
Long Covid, chi si è ammalato con la variante Omicron ha meno probabilità di soffrirne
E’ quanto emerge da uno studio svizzero condotto su oltre mille operatori sanitari, impiegati in nove network elvetici, reclutati fra giugno e settembre 2020. La ricerca verrà presentata ad aprile al Congresso della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive

Soffrire di Long Covid è “molto meno probabile” se si è stati contagiati con la variante Omicron di Sars-CoV-2. E' quanto emerge da uno studio svizzero condotto su oltre mille operatori sanitari da Carol Strahm, Divisione Malattie infettive ed Epidemiologia dell’Ospedale di San Gallo
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Lo studio, che verrà sarà presentato al Congresso della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive il prossimo aprile a Copenaghen in Danimarca, ha coinvolto ha coinvolto 1.201 operatori sanitari, in gran parte donne, impiegati in nove network elvetici e reclutati fra giugno e settembre 2020
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La ricerca ha preso in considerazione la presenza in percentuale di strascichi dopo la malattia tra chi era stato contagiato da Sars-CoV-2 di tipo «wild» (la prima versione del virus), dalla prima variante Omicron (BA.1) o da entrambi, rispetto a un gruppo di controllo composto da persone che non erano state contagiate
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I partecipanti hanno risposto a questionari online in tre sessioni, nel marzo 2021, nel settembre 2021 e nel giugno 2022. Attraverso i questionari i partecipanti hanno fornito informazioni su 18 sintomi di Long Covid e sul livelli di affaticamento percepito
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Tra i disturbi persistenti che venivano riferiti più spesso, i partecipanti hanno elencato la perdita di olfatto o di gusto, stanchezza e debolezza, burnout o esaurimento e perdita di capelli
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I ricercatori hanno concluso che i partecipanti contagiati dalla prima versione di Sars-CoV-2 avevano una probabilità di Long Covid fino al 67% maggiore rispetto a quelli non contagiati; un rischio aumentato che nel tempo scendeva al +37%
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Chi invece era guarito dalla variante Omicron, non mostrava un rischio aumentato né di Long Covid né di affaticamento rispetto ai non infettati

"E' importante notare - puntualizza la responsabile Carol Strahm - che i partecipanti al nostro studio erano soprattutto donne sane, giovani e vaccinate. I risultati potrebbero dunque essere diversi in una popolazione più malata, anziana e/o non vaccinata"

La sanità italiana stenta a riprendersi dal peso del Long Covid e conta un numero delle prestazioni e una qualità delle cure ancora lontani dai livelli del pre Covid. E' quanto emerge dal 20/mo Rapporto sull'attività ospedaliera in Italia 'Ospedali&Salute', presentato dall'Associazione italiana ospedalità privata (Aiop)

In particolare nel 2021 non si riscontra il recupero atteso delle prestazioni mancate durante la fase pandemica più acuta, nonostante una ripresa rispetto al 2020. Il volume di ricoveri urgenti non ha subìto sostanziali variazioni tra il 2020 e il 2021, confermando un -13% rispetto al pre pandemia, con 900 mila ricoveri persi sia nel 2020 sia nel 2021