Balenciaga dedica la sfilata 2022 all'Ucraina al Paris Fashion Show. VIDEO

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

Courtesy Balenciaga

La Maison parigina ha reso omaggio ai profughi ucraini: il direttore creativo Demna (fuggito dalla Georgia come rifugiato) ha voluto recitare una poesia in ucraino mentre le modelle camminavano contro vento, inciampando nella neve finta, tremando e trasportando i propri averi in sacchi

Balenciaga ha voluto omaggiare i profughi ucraini in occasione della sfilata alla Paris Fashion Week.

La Maison parigina ha reso omaggio ai profughi che in queste ore stanno scappando dal proprio Paese invaso dalla Russia. Una scelta presa personalmente dal direttore creativo Demna.

Il designer (fuggito dalla Georgia come rifugiato, quindi altamente coinvolto in questa tematica) ha recitato una poesia in ucraino mentre le modelle camminavano contro vento, inciampando nella neve finta, tremando e trasportando i propri averi in sacchi.

Uomini e donne con le teste chinate contro il vento, tremanti e con un equilibrio precario per cui l'inciampo è stato il leit motiv della sfilata, qualcosa di ben lontano dal mondo della moda e delle passerelle. Proprio in questo modo il marchio fondato a Parigi nel 1917 dallo stilista spagnolo Cristóbal Balenciaga ha voluto unirsi al coro già ampiamente polifonico di società, marchi, artisti, brand e aziende occidentali che in queste ore stanno dichiarando apertamente di essere contro l’invasione russa, di stare dalla parte dell’Ucraina e di provare una profonda solidarietà ed empatia nei confronti del popolo del Paese che è stato invaso dalla Nazione di Putin.

Vedere Kim Kardashian seduta in prima fila mentre guarda la neve finta che cade, mentre le modelle sfilano calzando stivali alti fino alla coscia, non può che farci venire la pelle d'oca. In una settimana in cui più di 1 milione di ucraini sono stati costretti a fuggire dalle proprie case, l'allusione che questa sfilata di Balenciaga fa è forte e chiara. Forte, soprattutto.

Come riporta The Guardian, la scelta è stata per alcuni “scomoda”, poiché chi faceva parte del pubblico in quel momento forse si è sentito giudicato e a disagio per il fatto di essere comodamente seduto a una sfilata di un brand di lusso mentre in Ucraina si sta consumando il peggiore conflitto d'Europa dal 1945.

Inoltre il celebre quotidiano britannico sottolinea che la scelta presa da Demna ha “virato pericolosamente vicino all'uso di una crisi umanitaria come estetica”, come scrive Jess Cartner-Morley, inviato del Guardian a Parigi.

Tuttavia la sfilata del brand parigino “è stata anche, per molti tra il pubblico, uno spettacolo di empatia umana e potente, un'emozione che non si vede spesso in passerella”, ha ammesso Jess Cartner-Morley. Ricordando inoltre che il direttore creativo di questa casa di moda è coinvolto direttamente e personalmente, trattandosi di un rifugiato che è fuggito dalla Georgia.

La scelta della neve, già programmata sei mesi fa, avrebbe dovuto essere un riferimento all'importanza di un'azione sull'emergenza climatica. “Riguardava cosa potrebbe significare la neve in futuro. E per futuro, intendo ora, quando ci saranno stazioni sciistiche che non avranno più neve", ha detto Demna. “Ma poi ha assunto un significato completamente diverso, a causa della crisi in cui ci troviamo”.

Il coinvolgimento personale da parte del direttore creativo di Balenciaga

Demna, il direttore creativo di Balenciaga, ha condiviso queste parole sui suoi social network: “La guerra in Ucraina ha innescato il dolore di un trauma passato che mi porto dentro dal 1993, quando è successa la stessa cosa nel mio Paese d'origine”.

Il designer all'età di 12 anni è stato uno dei 250.000 georgiani costretti a scappare dalle proprie abitazioni dai separatisti abkhazi durante la guerra civile della Georgia. Ha dovuto attraversare le montagne del Caucaso assieme alla sua famiglia.

Oltre alla scelta di ambientare la sua sfilata proprio in questo delicatissimo periodo storico, con la neve che cade e le modelle e i modelli che rimandano chiaramente ai profughi ucraini, Demna ha lasciato su ciascuno dei 525 posti a sedere dello show un biglietto, accompagnato da una maglietta blu e gialla, i colori della bandiera Ucraina.
Nel biglietto si legge che, mentre "la settimana della moda sembra una specie di assurdità", annullare lo spettacolo avrebbe significato "arrendersi al male che già da quasi 30 anni mi ha tanto ferito”. Le parole sono firmate dallo stesso direttore creativo.

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Le parole di Demna

Una volta terminato il fashion show, lo stilista nel backstage ha dichiarato: "Sono stato io. Mi vedevo, 30 anni fa, da bambino in un rifugio, senza sapere se il tetto mi sarebbe caduto in testa”, come riporta The Guardian.

Molti suoi colleghi hanno deciso di non fare parola della guerra, nel senso che la maggior parte degli stilisti si è tenuta alla larga dal sottolineare la dissonanza tra la settimana della moda e la situazione in Ucraina. Nel caso di Demna, però, la scelta è stata dettata dalla storia personale del designer.
Ricordiamo inoltre che Demna ha vissuto come rifugiato proprio in Ucraina e a Mosca, prima di stabilirsi a Dusseldorf.
La poesia da lui recitata in ucraino mentre le modelle camminavano sulla passerella è stata tradotta sulla falsariga de "i tuoi figli ti salveranno”, ha spiegato lo stilista.

“Era un'installazione artistica. Aveva qualcosa di bello da dire", ha affermato l'attrice Salma Hayek, mentre indossava la maglietta blu e gialla che ha trovato sopra il suo posto a sedere. La T-shirt è stata indossata dalla diva sopra il suo outfit di Balenciaga, mentre attendeva di congratularsi con Demna a fine show.
Ricordiamo che l'attrice è la moglie di François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato di Kering, il gruppo che distribuisce marchi di lusso, diventato oggi il secondo gruppo commerciale nel settore del lusso a livello mondiale.

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“La moda non conta adesso”

Ciò su cui il direttore creativo di Balenciaga ha insistito è che la moda non conta ora. La moda per lui è stato soltanto un mezzo per il messaggio che voleva condividere con tutti quanti. La collezione fashion che doveva presentare è per lui adesso totalmente irrilevante, passata in secondo piano rispetto al messaggio di amore e di pace.

“La moda non conta adesso. Il messaggio deve essere amore e pace, e la moda deve assumere una posizione di forza in questa crisi”, ha dichiarato Demna.

Nonostante ciò, molti osservatori hanno notato qualcosa di stonato, una nota cacofonica tra il contesto di una vetrina per una società di beni di lusso del calibro di Kering e la devastante guerra che si sta consumando in queste ore.

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Balenciaga ha sospeso le sue attività in Russia

Per adesso Balenciaga ha sospeso le sue attività commerciali in Russia. La Maison sostiene l'operazione del Programma alimentare mondiale che aiuta tutti i profughi che scappano dalla guerra.
Quasi tutta l'industria della moda si è unita alle sanzioni contro la Russia.

Louis Vuitton, Dior, Hermès, Chanel, Prada, Gucci, Saint Laurent, Cartier e Burberry hanno deciso di chiudere i propri punti vendita situati sul territorio russo e hanno anche sospeso le vendite online. Lo stesso hanno fatto Zara (che gestisce 502 negozi in Russia) e H&M.

LVMH, il primo gruppo di beni di lusso al mondo, ha 124 negozi in Russia, distribuiti tra i suoi brand Vuitton e Dior. LVMH ha confermato che continuerà a stipendiare i propri 3.500 dipendenti lì. La medesima conferma è arrivata da Chanel, che possiede 17 negozi indipendenti distribuiti in tutto il Paese e piccoli punti vendita all'interno di grandi magazzini, per un totale di 371 dipendenti.

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Le aziende italiane danno sostegno a Unhcr per l'emergenza Ucraina

Le aziende italiane del settore moda si stanno rendendo protagoniste di una “gara di solidarietà” per dare sostegno a Unhcr per l'emergenza Ucraina. 

Come è stato riferito dalla stessa Agenzia Onu per i rifugiati, il mondo della moda “risponde positivamente” all'appello del Presidente della Cnmi Carlo Capasa. La Camera Nazionale è la promotrice di questa gara solidale, a seguito dell'impulso ricevuto da Otb Foundation. Molte Maison e parecchi stilisti hanno deciso di garantire il proprio supporto ai profughi ucraini e a chi rimarrà nel Paese, con donazioni consistenti.


Tra i marchi italiani che si sono uniti al progetto, in sinergia con l'appello della Camera Nazionale, ci sono Armani, Bottega Veneta, Dolce&Gabbana, Donatella Versace (personalmente), Etro, Ferragamo, Furla, Gruppo Prada, Golden Goose, Gucci, Max Mara, Missoni, Moncler e Stone Island, Trussardi, Valentino e Zegna. L'elenco sta aumentando di ora in ora.

"In questo momento è importante l'aiuto di tutti e per questo ci tengo a ringraziare la Cnmi, il Presidente Capasa e tutte le aziende che hanno scelto di donare in queste ore drammatiche", ha commentato Chiara Cardoletti, rappresentante dell'UNHCR per l'Italia, la Santa Sede e San Marino.
"Stimiamo che 12 milioni di persone all'interno dell'Ucraina avranno bisogno di soccorso e protezione, mentre più di 4 milioni di rifugiati ucraini potrebbero aver bisogno di protezione e assistenza nei Paesi vicini nei prossimi mesi. Servono enormi risorse e per questo ci auguriamo che nelle prossime ore altre aziende del settore della moda ma non solo daranno il loro contributo”, ha aggiunto Chiara Cardoletti.

Di seguito potete guardare il video della sfilata di Balenciaga in occasione della Paris Fashion Week di questi giorni.

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