
Olimpiadi, fotostoria delle divise degli Azzurri firmate dagli stilisti italiani
Ripercorriamo la storia olimpica dei nostri atleti soffermandoci sulle divise create dai grandi nomi del Made in Italy. Da un giovane Ottavio Missoni, che nel 1948 creò un inedito Azzurro Olimpic per le tute in filato di lana (che indosserà lui stesso quell'anno, piazzandosi al sesto posto nei 400 metri ostacoli). Fino a Giorgio Armani e Sergio Tacchini (il primo che detiene il primato del sodalizio più longevo tra moda e giochi olimpici, mentre al secondo va la medaglia d'argento)

Ecco Ottavio Missoni che indossa la divisa olimpica degli Azzurri da lui stesso creata. E da lui stesso vestita per gareggiare. I giochi olimpici in questione sono quelli di Londra del 1948. Ottavio Missoni, insieme all'atleta Giorgio Oberweger e Livio Fabiani, fondatore del maglificio Venjulia di Trieste, creano nel maglificio di quest'ultimo le tute realizzate con filato di lana in un'inedita tonalità che verrà chiamata Azzurro Olimpics. Qui lo stilista è ritratto nel 1999, mentre indossa la tuta che gli portò fortuna nel 1948

A Ottavio Missoni (che in questa foto posa assieme a Salvatore Morale, Roberto Frinolli e Fabrizio Mori nel 1999) quella tuta portò fortuna. Non tanto per il sesto posto che si aggiudicò nei 400 metri ostacoli ma perché conobbe Rosita Jelmini, sua futura moglie, socia, compagna di vita e di creatività

A partire dalle Olimpiadi di Montreal del 1976, gli atleti furono obbligati a essere vestiti tutti quanti dallo stesso brand. Quell'anno toccò a Sergio Tacchini. Le sue divise per gli Azzurri in Canada avevano le bande tricolori sui lati. Sergio Tacchini firmerà di nuovo le maglie degli italiani ad Atlanta vent'anni dopo. Ex tennista e imprenditore, Sergio Tacchini ha aperto la sua attività nel 1966 a Bellinzago Novarese

Nel 1980 a Mosca a vestire gli azzurri ci pensa l'azienda di Perugia Ellesse. Si tratta di un marchio (ora famosissimo) che produceva a quel tempo pantaloni da sci. Il suo mitico logo deriva da un mix tra una pallina da tennis tagliata e le estremità degli sci. Qui vediamo Pietro Mennea nel 1988, ma in occasione delle Olimpiadi di Seoul, mentre indossa la maglia in cui si vede il celebre logo
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Per le Olimpiadi a Los Angeles del 1984 a vestire gli Azzurri ci pensa invece la Fila. L’azienda tessile nata a Biella nel 1911, fondata da Giansevero Fila e dai suoi tre fratelli, è diventata negli anni una delle firme più famose della moda sportiva italiana. Tra i vari testimonial che ha avuto, si ricorda il tennista svedese Björn Borg. E lo scalatore Reinhold Messner nel 1978 fu il primo uomo a scalare l'Everest senza l'utilizzo di ossigeno extra, vestito Fila

Ecco Salvatore Antibo ai Giochi Olimpici di Seul nel 1988 mentre indossa la divisa firmata dal brand italiano Ellesse. Ma a Seul 1988 è Trussardi Sport il marchio ufficiale degli Azzurri... Trussardi e la sua neonata linea Sport vestono i nostri atleti. La Maison è nata nel 1910, quando Dante Trussardi fondò a Bergamo la sua azienda.

Per le olimpiadi di Barcellona 1992, c'è stato il brand Paul & Shark. L'azienda italiana che produceva abbigliamento per la vela ha creato tute in materiale sintetico multistrato caratterizzate da un azzurro molto chiaro. Qui però Alessandro Lambruschini mostra una maglia in cui si vede il marchio di Diadora...

Per le Olimpiadi di Atlanta del 1996, c'è il grande ritorno di Sergio Tacchini. A vent'anni dalle Olimpiadi di Montreal del 1976, il marchio conferma la sua passione per lo stile minimal. Ecco Roberto Di Donna, campione olimpico nel tiro con la pistola, mentre indossa una giacca della tuta dove vediamo in bella mostra il logo del marchio di moda.

Ai Giochi di Atene del 2004, il brand non è più italiano ma è il giapponese Asics. Però il manager della filiale italiana è Franco Arese, ex atleta e allenatore di atletica leggera. Ecco Stefano Baldini, campione olimpico di maratona ad Atene 2004.

Ai Giochi Olimpici di Pechino del 2008, Freddy è il marchio italiano che veste gli Azzurri. Per l’occasione, oltre ai filati di tessuti tecnici brevettati dal brand di sportwear, l'abbinamento cromatico e la scritta Italia sono stati realizzati dall'artista Arnaldo Pomodoro. Ecco il ginnasta Andrea Coppolino a Pechino nel 2008.

A Londra 2012, come anche a Rio 2016 e Tokyo 2021, è EA7 a vestire gli Azzurri. Si tratta del sodalizio più longevo: quello tra Giorgio Armani e la nazionale Olimpica italiana è una partnership che supera perfino quella con Sergio Tacchini. Armani abbandona l'azzurro optando per un blu navy ben noto agli amanti della Maison di moda. Si tratta infatti della nuance delle collezioni fashion dello stilista. Inserisce inoltre alcune strofe dell'inno di Mameli all'interno della giacca. Ecco lo schermidore Diego Occhiuzzi a Londra 2012.

Nel 2016 per i Giochi a Rio è ancora EA7 a firmare le divise. Qui però vediamo Elisa di Francisca, schermitrice italiana specializzata nel fioretto, indossare una tuta dove si vede il logo di un'altra casa di moda italiana, ossia la Kappa.

E infine per le Olimpiadi di Tokyo 2020, c'è ancora EA7. Ecco la delegazione dell'Italia che, indossando le tute disegnate da Giorgio Armani, prende parte alla parata delle Nazioni durante la cerimonia di apertura dei Tokyo 2020 Summer Olympic Games presso il National Stadium di Tokyo