
Cosa sono i Campi Flegrei e cos'è la caldera che causa i terremoti
Quella della caldera presente a ovest della città di Napoli è una delle aree vulcaniche più popolate al mondo e subisce da decenni diversi fenomeni di bradisismo. Recenti studi, a cui hanno contribuito esperti dell’Università di Bologna, sostengono che l'origine sia da ricercare in una sorgente deformativa, un volume cilindrico di roccia alto 500 metri e del diametro di circa 5 chilometri, presente nel sottosuolo

ANCORA UN TERREMOTO NEI CAMPI FLEGREI
- La terra dei Campi Flegrei - vasta area vulcanica nei dintorni di Napoli - ha tremato ancora. All'1.25 di notte del 13 marzo una prima scossa di magnitudo 4.4, seguita poi da altre tre - di cui l'ultima alle 03:26 - meno intense. L'area non è nuova a sismi: è una delle più colpite in Italia. Perché?

LA STORIA DELL’AREA
- La caldera dei Campi Flegrei, a ovest della città di Napoli, è una delle zone vulcaniche più popolate al mondo. Si ritiene che in questa zona l'attività vulcanica sia presente da almeno 47mila anni. I due principali episodi eruttivi, che hanno dato forma al golfo di Pozzuoli così come lo conosciamo oggi, si sono verificati circa 39mila e 15mila anni fa, mentre l'ultima eruzione è avvenuta nel 1538

LE CARATTERISTICHE DEI CAMPI FLEGREI
- A differenza del più noto Vesuvio, i Campi Flegrei non sono caratterizzati da un unico edificio vulcanico principale, ma sono piuttosto un campo attivo da più di 80mila anni con diversi centri vulcanici situati all'interno e in prossimità di un'area depressa chiamata caldera

LA CALDERA
- La caldera è il risultato del ripetuto sprofondamento di una vasta area, provocato dal collasso del tetto del serbatoio magmatico superficiale a seguito dello svuotamento dello stesso per opera delle eruzioni avvenute 39mila e 15mila anni fa

IL BRADISISMO
- A partire dalla metà del secolo scorso la caldera ha subìto diversi episodi di sollevamento e abbassamento del suolo, noti anche con il termine di bradisismo. Negli ultimi decenni ci sono state due importanti fasi di sollevamento: tra il 1969 e il 1972 e tra il 1982 e il 1984. Durante quest'ultima crisi bradisismica, il sollevamento massimo del suolo, misurato a Pozzuoli, fu di quasi 1,8 metri, e fu accompagnato da più di 16mila terremoti di bassa magnitudo

LA SORGENTE DEFORMATIVA
- L'attuale crisi bradisismica potrebbe essere innescata da una "sorgente deformativa", un volume cilindrico di roccia alto 500 metri e del diametro di circa 5 km che sotto la caldera dei Campi Flegrei sta giocando un ruolo importante nella fase di sollevamento dell'area. La scoperta è di uno studio pubblicato sul Journal of Volcanology and Geothermal Research e realizzato da esperti dell'Università di Bologna e dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

COME TRA IL 1982 E IL 1984
- "Questa sorgente di deformazione era già nota per aver contribuito al sollevamento del suolo verificatosi nell'area dei Campi Flegrei tra il 1982 e il 1984. I risultati della nostra indagine mostrano come le serie temporali di sollevamento del suolo osservate negli ultimi 18 anni possano essere riprodotte assumendo la riattivazione di quella stessa sorgente deformativa", ha spiegato a Il Messaggero Massimo Nespoli, ricercatore al Dipartimento di Fisica e Astronomia "Augusto Righi" dell'Università di Bologna e primo autore dello studio

IL RUOLO DEL MAGMA
- Come suggeriscono gli studiosi, quindi, il ruolo del movimento di magma sarebbe quindi secondario rispetto a quello di fluidi caldi e pressurizzati che si muovono all'interno delle rocce del sistema idrotermale della caldera

COSA SUCCEDE
- "Anche se il contributo magmatico non può essere escluso, i risultati ottenuti con la modellazione fisica di questa sorgente di deformazione, legata all'arrivo di fluidi caldi e pressurizzati, consentono di spiegare efficacemente sia il tasso di sollevamento che l'andamento della sismicità, senza il bisogno di invocare la risalita di magma negli strati superficiali della caldera dei Campi Flegrei", ha spiegato Nespoli

LE RAGIONI DEL SOLLEVAMENTO DEL SUOLO
- Le nuove analisi realizzate dagli studiosi hanno mostrato che la riattivazione di quella stessa sorgente deformativa potrebbe spiegare anche i fenomeni di sollevamento del suolo degli ultimi anni. "La presenza di questa sorgente deformativa era stata evidenziata in passato da studi di tomografia sismica: un'ulteriore conferma arriva ora dall'osservazione di una brusca variazione del rapporto tra il numero di terremoti con magnitudo piccola e il numero di terremoti con magnitudo alta", ha concluso Nespoli