Latte materno, ricerca italiana: “Trovati inquinanti, va protetto. Ma nessun allarmismo”
Uno studio, ancora non pubblicato e presentato al congresso della SIEDP, evidenzia la possibile presenza anche nel latte materno di alcune sostanze rilasciate da oggetti di uso quotidiano. Trovati numerosi contaminanti chimici, con rischi potenzialmente maggiori sulla salute dei bimbi. Ma il latte materno resta il miglior nutrimento per il neonato. Ecco i consigli dei medici alle mamme
- Contaminanti chimici nel latte materno. Per la prima volta, ricercatori italiani hanno trovato tracce di inquinanti nel latte materno e nelle urine di 650 coppie madre-figlio. Dunque, dopo aver rintracciato, in passato, microplastiche nel latte delle mamme, ora è stata la volta di numerosi contaminanti chimici, con rischi potenzialmente maggiori sulla salute dei bimbi, particolarmente vulnerabili
- Sebbene il latte materno resti il miglior nutrimento per il neonato, almeno per i primi sei mesi di vita come raccomandato dall'OMS, uno studio italiano, ancora non pubblicato e presentato a Bologna al congresso della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), evidenzia la possibile presenza anche nel latte materno di alcune sostanze rilasciate da oggetti di uso quotidiano
- Sono state riscontrate diverse sostanze: dagli ftalati presenti negli imballaggi alimentari al bisfenolo A, attualmente bandito, presente nelle stoviglie di plastica monouso e nei detergenti per il corpo, dai glifosati, utilizzati come pesticidi, ai parabeni contenuti nei cosmetici. Questi gli interferenti endocrini - sostanze chimiche che alterano il sistema ormonale provocando maggior rischio di obesità, pubertà precoce, diabete e disturbi neurocomportamentali nell’infanzia - ritrovati nel latte materno
- Si tratta di dati preliminari emersi nell'ambito del progetto, finanziato dall'UE e ancora in corso, "Life Milch" ("Mother and Infants dyads: Lowering the impact of endocrine disrupting Chemicals in milk for a Healthy Life"), coordinato dall'Università di Parma in collaborazione all'AUSL-IRCCS di Reggio Emilia e alle università di Firenze e Cagliari, con l'obiettivo di valutare gli effetti degli interferenti endocrini sul neurosviluppo e la crescita infantile, analizzando in particolare il latte materno
- Per questo gli esperti SIEDP raccomandano alcuni accorgimenti per ridurre l'esposizione delle donne durante gravidanza e allattamento a queste sostanze. È consigliato quindi limitare l'uso di plastica monouso e l'utilizzo di biberon non certificati, come pure di contenitori di plastica per conservare e scaldare i cibi. Se possibile non utilizzare solventi, pesticidi, erbicidi e fungicidi ed eventualmente utilizzare dispositivi di protezione durante il loro impiego
- Per l'igiene personale e la cosmesi utilizzare prodotti naturali e risciacquare a fondo frutta e verdura in scatola prima del consumo. Preferire alimenti freschi e di stagione e variare l'acquisto di cibi presso fornitori diversi; ancora, scegliere un abbigliamento con tessuti naturali. L'allattamento al seno comunque rimane di gran lunga il migliore alimento per il bebè, sottolineano gli esperti
- I dati mostrano la presenza di ftalati fino al 70% dei campioni di latte materno e fino al 96% dei campioni di urine dei neonati. Ritrovati anche alti livelli di bisfenolo A, attualmente bandito, nel latte materno fino al 44% dei campioni, con una presenza fino al 14% nelle urine dei bambini. Percentuali di presenza più bassa al 18% dei campioni per i glufosinati e i glifosati. Il latte materno è risultato contaminato anche da idrocarburi policiclici aromatici, fino al 6%, parabeni e piretroidi nel 2,4% dei campioni
- "L'esposizione a queste particelle è inevitabile, data la loro onnipresenza nell'ambiente - dichiara il presidente del congresso Mariacarolina Salerno dell'Università Federico II di Napoli -. Tuttavia, niente allarmismi: l'allattamento al seno fa bene al bambino e non va sospeso ma protetto". Lo studio, che ha coinvolto per ora 654 coppie madre-figlio, deve solo sensibilizzare le donne a ridurre l'esposizione a sostanze tossiche
- Gli esperti hanno inviato a evitare inutile allarmismo che potrebbe spingere migliaia di madri a preferire metodi alternativi all’allattamento al seno, che rimane invece di gran lunga il migliore alimento per il bebè
- Maria Elisabeth Street, partner dello studio e professoressa associata di Pediatria all’università di Parma, conclude: “Vorremmo consigliare alle donne in gravidanza di prestare maggiore attenzione ed evitare cibi e bevande confezionate in plastica, cosmetici e dentifrici contenenti microplastiche e vestiti realizzati con tessuti sintetici"