Si tratta di un’epidemia gemellare, ovvero di più infezioni simultanee causate da diversi virus respiratori. Il decorso della malattia è di solito più grave, con un incrementi della mortalità
Dopo due inverni con la mascherina, che ha quasi annullato l'influenza, in vista dell’autunno e dell’inverno quest’anno si prospetta una "doppia ondata" di Covid e influenza. Si tratta di quella che viene chiamata una twindemia, ovvero una "epidemia gemellare" (dall'inglese twins, gemelli), per esempio, appunto, come quella data dalla combinazione di Covid e influenza stagionale
Attualmente esiste il rischio di una doppia ondata. "In autunno e inverno in Alto Adige potremmo riscontrare più infezioni simultanee causate da diversi virus respiratori. Spesso una doppia infezione comporta un decorso più grave della malattia e anche un incremento della mortalità", ha spiegato Christian Wiedermann dell'Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano
"In Inghilterra - ha detto Wiedermann - sono state rilevate doppie infezioni virali in circa l'8% dei pazienti che hanno contratto il Covid. In casi di questo tipo il rischio di dover ventilare meccanicamente i pazienti raddoppia". Negli Stati Uniti le autorità sanitarie prevedono sino a 50.000 decessi legati all'imminente epidemia influenzale. Inoltre vengono stimati 150.000 decessi annuali per coronavirus
Dall'introduzione delle misure anti-Covid (distanza interpersonale, igiene, mascherina) nel marzo del 2020, la bassissima diffusione del virus dell'influenza potrebbe aver indebolito lo scudo immunitario degli altoatesini. Wiedermann prevede un aumento del numero di casi nell'attuale stagione influenzale - basandosi anche sull'esperienza dell'influenza "australiana". In Australia, infatti, le infezioni influenzali sono aumentate del 25% rispetto al 2019, ha illustrato l’esperto
"Il fatto di indossare le mascherine e di mantenere la distanza interpersonale ha prosciugato il bacino nel quale il virus dell'influenza si sviluppa. Proprio per questo motivo non è stato in grado di diffondersi nel modo abituale. Le nostre difese immunitarie hanno avuto meno contatti virali. Questi contatti, oltre alla vaccinazione, contribuiscono alla nostra continua protezione immunitaria", ha detto Wiedermann. A questo si aggiunge un altro fatto: dallo scoppio della pandemia da Coronavirus meno persone sono state vaccinate contro il virus dell’influenza
"Di conseguenza una parte aggiuntiva della nostra protezione immunitaria è andata persa. Pertanto consiglio vivamente la vaccinazione antinfluenzale in questo autunno. La vaccinazione protegge anche dalla variante 'australiana' dell'influenza", ha sottolineato Wiedermann
"Le persone di età superiore ai 65 anni e particolarmente le persone con malattie croniche hanno un rischio maggiore di un decorso grave dell'influenza soprattutto dopo un doppio contagio da Covid e influenza", ha aggiunto il coordinatore dei progetti di ricerca dell'Istituto di Medicina Generale
"Anche se molti cittadini altoatesini non vogliono più sentire la parola 'mascherina' dopo due anni e mezzo di pandemia: la mascherina è un'importante aggiunta protettiva alla dose di richiamo attualmente urgentemente raccomandata", ha concluso Wiedermann
Intanto la pandemia Covid, le guerre e i cambiamenti climatici stanno portando a un aumento dei problemi come ansia e depressione. A dirlo è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in vista della Giornata della Salute mentale che si celebra il 10 ottobre. Per aiutare a parlare di questi problemi e vincere lo stigma, sono oltre 200 le iniziative previste in Italia e 140 gli ospedali con Bollino Rosa della Fondazione Onda, che apriranno le porte per visite psicologiche e psichiatriche gratuite, in occasione del H-Open Day per la Salute Mentale
Già prima della pandemia, si stima che una persona su 8 nel mondo convivesse con un disturbo mentale. "A questa situazione già critica si è aggiunta l'emergenza Covid. Si stima - ha spiegato l'Oms - che nel primo anno di pandemia ansia e depressione siano aumentati del 25%. Allo stesso tempo i servizi di cura sono stati gravemente interrotti". A questo si aggiungono i conflitti e le emergenze climatiche che hanno portato "ben 84 milioni di persone in tutto il mondo ad essere sfollate nel solo 2021"