Campi Flegrei, cos'è il bradisismo e cosa accadde negli anni Ottanta a Pozzuoli

Scienze
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Il fenomeno si caratterizza per una deformazione del suolo con fasi di lento abbassamento alternate ad altre di sollevamento rapido, accompagnate da terremoti superficiali e di bassa magnitudo. Il fenomeno è noto anche in altre caldere vulcaniche nel mondo. Nell’area ci fu una crisi importante tra il 1982 e il 1984, con migliaia di scosse che portarono all’evacuazione di massa della popolazione

I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva, storicamente caratterizzata dal fenomeno del “bradisismo" (letteralmente “movimento lento del suolo”). Si tratta di una deformazione del suolo che comporta fasi di lento abbassamento (subsidenza), alternate a fasi di sollevamento più rapido, queste ultime accompagnate generalmente da terremoti superficiali e di bassa magnitudo. Il fenomeno è noto anche in altre caldere vulcaniche nel mondo con il nome di risorgenza calderica. Nel 2005 è iniziata una nuova fase di sollevamento della caldera, attualmente ancora in atto. Come spiega la Protezione Civile, “dal 2023 si è registrato un graduale incremento nella frequenza dei terremoti. Nello stesso anno, gli eventi più forti si sono verificati il 27 settembre e il 2 ottobre e hanno avuto rispettivamente magnitudo 4.2 e 4.0. Nel 2024 l'evento maggiore è quello registrato il 20 maggio con una magnitudo di 4.4”.

Il bradisismo nel secoli

Come spiega nel suo sito l’Ingv, la ricostruzione dell'andamento del bradisismo ai Campi Flegrei, a partire dal IV sec. d.C. nel corso dei secoli fino ai tempi moderni è stata possibile grazie a osservazioni sulle rovine di una costruzione di epoca romana, vicina al porto di Pozzuoli: il Serapeo. Grazie alla datazione di alcuni fori prodotti da molluschi marini è stato possibile ricostruire le oscillazioni del livello del mare nel tempo dovute al sollevamento o abbassamento del suolo a Pozzuoli per effetto del bradisismo. In tempi moderni (dal 1905) le tecniche di livellazione geodetica e negli ultimi decenni anche le misure tramite GPS e i dati interferometrici, permettono di valutare in tempo reale le variazioni del suolo e quindi monitorare il fenomeno del bradisismo flegreo. Negli anni '70 e '80 del secolo scorso l’area flegrea, e l'abitato di Pozzuoli in particolare, sono stati interessati da un rapido sollevamento del suolo che ha portato quest’ultimo ad un livello complessivamente più alto di circa 3.5 m e causato numerosi terremoti, con gravi danni agli edifici. In seguito la caldera dei Campi Flegrei per circa vent'anni è stata caratterizzata da generale subsidenza fino alla fine del 2005, anno in cui è iniziato un periodo di sollevamento che è attualmente in atto. 

Il responsabile della Protezione Civile Angelo Borrelli durante il sopralluogo alla fumarola Pisciarelli, nella zona di Agnano, in territorio del Comune di Pozzuoli ( Napoli) . La fumarola, in piena attivita', e' poco distante dall'area della Solfatara, 10 febbraio  2021
 ANSA/CIRO FUSCO

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La crisi bradisismica del 1982-84

Una delle crisi bradisismiche recenti più importanti è quella avvenuta tra il 1982 e il 1984, che raggiunse un sollevamento di circa 185 cm (che unito a quello di circa 170 cm del 1970-72, portò ad un sollevamento totale di circa 3.55 m). Il fenomeno fu accompagnato da terremoti e intensi sciami sismici: nel corso dell’intero periodo di crisi, furono registrati oltre 16mila eventi. La sismicità divenne significativa a partire dalla primavera del 1983. Da quel momento gli edifici di Pozzuoli furono sottoposti a continue sollecitazioni sismiche sia con eventi di piccola energia, ma molto frequenti, sia con eventi più isolati di energia più elevata. Un incremento significativo dell'attività si registrò tra il 4 settembre e il 4 ottobre 1983 quando si verificò un terremoto di magnitudo 4.0 con epicentro nei pressi della Solfatara. L'evento produsse danni e panico nella città di Pozzuoli. Il terremoto fu avvertito in un raggio di oltre 30 km. A seguito dei danni subiti da molti edifici di Pozzuoli, per effetto delle continue sollecitazioni, fu deciso l'allontanamento di parte della popolazione che, dopo un primo periodo passato nei villaggi turistici del litorale Domizio, venne ospitata verso nel nuovo quartiere dell'area Monteruscello. Fu emanato un ordine di sgombero per 20.000 persone, molte delle quali non sarebbero mai più rientrate in casa. Durante gli ultimi mesi del 1984, il fenomeno diminuì di intensità e la crisi sismica si chiuse con l'evento dell'8 dicembre di magnitudo 3.8. 

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