Covid, peggiorati gli stili di vita tra obesità e sedentarietà. Il rapporto Osservasalute

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Sono alcuni dei dati emersi nel XIX rapporto Osservasalute 2021, curato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane. “Un quarto della popolazione adulta riferisce di aver mangiato di più durante il primo lockdown, con quote particolarmente elevate tra i più giovani (39,5% tra i ragazzi di età 18-24 anni)”, hanno sottolineato gli esperti. Segnalando anche come, nel 2020, l’attività fisica sia stata praticata da poco più di un italiano su tre

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Trascorsi oltre due anni dall’inizio della pandemia di Covid-19, la salute degli italiani risulta sempre più precaria, anche in relazione ad un diffuso peggioramento degli stili di vita. È quanto segnalato nel XIX rapporto Osservasalute 2021, curato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che opera nell'ambito di Vihtaly, spin off dell'Università Cattolica, presso il campus di Roma.

I cambiamenti legati ad alimentazione e attività fisica

Cambiamenti decisi, durante la pandemia, sono stati segnalati ad esempio considerando il tema dell'alimentazione. In primis, ha sottolineato l'Osservatorio, si è verificato un generale aumento delle quantità di cibo consumate. “Un quarto della popolazione adulta riferisce di aver mangiato di più durante il primo lockdown, con quote particolarmente elevate tra i più giovani (39,5% tra i ragazzi di età 18-24 anni)”, hanno sottolineato gli esperti. Segnalando, inoltre, come “nella fase II la percentuale di coloro che hanno aumentato le quantità di cibo si sia dimezzata (12,5%) e le differenze per età si siano attutite”, pur rimanendo maggiormente elevata “la percentuale di giovani di età 18-24 anni (18,5%)”. Passando in rassegna, quindi, il tema legato all'attività fisica, il rapporto ha sottolineato come, nel 2020, l’abbia praticata poco più di un italiano su tre, sopra i tre anni di vita. “Tuttavia, rispetto agli ultimi anni precedenti, non si osserva uno spiccato aumento nella quota dei continuativi, molto probabilmente anche a causa della pandemia e delle restrizioni che hanno portato alla chiusura dei centri sportivi, palestre, piscine”, hanno riferito gli esperti. Con una precisazione. A dicembre 2020, infatti, è ulteriormente diminuita la quota di persone che ha praticato attività fisico-sportiva, pari ad un -8,4% rispetto al mese di aprile dello stesso anno. Molto probabilmente, hanno spiegato ancora dall'Osservatorio, “ha inciso la ripresa delle attività lavorative fuori casa e un ritorno a ritmi di vita più simili al periodo pre-pandemico che hanno ridotto la possibilità di svolgere attività sportiva all'interno delle mura domestiche”.

L’aumento dei consumi di alcolici e sigarette

Tra i dati segnalati, ad esempio, quello secondo cui, “dal 2019 al 2020 si è assistito ad un aumento dei consumi a rischio di alcolici pari al +6,5% per i maschi e al +5,6% per le femmine. Inoltre, complici le chiusure e le restrizioni, è diminuita la quota di sportivi regolari”. Considerando poi il fumo, la progressiva riduzione dei consumi registrati negli ultimi anni ha però dovuto scontrarsi con le nuove tendenze. Secondo quanto sottolineato dagli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), si legge nel rapporto, “durante il lockdown sono diminuiti i fumatori di sigarette tradizionali, ma sono aumentati i consumatori di tabacco riscaldato e sigaretta elettronica”. Ed è risultato alto anche “il numero anche di chi li ha provati per la prima volta proprio durante il lockdown”, considerando anche che tra i fumatori di sigarette tradizionali, inoltre, chi non è riuscito a smettere ha pure aumentato il numero di sigarette fumate.

andrea costa ansa

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