Pippo Baudo, a chi potrebbe andare l'eredità del conduttore

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Al momento non si conosce l'esistenza di un testamento del presentatore, morto il 16 agosto all'età di 89 anni. Come riporta il quotidiano Il Messaggero, tuttavia, il conduttore avrebbe investito i suoi guadagni soprattutto in beni immobili. In assenza di disposizioni diverse, i beneficiari saranno per legge i suoi figli Alessandro e Tiziana

Ieri, mercoledì 20 agosto, la cittadina di Militello in Val di Catania ha dato l’ultimo saluto a Pippo Baudo, il leggendario presentatore morto il 16 agosto all’età di 89 anni. Ora che riposa nella cappella di famiglia nel cimitero del paese siciliano, si apriranno le procedure ereditarie. Al momento, tuttavia, non è nota l’esistenza di un testamento con il quale il conduttore abbia destinato il suo patrimonio a beneficiari specifici come, eventualmente, la storica segretaria Dina Minna e l’amico avvocato Giorgio Assumma. Qualora Baudo non avesse predisposto alcun documento in tal senso, dunque, i suoi beni dovranno essere divisi per legge tra i due figli, Alessandro e Tiziana. Il primo, nato nel 1962 dalla relazione tra il presentatore e Mirella Adinolfi, aveva creduto per anni di essere figlio del dirigente Rai Tullio Formosa, e aveva scoperto la verità sulle sue origini solo nel 2000, quando Baudo l’aveva riconosciuto. Ora Alessandro vive in Australia e, nonostante frequentasse poco il padre, ha partecipato al funerale. La seconda, nata nel 1970, è invece nata dal matrimonio tra Baudo e Angela Lippi, che era stata sua moglie dal 1970 al 1975.

L'ELENCO DEI PRESUNTI BENI

Come riporta il quotidiano Il Messaggero, Pippo Baudo, che aveva condotto 13 edizioni del Festival di Sanremo, avrebbe guadagnato alla guida dell’Ariston oltre 10 milioni di euro, suddivisi in circa 800.000 euro per ciascuna esperienza. Il presentatore avrebbe inoltre aumentato il proprio patrimonio con decine di altre conduzioni, con i diritti sulla propria immagine e con le royalties delle canzoni da lui scritte, come Donna Rosa e W le donne. Non sarebbe mancata neppure una pensione minima, che si sarebbe aggirata intorno ai 900-1000 euro al mese. Baudo avrebbe inoltre investito i risparmi messi da parte in circa 40 anni di carriera in immobili, cinque dei quali a Roma, tra il quartiere Prati e il centro storico, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. In particolare, in via della Vite, nel Rione Colonna, Baudo sarebbe stato il proprietario di quattro appartamenti nello stesso palazzo. Due di questi, che avrebbe peraltro unificato, ricoprirebbero dal terzo al sesto piano e sarebbero composti da 12,5 vani per un valore di circa 2.165.852,29 euro. Gli altri due, che occuperebbero invece il primo e il secondo piano, varrebbero circa 780 mila euro ciascuno. Le proprietà in questione non sarebbero frutto di un acquisto diretto, bensì di un sequestro disposto dal Tribunale Civile di Roma il 14 settembre 1985 a carico della società di Alida Chelli, ex moglie di Walter Chiari e per sette anni compagna di Baudo, il tutto dopo la separazione dal conduttore e per motivazioni che non sono tuttavia note. Nel quartiere Prati, in via della Giuliana, si troverebbe invece un immobile da sette vani che Baudo avrebbe utilizzato anche come ufficio. La proprietà in questione supererebbe il valore di un milione di euro. A Fiano Romano, inoltre, il presentatore avrebbe acquistato anche un terreno adibito alla coltivazione per un’estensione di 210 metri quadrati. In Sicilia, sua terra di origine, il conduttore avrebbe invece collezionato cinque terreni (che attualmente sarebbero incolti e avrebbero scarso valore) a Siracusa, mentre a Noto sarebbe stato proprietario di altri dieci che includerebbero campi seminativi, due vigneti e un mandorleto, per un valore totale di circa 30.000 euro. Baudo sarebbe stato inoltre socio, per una quota del 20%, delle società San Rocco srl e Torre Grifo srl, dedite alla costruzione di edifici residenziali e non residenziali. L’elenco degli immobili a lui riconducibili non cita però gli edifici che negli anni avrebbe acquistato e rivenduto, come la villa a Torre Stelle a Maracalagonis, dove avrebbe trascorso momenti con l’ex moglie Katia Ricciarelli., o come la palazzina romana che nel 1988 aveva ceduto come penale a Silvio Berlusconi per la rescissione anticipata del contratto con Fininvest in vista del suo ritorno in Rai. L’edificio, che si trova di fronte alla sede della Fao, era poi diventato la sede del Tg5.

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