Influenza e polmoniti mettono ospedali e Ps sotto stress. In calo i ricoveri Covid
Da Nord a Sud, la situazione è la stessa: nelle strutture ospedaliere si registra un gran numero di emergenze a causa delle forti forme influenzali che stanno colpendo anche i più giovani. Ma migliora il quadro legato al coronavirus
- La forte ondata di influenza che attraversa l’Italia sta mettendo sotto stress ospedali e pronto soccorso, che in questi primi giorni dell’anno si trovano a far fronte a ricoveri ed emergenze, spesso legate allo sviluppo di polmoniti. Dati in discesa sono invece quelli del coronavirus
- A fare il quadro della situazione, sulla base delle statistiche fornite dagli ospedali sentinella, è la Fiaso (Federazione delle aziende sanitarie): anziani e soggetti fragili affollano le strutture di emergenza in attesa di un ricovero. A essere colpiti però sono anche i più giovani
- L'influenza quest'anno "sembra infatti avere una patogenicità superiore rispetto agli altri anni e stiamo osservando più ricoveri per polmonite in pazienti sani e giovani”, spiega Marco Falcone, direttore del reparto di Malattie infettive all'Azienda ospedaliero-universitaria pisana. Alcuni pazienti, aggiunge, “hanno bisogno del ricovero e in alcuni casi anche del ricorso alla terapia intensiva"
- Le polmoniti che si stanno registrando tendono poi a complicarsi a causa di “sovrainfezioni batteriche, come quelle causate da Staphylococcus aureus o Pneumococco", osserva sempre Falcone. Non è chiaro però se queste forme particolarmente severe siano dovute a un calo dell'immunità verso i virus dell'influenza dopo due anni di pandemia o a varianti virali più aggressive
- L'impatto sull'organizzazione delle strutture si fa sentire. Lo scorso 2 gennaio, spiegava Fabio De Iaco, presidente della Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza, "solo nel Lazio i pazienti in attesa di ricovero nei Ps sono al momento oltre 1.100; arrivano a 500 in Piemonte, mentre in Lombardia i ricoveri ordinari sono stati sospesi proprio a causa del sovraffollamento". Anche a Napoli i ricoveri programmati sono bloccati
- Anche le pediatrie sono in affanno: influenza e virus respiratorio sinciziale, responsabile della bronchiolite, stanno colpendo pesantemente i bambini, specie quelli sotto i cinque anni. Rino Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip) parla di reparti di pediatria pieni. Lo stesso vale per i pronto soccorso da Nord a Sud, tanto che la situazione "in tante realtà si è rivelata critica, con dei numeri veramente molto alti di visite alle strutture di emergenza e attese lunghe"
- Al di là dei ricoveri, in attesa di numeri più precisi, va sottolineato che nella settimana tra Natale e Capodanno, stando all’ultimo bollettino della sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità, sono stati poco più di un milione gli italiani messi a letto da sindromi simil-influenzali. Il numero reale potrebbe però essere più alto, a causa dei ritardi di notifica causati dalle festività di fine anno
- Ancora non si sa quando ci sarà il picco. È però probabile, secondo quanto dice all’ANSA Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, che "nelle prossime settimane ci sarà ancora una circolazione sostenuta dei virus respiratori, specie con la riapertura delle scuole". Ci si avvia quindi verso i sette milioni di casi della stagione: dallo scorso novembre, da quando cioè è partita la sorveglianza, sono 6,7 milioni i casi di influenza in Italia
- I medici stanno poi osservando anche una forma di spossatezza legata all’influenza che si protrae per diverso tempo dopo l'infezione, simile al long-Covid
- Migliora invece il quadro sul fronte Covid-19. Secondo l'ultimo monitoraggio del Ministero della Salute e dell'Iss, nell'ultima settimana l'indice di trasmissibilità è rimasto stabile e sotto soglia epidemica, a 0,75. In calo i contagi segnalati (38.736) e i ricoveri, sia nei reparti ordinari che in quelli di terapia intensiva. L'occupazione dei posti letto in area medica è al 10,1% - rispetto all'11% del 27 dicembre - e quella in terapia intensiva è al 2,8%, contro il 3,2% della settimana precedente