Sanremo 2022, stasera si parte: le nostre pagelle dopo i preascolti

Musica

Fabrizio Basso

Primo contatto con le 25 canzoni che ascolteremo da questa sera all'Ariston. Brani molto radiofonici, tanta dance, citazioni dagli anni Ottanta e poi amore, disillusione e quotidianità. Amadeus si è rivelato, anche questa volta, un visionario. LE PAGELLE DELLA PRIMA SERATA

ACHILLE LAURO FEAT. HARLEM GOSPEL CHOIR – DOMENICA – VOTO 8
Quanto di più punk ascoltato a Sanremo negli ultimi vent’anni (nonostante la coda finale melodica)! Ritmo martellante per una relazione che gioca sulla libertà. E con questo pompare di casse davvero la domenica... è sempre ancora troppo presto.


GIUSY FERRERI – MIELE – VOTO 6+
Partenza con una chitarra che odora di stornellata. Poi il ritmo si fa fresco, quasi estivo. Una canzone sognante, con un amore boomerang, che va e torna, mentre cade a terra un altro bicchiere che ubriaca di nostalgia.

MICHELE BRAVI - INVERNO DEI FIORI – VOTO 6+
Una richiesta di aiuto per un cuore che sta perdendo i confini dell’amore. Tra insegnamenti e ipotesi, qui i fiori… fioriscono anche in inverno e danno colore alla geografia del buio.

RKOMI – INSUPERABILE – VOTO 6/7
Un gioco arguto e un po’ ruffiano per giocare con i sentimenti attraverso incastri di parole e immagini stranianti. Il tutto condito con un ritmo ipnotico. Ci sono importanti possibilità che questo brano, vista la fama che l’artista gode tra i giovanissimi, sia… insuperabile.

IRAMA – OVUNQUE SARAI – VOTO 7-
Tra i tanti se e i tanti ovunque, ci porta dove vuole con la sua voce profonda. Una ballatona con ambizioni liriche in alcuni passaggi. Sembra un omaggio al Prog nella sua tessitura musicale.

NOEMI – TI AMO NON LO SO DIRE – VOTO 7+
Nessun ritornello per una voce che incanta e un testo che sembra un romanzo breve. D’altra parte tra gli autori ci sono Dario Faini e Mahmood (che ritrova come “nemico” in quanto anche lui in gara). Un brano di slanci amorosi frenati, di desideri sopiti e di una parola che non si riesce più a pronunciare. Brano con un afflato letterario.

MASSIMO RANIERI – LETTERA DI LÀ DAL MARE – VOTO 6/7
Il pianoforte che apre la boccetta di inchiostro sul mare sembra echeggiare da Posillipo. C’è un che di disperazione nella voce di Ranieri, che torna all’Ariston dopo 25 anni. E sono suoi i primi applausi della sala stampa.

AKA7EVEN – PERFETTA COSÌ – VOTO 7
Nella stagione del bodyshaming, è salvifica una canzone che parla di accettazione, di perfezione soggettiva. Ha un andamento quasi forsennato e, a tratti, distraente. Mi raccomando attenzione al testo perché nei suoi difetti e nelle sue imperfezioni è perfetto così.

EMMA MARRONE – OGNI VOLTA È COSÌ – VOTO 7-
L’artista salentina ci porta nelle profondità dell’animo femminile. Tra citazioni della mamma e occhi grandi che scrutano le profondità umane, emergono una forte esigenza di stabilità e la stanchezza di sentirsi sospesa e fragile. L’immagine di una rosa da ricamare è stilnovista.

HIGHSNOB & HU – ABBI CURA DI TE - 7
Siamo cresciuti con la h come lettera muta, ma qui le due h che sono l’incipit della loro unione artistica parlano eccome. Anzi volano intorno a noi. Si respira un po’ di amore tossico nel rincorrersi dei versi e come capita sovente nella vita, più spesso di quanto si creda, "al momento sbagliato ho sbagliato". E se questo è il finale, davvero abbi cura di te.

IVA ZANICCHI – VOGLIO AMARTI – VOTO 6
Freschezza musicale ma testo, come si dice in gergo, alla vecchia, con le due parole del titolo che si rincorrono verso dopo verso, seppur prospettando scenari differenti. È un modo per sentirsi ancora vivi. Certo che quando accende la voce è spaziale.

DARGEN D’AMICO -DOVE SI BALLA -VOTO 8+
Spacca il cantautorap con un attacco degno dei migliori Krafterwerk. Scommetto su di lui. E invito chi non lo conosce a fare un viaggio nella sua musica aspettandolo all’Ariston. E che dire della frase che chiude la canzone: "ma va’ a capire perché si vive se non si balla". Anatema non solo al Covid ma a una umanità che non esce dai social.

SANGIOVANNI – FARFALLE – VOTO 7-
Dietro quelle tapparelle chiuse mette la dance anni Novanta insieme a semplici parole d’amore. La balleremo tutti fin dalla prima nota, è una bella botta di ossigeno che strappa un sorriso.

YUMAN – ORA E QUI – VOTO 6
Un cantautorato pop interessante che declina le vibrazioni di un animo sensibile. Come dice nella canzone questo è l’inizio del viaggio: prima tappa è l’Ariston, lo aspetto dopo! Con un po’ più di coraggio.

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – CIAO CIAO – 7/8
Anche con un vocalizzo, Veronica Lucchesi sa fare sognare. La musica è un viaggio negli anni Ottanta con le mani e con i piedi. È un brano carsico, all’inizio potrà sembrare ostico e ripetitivo, ma, fidatevi, non è così… lo balleremo anche tra trent’anni come un gioca jouer contemporaneo.

MAHMOOD & BLANCO – BRIVIDI – VOTO – 6/7
Diciamolo, arrivano all’Ariston spinti da un vento di positività. Le loro due voci sono i due oceani che si incontrano a Capo Horn scatenando tempesta. Li rimando a un secondo ascolto, mi vengono i brividi ma non (ancora) tutti quelli che mi sarei aspettato.

GIANNI MORANDI – APRI TUTTE LE PORTE – VOTO 7-
Il testo è di Lorenzo Jovanotti, così come la musica (con la complicità di Riccardo Onori), e infatti ha quell’energia da Jova Beach Party. La sensazione è che la voce di Morandi, per quanto potente, rimanga un po’ mascherata dal muro sonoro eretto da Jova. Ma di certo farà entrare il sole all’Ariston.

MATTEO ROMANO – VIRALE – VOTO 6+
Entra al Festival in quota indie/pop con una spruzzata di ritmo. Va riascoltato ma la sensazione è che andrà in tendenza e diventerà virale. Quel che è certo è che ha le idee chiare, le sue non sono frasi scritte a metà.

LE VIBRAZIONI – TANTISSIMO – VOTO 6
I primi tre secondi sono stati spiazzanti, ai confini del metal. Poi sono rientrati nel loro alveo fatto di rock melodico. È un brano sull’assenza. Il seno di profilo è una immagine romantica che mi ricorda un passaggio de La Scuola Cattolica di Edoardo Albinati, quando evoca una ragazza con la quale frequentava il cinema e ha conosciuto solo di profilo.

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FABRIZIO MORO – SEI TU – VOTO 7/8
La canzone d’autore trova qui un alfiere, una boccata di ossigeno musicale e testuale. È un inno allo stupore. E poi, diciamolo, seppur a fatica restituisce dignità a una delle parole oggi più bistrattate: buongiorno.

ELISA – O FORSE SEI TU – VOTO 7
Eccola l’outsider di Sanremo 2022. Sull’interpretazione si può solo stare in religioso silenzio, il testo trasmette una idea di hic e nunc, quella necessità di cogliere attimi di piccola felicità. D’altra parte sono le colonne di quella stupida voglia di vivere.

DITONELLAPIAGA E RETTORE – CHIMICA – VOTO 7
Premesso che per me Ditonellapiaga è quella di Camouflage, questa è una delle sue infinite mutazioni. Insieme a Donatella ha alzato il volume creando una miscellanea sonora unica. La indico come sorpresa di questo Festival.

GIOVANNI TRUPPI – TUO PADRE, MIA MADRE, LUCIA – VOTO 8+
La domanda da porci è una: avremo la pazienza per ascoltare con attenzione questo testo? Qui la chimica di una coppia si celebra in una canzone. E un brano ai confini della perfezione, versi che sono fotografie e alla fine… "amore mio, che ridere!".

TANANAI – SESSO OCCASIONALE – VOTO 6/7
Interessante. Mi ha poco convinto nella finale di Sanremo Giovani, stavolta ha riconquistato posizioni. Delicato e sensibile, tra gatti che litigano, il sonno che invita alla fuga e quella sensazione di non capire mai cosa ha in testa una donna.

ANA MENA – DUECENTIMILA ORE – VOTO 6
Iniziano i pre-ascolti a zero gradi esterni e finiscono che è estate. Ana Mena ha già archiviato pure la primavera. America Latina, Cuba Libre, un fiore da sfogliare. Testo di Rocco Hunt, col quale si è mangiata le classifiche, per un tocco di tropicalismo (non inteso come movimento musical-culturale).

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