Covid e influenza, il possibile “doppio picco a Natale”. Cosa sappiamo
Sul tema ha parlato Gianni Rezza, ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute e oggi professore straordinario di Igiene presso l'Università San Raffaele di Milano, in un'intervista al quotidiano La Stampa. Secondo l'esperto l'ondata di influenza "arriverà più tardi, probabilmente dopo Natale. Il problema è che potrebbe sommarsi al picco del Covid, con il rischio di ingolfare i pronto soccorso e i reparti ospedalieri"
- Attualmente di Covid "ne gira parecchio. Lo dicono i dati ufficiali, anche se ampiamente sottostimati, e lo si percepisce solo guardandosi intorno”. Lo ha riferito Gianni Rezza, ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute e oggi professore straordinario di Igiene presso l'Università San Raffaele di Milano, in un'intervista al quotidiano “La Stampa”
- Il dato, continua Rezza, forse non stupisce. “Sapevamo che con il primo vero freddo avrebbe rialzato la testa, come fanno tutti i virus respiratori. L'importante è che non faccia troppi danni”, ha spiegato ancora l’esperto
- E la situazione varianti? “Omicron ha una virulenza minore rispetto a Delta, però tra le persone debilitate, anziani soprattutto se più in là con gli anni e immunodepressi, può fare ancora danni seri quando si è persa la protezione del vaccino”
- A livello di ricoveri “per ora registriamo un lento aumento delle ospedalizzazioni, ma la situazione potrebbe peggiorare se i contagi continueranno ad aumentare e le vaccinazioni non decolleranno", ha ammonito Rezza
- Proprio la situazione vaccinale, nel nostro Paese, sembra non coinvolgere troppo la popolazione. E si può anche parlare di “flop” per tre motivi. “Il primo è la stanchezza vaccinale, subentrata per via del fatto che non essendo il Covid un virus stagionale come l'influenza ha costretto a fare più somministrazioni in corso d'anno”, specifica ancora Rezza
- “Poi ci sono stati problemi non risolti di logistica che hanno fatto arrivare in ritardo le fiale in diverse regioni, che a loro volta non hanno stipulato o lo hanno fatto in ritardo gli accordi per le vaccinazioni in farmacia. Ed è chiaro che, se uno è già indeciso e poi trova anche degli ostacoli, finisca per tirarsi indietro”, sottolinea l’ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute
- Infine, conclude sul tema, “ogni fiala contiene sei dosi e questo richiede ai medici di famiglia di organizzare gruppi di pazienti per non sprecare i vaccini. Si sarebbe dovuto passare alla chiamata attiva dei più fragili ma non è andata così"
- La situazione generale fatica anche ad essere tenuta sotto controllo. "Il registro di sorveglianza dei dati sottostima i contagi perché si basa sui test che non fa quasi più nessuno. Bisognerebbe passare anche per il Covid, come si fa per gli altri virus, al sistema di rilevazione dei medici sentinella”, riferisce Rezza. Questo però, a patto che “ci sia una buona adesione da parte dei medici stessi. E per questo c'è ancora da lavorarci su"
- E per quanto riguarda l’influenza? La situazione, al momento, non sembra allarmare “perché tosse e mal di gola che osserviamo in giro questi giorni sono provocati soprattutto da rinovirus e altri virus parainfluenzali” fa sapere Rezza
- Ma ad impensierire, piuttosto, è “l'ondata di influenza” che “arriverà più tardi, probabilmente dopo Natale. Il problema è che potrebbe sommarsi al picco del Covid, con il rischio di ingolfare i pronto soccorso e i reparti ospedalieri"
- Per evitare situazioni troppo critiche, il consiglio è "ovviamente quello di vaccinare la popolazione più a rischio. Poi a costo di essere impopolare dico anche di consigliare ai più fragili l'uso delle mascherine in situazioni di promiscuità”, conferma Rezza
- Poi, “non da ultimo andrebbe chiesto ai medici di famiglia uno sforzo per tenere aperti più a lungo i loro studi, mentre le ex guardie mediche dovrebbero fare più visite a domicilio” è il consiglio. “So che i medici sul territorio sono sotto organico ma in questo momento serve uno sforzo collettivo"