi sarà il sostituto definitivo di Matt Cameron. I fan più affezionati sperano in un ritorno alle radici, magari con Dave Abbruzzese, che oggi mantiene buoni rapporti con la band. Tuttavia, la scelta più probabile sembra dover ricadere su Richard Stuverud, turnista di fiducia che ha già suonato con i Pearl Jam dal vivo durante la tournée del 2024. Una cosa è certa: perdere un batterista non è come perdere un chitarrista o un bassista. Il batterista è il battito cardiaco della band, il motore che tiene insieme il suono e l’energia. Per i Pearl Jam inizia una nuova fase, una sfida per reinventarsi in mezzo al caos.