David di Donatello 2025, il discorso di Elio Germano premiato come miglior attore

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Premiato per  la sua interpretazione in Berlinguer - La grande ambizione di Andrea Segre, l'attore dedica il David come miglior protagonista a tutte le persone che lottano per una società più giusta ed equa e sottolinea  il valore universale della dignità umana in ogni campo

Un momento di profonda emozione e riflessione ha attraversato la cerimonia dei David di Donatello 2025 quando Elio Germano è salito sul palco per ricevere il premio come miglior attore protagonista per Berlinguer - La grande ambizione, film diretto da Andrea Segre. Per l’attore romano si tratta del sesto David su undici candidature: un riconoscimento che ha voluto dedicare non a sé stesso, ma a chi ogni giorno continua a lottare per la giustizia e l’uguaglianza.

"Un palestinese ha la stessa dignità di un israeliano.”

 

“Voglio dedicare questo premio proprio a tutte le persone che lottano, che lotteranno ancora e che continueranno a lottare per il raggiungimento di quella parità di dignità che c’è scritta nella nostra Costituzione,” ha dichiarato con fermezza, richiamandosi a uno dei principi fondamentali della Carta del 1948.La sua riflessione si è poi allargata, in un discorso che è diventato civile e universale: “Parità di dignità vuol dire che tutte le persone devono essere degne allo stesso modo. Una persona povera deve avere la stessa dignità di una persona ricca, deve poter accedere all’istruzione, alla sanità. E una donna deve avere la stessa dignità di un uomo, un nero la stessa dignità di un bianco, un italiano la stessa dignità di uno straniero, e permettetemi di dire: un palestinese la stessa dignità di un israeliano.”

 

 

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Le origini della nostra democrazia

Nel suo intervento, Germano ha anche ringraziato il regista Andrea Segre e lo sceneggiatore Marco Pettenello, sottolineando la complessità e il valore del progetto cinematografico che racconta la figura storica di Enrico Berlinguer e il contesto politico e sociale dell’Italia degli anni Settanta. “Non so come abbiano fatto a scrivere questo film,” ha detto, con evidente ammirazione. “Quando sono andato a studiare ho scoperto che di materiale ce n’era tantissimo.”

L’attore ha poi voluto sottolineare quanto il film si sia nutrito delle battaglie che hanno segnato la storia della democrazia italiana: “Questa nostra democrazia viene dalle lotte del movimento operaio, del movimento studentesco, del movimento femminista. Volevamo raccontare tanto del nostro Paese, perché è una storia che non si conosce, che non è nei libri di storia.”Un tributo, dunque, a tutte quelle donne e uomini che hanno combattuto “con i loro corpi, con i loro volti, senza paura di niente e di nessuno.” A loro, conclude Germano, “dobbiamo tanto.”

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