Dopo aver parlato di “nessuna prova” a sostegno che la Russia intendesse invadere l'Ucraina, il regista americano adesso critica l'invasione. Ricordiamo che Stone era andato in Russia per intervistare Putin, per il documentario intitolato "The Putin Interviews" (uscito su Showtime nel 2017). Poche settimane fa aveva detto: “Gli Stati Uniti e i loro alleati nella NATO hanno provocato la Russia”. Tutt’ora il regista, veterano della guerra in Vietnam, incolpa per questo conflitto anche il proprio Paese, l’America
Oliver Stone fa marcia indietro, criticando apertamente Vladimir Putin per l'invasione armata dell'Ucraina. Diciamo che fa dietrofront perché il regista statunitense fino a non molto tempo fa affermava che non ci fosse “nessuna prova” a sostegno che la Russia intendesse invadere l'Ucraina.
Inoltre poche settimane fa - all'inizio di febbraio 2022 - ha dichiarato durante un'intervista rilasciata a Robert Scheer di KCRW quanto segue: "Gli Stati Uniti e i loro alleati nella NATO hanno provocato la Russia da due anni - in realtà tre anni - contro l'Ucraina…”.
Non che adesso Stone abbia cambiato totalmente idea, anzi: tutt’ora il regista, veterano della guerra in Vietnam, incolpa per questo conflitto anche il proprio Paese, l’America.
Nella medesima intervista, quella di inizio febbraio, aveva criticato aspramente la copertura mediatica che lui ha definito “assetata di sangue”, affermando: “Non hanno prove che la Russia intenda invadere l'Ucraina; dubito che lo farebbero. Penso che la Russia si occupi solo della regione del Donbass".
Oggi, tuttavia, Oliver Stone ritratta, dichiarando apertamente che la Russia ha sbagliato, sta sbagliando e continuerà a sbagliare se non smetterà immediatamente questa invasione. Ecco le nuove parole di Oliver Stone: “Sebbene gli Stati Uniti abbiano molte guerre di aggressione sulla coscienza, non giustificano l'aggressione di Putin in Ucraina. Una dozzina di torti non fanno una ragione. La Russia ha sbagliato a invadere”.
Si tratta di dichiarazioni pubblicate dal regista sui propri profili (verificati, con spunta blu insomma) dei social network, Facebook in primis.
Alla fine di questo articolo vi riportiamo il lungo post comparso in queste ore sulla pagina di Facebook di Oliver Stone, comprensivo di traduzione italiana.
Cosa dice tra le righe Oliver Stone
Però, tra le righe (ma neanche troppo “tra”), Stone dice che il governo di Putin “avrebbe potuto fare un lavoro migliore nel mostrare al mondo gli otto anni di sofferenza di quelle persone e dei loro rifugiati - oltre a evidenziare l'accumulo ucraino di 110.000 soldati ai confini di Donetsk-Luhansk, che si è verificato essenzialmente prima dell'accumulo russo". Insomma, in qualche modo sta cercando di giustificare l'invasione russa?
"Ma l'Occidente ha relazioni pubbliche molto più forti dei russi. O forse Putin avrebbe dovuto cedere le due province che non hanno bisogno di aiuto e offrire 1-3 milioni di persone per trasferirsi in Russia. Il mondo avrebbe potuto capire meglio l'aggressione del governo ucraino. Ma d'altronde, non ne sono sicuro. Ma ora, è troppo tardi", continua Oliver Stone in quello che suona come un j'accuse. Ma non il j'accuse che quasi tutto il mondo sta gridando, ossia quello rivolto alla Russia, bensì rivolto agli USA. Infatti il regista (americano, lo sottolineaiamo) continua dicendo che "Putin si è lasciato prendere all'amo ed è caduto nella trappola tesa dagli Stati Uniti e ha impegnato il suo esercito, dando potere alle peggiori conclusioni che l'Occidente possa fare. Probabilmente, credo, ha rinunciato all'Occidente, e questo ci avvicina più che mai ad un Confronto Finale. Sembra che non ci sia nessuna strada per tornare. Gli unici felici di questo sono i nazionalisti russi e la legione di odiatori russi, che finalmente hanno ottenuto quello che sognavano da anni, cioè Biden, Pentagono, CIA, UE, NATO, media mainstream - e non trascurate Nuland e la suo sinistro banda di neocon a Washington” (tratto dal post pubblicato su Facebook da Oliver Stone).
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Secondo Stone, la colpa è anche (e soprattutto) dell'America
Oliver Stone è inamovibile: la colpa è anche dell'America.
Incolpa tutti gli “odiatori russi”, come li chiama lui, parlando chiaramente di quelli che per lui sono i primi della classe in materia, ossia il suo Paese. E aggiunge che se Putin avesse mostrato al mondo cos'è accaduto per otto anni, “il mondo avrebbe potuto capire meglio l'aggressione del governo ucraino”. Parole di Oliver Stone, lo sottolineiamo più e più volte.
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Oliver Stone: “Questo non è un momento per gli Stati Uniti di gongolare”
Lui stesso, poi, si autodefinisce come uno dei pochi che hanno tentato di “capire la posizione russa in questi ultimi due decenni”.
Ci abbiamo provato, dice. E aggiunge che “questo non è un momento per gli Stati Uniti di gongolare. Da veterano della guerra del Vietnam e da uomo che ha assistito all'antagonismo senza fine della guerra fredda, demonizzare e umiliare i leader stranieri non è una politica che possa avere successo. Peggiora solo la situazione. Sono necessarie trattative informali, perché qualsiasi cosa accada nei prossimi giorni o settimane, lo spettro di una guerra finale deve essere realisticamente accettato e mediato. Chi può farlo? Ci sono veri statisti tra di noi? Forse, prego, Macron”, scrive Stone su Facebook.
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La “grande tragedia invisibile”, secondo Stone
Secondo le parole di Oliver Stone, “la grande tragedia invisibile al centro di questa storia dei nostri tempi è la perdita di un vero partenariato pacifico tra Russia e Stati Uniti - con, sì, potenzialmente la Cina, contro cui non c'era ragione di opporsi se non il desiderio di dominio americano. Gli idioti che hanno continuato a provocare la Russia dopo la fine della guerra fredda nel 1991 hanno commesso un terribile crimine contro l'umanità e il futuro”.
Oliver Stone aveva intervistato Putin
Ricordiamo che Oliver Stone si era recato in Russia a intervistare il presidente Vladimir Putin per un suo documentario dal titolo The Putin Interviews.
Il lungometraggio di genere documentaristico è andato in onda su Showtime nel 2017. Chiaramente quell’opera sta tornando ora in auge, come tutti i materiali dedicati a Putin, alla Russia e soprattutto all'Ucraina.
Adesso che il nome di Putin è in assoluto il più pronunciato, 24 ore su 24, ai notiziari e sulle testate giornalistiche di tutto il mondo, il regista statunitense ha deciso di offrirci il proprio punto di vista sulla situazione, pubblicandolo direttamente sul suo profilo di Facebook e innervandolo in svariate interviste che in questi giorni sta rilasciando.
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Oliver Stone ha combattuto in Vietnam
Ricordiamo che Oliver Stone ha preso parte alla guerra in Vietnam, prestando servizio militare durante quel tristemente celebre conflitto.
Dopo quella esperienza, il regista ha firmato innumerevoli pellicole che criticano aspramente i politici statunitensi, tra cui in particolare John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon. I suoi film si sono scagliati duramente anche contro i media, ad esempio Natural Born Killers e Talk Radio. Come fa notare Tom Tapp sul suo articolo pubblicato sul magazine statunitense Deadline, nel mirino di Oliver Stone è rientrato anche l'intervento americano all'estero, come possiamo chiaramente vedere in titoli cinematografici tipo Platoon e Born on the Fourth of July (Nato il 4 luglio).
Ha realizzato pure una serie di documentari dedicati a leader stranieri come Fidel Castro, Lula da Silva e, appunto, Vladimir Putin.
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“Il momento di tornare dall'abisso”
Oliver Stone afferma che "ora è il momento, poiché JFK e Krusciov hanno affrontato la pericolosa situazione a Cuba nell'ottobre 1962, per le due potenze nucleari di tornare dall'abisso". Queste sono le parole tratte dal lunghissimo messaggio che il regista ha postato su Facebook.
Di seguito vi riportiamo il testo completo di quel post, uscito il 3 marzo sulla sua pagina ufficiale. Vi proponiamo la traduzione qui di seguito.
Il post di Oliver Stone, tradotto in italiano
Ecco il post completo pubblicato il 3 marzo da Oliver Stone (nonché l’ultimo suo intervento su Facebook, per adesso).
“Sebbene gli Stati Uniti abbiano sulla coscienza molte guerre di aggressione, ciò non giustifica l'aggressione di Putin in Ucraina. Una dozzina di torti non fanno una ragione. La Russia ha sbagliato a invadere. Ha commesso troppi errori: 1) sottovalutare la resistenza ucraina, 2) sopravvalutare la capacità dell'esercito di raggiungere il suo obiettivo, 3) sottovalutare le reazioni dell'Europa, soprattutto della Germania che aumenta il suo contributo militare alla NATO, dopo che hanno resistito per circa 20 anni; anche la Svizzera si è unita alla causa. La Russia sarà più isolata che mai dall'Occidente, 4) sottovalutare il potere potenziato della NATO, che ora farà più pressione sui confini della Russia, 5) probabilmente mettere l'Ucraina nella NATO, 6) sottovalutare i danni alla propria economia e creare certamente più resistenza interna in Russia, 7) creare un importante riadattamento del potere nella sua classe oligarca, 8 ) mettere in gioco bombe a grappolo e sottovuoto, 9) e sottovalutare il potere dei social media in tutto il mondo.
Ma dobbiamo chiederci, come può Putin aver salvato il popolo russofono di Donetsk e Luhansk? Senza dubbio il suo governo avrebbe potuto fare un lavoro migliore nel mostrare al mondo gli otto anni di sofferenza di quelle persone e dei loro rifugiati - oltre a evidenziare l'accumulo ucraino di 110.000 soldati ai confini di Donetsk-Luhansk, che si è verificato essenzialmente prima dell'accumulo russo. Ma l'Occidente ha relazioni pubbliche molto più forti dei russi. O forse Putin avrebbe dovuto cedere le due province che non hanno bisogno di aiuto e offrire 1-3 milioni di persone per trasferirsi in Russia. Il mondo avrebbe potuto capire meglio l'aggressione del governo ucraino. Ma d'altronde, non ne sono sicuro. Ma ora, è troppo tardi. Putin si è lasciato prendere all'amo ed è caduto nella trappola tesa dagli Stati Uniti e ha impegnato il suo esercito, dando potere alle peggiori conclusioni che l'Occidente possa fare. Probabilmente, credo, ha rinunciato all'Occidente, e questo ci avvicina più che mai a un Confronto Finale. Sembra che non ci sia nessuna strada per tornare. Gli unici felici di questo sono i nazionalisti russi e la legione di odiatori russi, che finalmente hanno ottenuto quello che sognavano da anni, cioè Biden, Pentagono, CIA, UE, NATO, media mainstream - e non trascurate Nuland e la sua sinistra banda di neocon a Washington. Questo riscatterà significativamente i falchi neocon agli occhi pubblici. Far notare la tossicità delle loro politiche (Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, espansione della NATO, infrangere trattati nucleari, censurare e omettere fatti cruciali dalle cronache, ecc. ) sarà quasi impossibile. Portare in evidenza due pesi e due misure occidentali, compreso il cattivo comportamento di Kiev e Zelenskyy, cadrà allo stesso modo sulle orecchie sorde mentre trarremo nuovamente le conclusioni sbagliate. Ora è più facile infangare quelli di noi che hanno cercato di capire la posizione russa in questi ultimi due decenni. Ci abbiamo provato. Ma ora è il momento, mentre JFK e Krusciov affrontarono la pericolosa situazione di Cuba nell'ottobre del 1962, per le due potenze nucleari di tornare indietro dall'abisso. Entrambe le parti devono salvare la faccia. Questo non è un momento per gli Stati Uniti di gongolare. Da veterano della guerra del Vietnam e da uomo che ha assistito all'antagonismo senza fine della guerra fredda, demonizzare e umiliare i leader stranieri non è una politica che possa avere successo. Peggiora solo la situazione. Sono necessarie trattative informali, perché qualsiasi cosa accada nei prossimi giorni o settimane, lo spettro di una guerra finale deve essere realisticamente accettato e mediato. Chi può farlo? Ci sono veri statisti tra di noi? Forse, prego, Macron. Portateci quelli come Metternich, Talleyrand, Averell Harriman, George Shultz, James Baker e Michail Gorbaciov. La grande tragedia invisibile al centro di questa storia dei nostri tempi è la perdita di un vero partenariato pacifico tra Russia e Stati Uniti - con, sì, potenzialmente la Cina, senza che ci sia nessun motivo per ostacolarlo se non il desiderio di dominio americano. Gli idioti che hanno continuato a provocare la Russia dopo la fine della guerra fredda nel 1991 hanno commesso un terribile crimine contro l'umanità e il futuro. Insieme, i nostri Paesi avrebbero potuto essere alleati naturali nella più grande battaglia contro il cambiamento climatico. Solo nelle sue realizzazioni tecniche, nella scienza su larga scala, nella sua missilistica, nelle industrie pesanti e nei suoi reattori nucleari più moderni e puliti, la Russia è stata un grande amico dell'uomo. Ahimè, nel nostro secolo finora, l'uomo non è riuscito a vedere né a raggiungere le stelle”, scrive Oliver Stone su Facebook. Potete vedere di seguito il suo post.