Covid, cos’è la nebbia cognitiva e come riconoscerla attraverso i sintomi. Lo studio
Secondo l'analisi Neuro-Covid Italy della Società Italiana di Neurologia (Sin), tra il 20 ed il 30% delle persone riferisce di soffrire di disturbi di memoria o di attenzione dopo l’infezione. E tra i trattamenti medici per riallenare la mente ci sono anche i videogiochi
- Gli inglesi la chiamano “brain fog”, in italiano è traducibile come “nebbia cognitiva” ma, a prescindere dalla dicitura, questo disturbo accomuna diverse persone nel post Covid. È quanto emerge dai risultati dello studio Neuro-Covid Italy promosso dalla Società Italiana di Neurologia (Sin) e pubblicato sulla rivista Neurology
- Tra le caratteristiche più diffuse riconducibili al Long Covid, la nebbia cognitiva è una condizione di malessere caratterizzata da "scarsa capacità di pensare, difficoltà a focalizzare l’attenzione, confusione soggettiva e dimenticanza"
- L’indagine ha monitorato 38 unità operative di Neurologia in Italia e nella Repubblica di San Marino da marzo 2020 fino a dicembre 2021
- Su quasi 53mila pazienti ospedalizzati per Covid-19, circa 2mila erano affetti da disturbi neurologici e sono stati monitorati fino a sei mesi dopo la diagnosi
- Tra i sintomi riconducibili al cosiddetto "neuro Covid" rientrano disturbi leggeri - come difficoltà a concentrarsi o la perdita dell’olfatto e del gusto - ma anche malesseri più gravi come forme di epilessia e infiammazione dei nervi periferici, encefalopatia acuta fino a ictus ischemico ed emorragia cerebrale
- La ricerca imputa la diminuzione dei casi di disturbi neurologici dovuti al Covid alle varianti del virus, da Wuhan in poi, che lo hanno reso meno pericoloso per il sistema nervoso. L’introduzione dei vaccini ha abbattuto poi il numero di pazienti con disturbi passati dall’8% della prima ondata al 3% della terza
- Secondo l’indagine nel 70% dei pazienti analizzati i sintomi neurologici, inclusa la nebbia cognitiva, sono passati del tutto o lasciando solo sintomi lievi tali da non incidere sulla vita quotidiana. Nel 30% dei casi tuttavia i sintomi si sono protratti per oltre i 6 mesi dall’infezione
- Inviduata la diagnosi di nebbia cognitiva, gli studiosi suggeriscono di personalizzare la cura tenendo conto di altre patologie collegate o meno al Covid. Medici e ricercatori si stanno orientando a trattamenti già applicati per ictus e lesioni cerebrali traumatiche, come ad esempio i videogiochi che permettono di svolgere un allenamento cognitivo applicabile su larga scala