Dalla scalinata della chiesa di Santa Maria della Stella, nel paese della sua infanzia, Militello in Val di Catania, Baudo ha ricevuto gli applausi e i cori pieni di affetto di oltre 2000 persone
È sceso lento dalla scalinata della chiesa di Santa Maria della Stella, nel paese della sua infanzia, Militello in Val di Catania, il feretro di Pippo Baudo (LA DIRETTA - LA FOTOGALLERY), issato sulle spalle di robusti uomini vestiti di nero e circondato copiosi mazzi di rose rosse nell’attesa di mostrarsi alla piazza gremita di oltre 2000 persone. Uno scroscio di applausi, poi il coro: “Pippo! Pippo!”, e una certezza: il presentatore non sarà dimenticato. Il corteo funebre, seguito dai figli Tiziana e Alessandro, dai nipoti e dall’assistente Dina Minna, hanno seguito il carro funebre in direzione del cimitero comunale, dove Baudo verrà tumulato nella cappella di famiglia così come ha disposto nelle sue volontà testamentarie.
IL RICORDO DURANTE LE ESEQUIE
"Sono state settimane soprattutto le ultime di grande sofferenza, era sotto morfina, però lucido e comunque per lui è stato un tempo, sono parole sue, di purificazione, di liberazione”, aveva detto prima delle esequie don Giulio Albanese, padre spirituale di Pippo Baudo. “In effetti si è chiuso un libro con la sua morte, quasi un secolo di storia, ma non è solo la storia della Rai, è la storia dell'Italia, del bel Paese e oggi noi quando guardiamo a quel feretro dobbiamo tenere presente che quel libro si è chiuso ma contiene tante memorie che noi dobbiamo custodire e ripeto non sono saperi che hanno solo una valenza culturale ma soprattutto spirituale". Aveva proseguito: “Poco prima di morire, mi ha confidato che il successo (e lui, come sapete, ne ha avuto tanto) non basta a riempire il cuore. Il successo non basta a rendere felici! Questa è una parola di verità che risuona in sintonia con il Vangelo”. E ancora: "Pippo ha sì conosciuto il favore del pubblico e la gioia di entrare, con garbo e competenza, nelle case di milioni di italiani. Ma al di là dei programmi e degli applausi, ciò che resta è la sua capacità di comunicare vicinanza, di dare spazio a tanti artisti e di custodire rapporti sinceri. Molti lo ricordano come uomo generoso, discreto, pronto ad aiutare senza clamore”. Citando il testo delle Beatitudini, “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati", Don Albanese aveva aggiunto che “il senso della giustizia è stato forte e sempre impresso nell'animo di Pippo. Soprattutto nel coraggio manifestato in più circostanze contro la mafia, un male da estirpare secondo lui, ricercando sempre e comunque la legalità”. Infine, aveva invitato tutti a pregare "in modo particolare per i suoi familiari: per la figlia Tiziana, per il figlio Alessandro, per i nipoti Nicholas e Nicole". Infatti, "il dolore del distacco pesa su di loro in modo più diretto e profondo: a loro chiediamo al Signore di donare consolazione, perché possano sentire che la morte non è l'ultima parola, ma che il legame d'amore che li unisce a Pippo - padre e nonno - trova compimento in Dio, dove nulla va perduto. Ricordiamo anche coloro che gli sono stati accanto con dedizione e fedeltà: in particolare la sua assistente Dina che in questi mesi, anni di malattia è stata il suo vero angelo custode. Ricordiamo poi anche i tanti amici, concittadini di Militello, colleghi, artisti e persone del mondo dello spettacolo che oggi ne piangono la scomparsa: possano custodire non solo il ricordo dei successi, ma soprattutto la testimonianza di umanità, generosità e passione che Pippo ha lasciato in loro".