Missione anti-Covid in Italia, Conte: solo aiuti sanitari, abbiamo vigilato

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Così l'ex premier Giuseppe dopo l'audizione al Copasir. La ricostruzione della vicenda era stata approfondita dal “Corriere della Sera”. I fatti risalgono al marzo 2020 quando la Russia, che oggi minaccia l’Italia annunciando possibili conseguenze per il nostro Paese se verranno introdotte sanzioni economiche contro Mosca nell’ambito del conflitto in Ucraina, propose l’invio nel nostro Paese di 400 tra medici ed infermieri per fronteggiare la diffusione del coronavirus

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"Ho chiarito che la missione russa si sviluppò esclusivamente sul piano degli aiuti sanitari in un momento di grande difficoltà in cui ci mancavano mascherine respiratori e altri strumenti di protezione. I nostri apparati, dalla difesa all'intelligence agli esteri alla protezione civile, vigilarono costantemente perché questa missione si svolgesse lungo i binari concordati". Cosi' l'ex premier Giuseppe Conte, intercettato dopo l'audizione al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), che lo stesso Conte aveva chiesto "perché chi ha o ha avuto incarichi istituzionali ha l'obbligo morale di rispondere del proprio operato in trasparenza". L'udienza per far luce su ogni questione legata agli accordi presi con la Russia nel 2020.

Cos'è successo nel 2020 con la Russia

Il direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexei Paramonov, ha di recente minacciato l'Italia, nell’ambito del conflitto russo-ucraino, annunciando che ci potrebbero essere conseguenze per il nostro Paese se verranno introdotte sanzioni economiche contro la Russia. Ha, inoltre, puntato il dito contro il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, accusandolo di essere un “falco” antirusso e sottolineato che l’Italia ha “dimenticato gli aiuti ricevuti”. Ma sembra che l’attacco del funzionario russo abbia altre radici, come riportato dal “Corriere della Sera”, secondo cui nel marzo 2020 Vladimir Putin propose al presidente del consiglio dell’epoca, Giuseppe Conte, l’invio dalla Russia e per l’Italia di un contingente di circa 400 persone tra specialisti, medici ed infermieri per un’operazione di contrasto all’epidemia da coronavirus. E fu lo stesso ministro Guerini ad opporsi, chiedendo di “ridimensionare il numero di uomini e mezzi”.

I dettagli sulla vicenda

Ecco, secondo il Corriere, da dove nascerebbe l’acredine della Russia e di Paramonov verso l’Italia, con la recente minaccia di “conseguenze irreversibili” se il nostro Paese aderirà a sanzioni contro Mosca. E oggi, a distanza di tempo, viene alla luce il fatto che due mesi dopo quel marzo 2020 “i russi volevano spostarsi in Puglia e a quel punto Guerini chiese a Mosca di interrompere l’operazione”. In via ufficiale, riporta il quotidiano, si trattava di una spedizione sanitaria, ma i dettagli emersi di recente potrebbero rafforzare il sospetto che quella potesse essere a tutti gli effetti “un’attività di spionaggio”. 

La ricostruzione dei fatti

Sempre secondo il Corriere, in quel marzo di due anni fa, Guerini ed il ministro della Difesa russo, Sergej Shoygu ebbero un contatto. In Italia il numero di contagiati Covid stava aumentando ma il Paese era privo di strumentazioni quali mascherine o guanti. Gli ospedali stavano arrancando, specie in Lombardia e da diversi governi mondiali erano giunte offerte di aiuto. Shoygu, in base alle ricostruzioni, chiama Guerini per offrire materiale utile alla lotta contro la pandemia, tra cui lotti di mascherine, ed il ministro italiano propone l’invio di un aereo che possa recuperarle a Mosca. Nel frattempo, Putin chiama Conte, che riferisce a poca distanza a Guerini che il premier russo vuole inviare centinaia di unità, tra militari e medici per affiancare il personale italiano nella lotta al coronavirus. Guerini ritiene però che la missione russa sia troppo ingente nei numeri e ne nasce una trattativa serrata. Alla fine, i due Paesi stabiliscono l’arrivo di cento persone in tutto. Poi la sorpresa. All’aeroporto militare di Pratica di Mare, vicino Roma, atterrano 17 aerei ed un numero non sufficiente di materiale, sorprendendo le autorità italiane. I russi, tra l’altro, chiedono la possibilità di poter sanificare e bonificare diversi enti pubblici, con l’Italia che permette l’accesso solo ad ospedali ed Rsa. L’intervento prevedeva l’acquisizione di dati e informazioni “sensibili” che il governo italiano, adesso, teme la Russia possa utilizzare contro il nostro Paese.

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