Covid, Pregliasco a Sky TG24: “Rivedere la quarantena per i bambini vaccinati”

Salute e Benessere

Ne ha parlato, intervenendo a “Timeline”, il virologo dell’Università di Milano, a proposito della scelta di far fare la quarantena anche ai bambini vaccinati in caso di contatti con positivi. Nei bambini vaccinati con due dosi “stiamo vedendo i dati che ci confermano ottimi livelli di protezione, questo è uno degli aspetti che andrebbe un po’ rivisto”, ha sottolineato

Nei bambini vaccinati con due dosi “stiamo vedendo i dati che ci confermano ottimi livelli di protezione, questo è uno degli aspetti che andrebbe un po’ rivisto”. Sono le parole, pronunciate durante un intervento a “Timeline” su Sky TG24, di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, a proposito della scelta di far fare la quarantena anche ai bambini vaccinati in caso di contatti con positivi. “È stato fatto in modo cautelativo rispetto alla sfida complessiva di apertura delle scuole, che è essenziale. È stato buttare la palla in avanti e ora si tratta di organizzare, anche questo è sulle spalle di tutti, dei genitori e dei bimbi stessi, che spesso sono anche più attenti dei grandi o degli adolescenti”, ha aggiunto.

La mascherina Ffp2 anche per i bambini

Proprio per la permanenza a scuola, secondo il virologo, per i bambini “sarebbe meglio” indossare una mascherina Ffp2. Tuttavia, quelle omologate per i più piccoli, “mancano, perché sono dispositivi di protezione individuale nati nell’industria. La protezione dal rischio biologico è un di più, sono state fatte per i materiali chimici, ma con ottimi risultati sul rischio biologico”, ha proseguito. “La Ffp2 ha una capacità protettiva anche verso chi la indossa rispetto al rischio di contagio, la chirurgica protegge gli altri ma meno se stessi”, ha precisato ancora.

“I dati del bollettino? Più che cambiarli vanno implementati”

Tra i temi toccati da Pregliasco, anche quello legato al bollettino dei casi quotidiani di Covid, a commento della richiesta di non computare i contagiati Covid ospedalizzati per altre patologie. “I dati vanno implementati, siamo abituati a dei dati scarni, però direi di non cambiare questa modalità, ma di integrarla, arricchirla con informazioni diverse, intanto perché nasconderle sarebbe mancanza di trasparenza e impedirebbe un’analisi del trend, però, alla luce di una Omicron meno ‘cattiva’ e di un gran numero di vaccinati, è chiaro che dobbiamo considerare parametri diversi”. Tra gli esempi, quello della Valle d’Aosta, dove “con piccoli numeri schizza in alto la percentuale, lì sarebbe un disastro”, ha spiegato l’esperto. “È un sistema che va bene per Regioni con la popolazione più ampia, vanno fatte queste correzioni, credo sia necessario come affinamento, in funzione del cambiamento di modalità di presentazione del virus e dei suoi effetti”.

Un momento dell inaugurazione per attivazione di nuovi 18 posti letto di Terapia intensiva Covid presso l Ospedale Umberto I, durante l emergenza della pandemia per il Covid-19 Coronavirus, Roma, 19 marzo 2021. ANSA/ANGELO CARCONI

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“Immunità di gregge? Non ci arriveremo ma virus diventerà endemico”

La possibilità di raggiungere l’immunità di gregge? Il timore di Pregliasco è che non succeda “mai, ma con aspetti positivi. Nel modello matematico immunità di gregge significherebbe spegnere l’infezione, invece questo virus è perfido, perché vediamo gente infettata nella prima ondata che si reinfetta”, ha commentato, cambiando argomento. “L’infezione non dà protezione per la vita e lo sapevamo, perché altri coronavirus hanno lo stesso comportamento. Grazie a Omicron, che fa questo lavoro con questa grande contagiosità, avremo però alla fine dell’inverno questa massa di non più suscettibili. Questo farà sì che nel prossimo autunno il virus avrà un’onda sempre meno impegnativa, un andamento endemico con momenti di tranquillità nei periodi estivi e un rialzo, una dimensione tipica delle infezioni e delle stagioni invernali, in cui il Covid si aggiunge”, ha concluso il virologo. “Spero che già la prossima stagione invernale avrà un’onda meno impegnativa, ce ne saranno altre, ma con una capacità di convivenza e terapia sempre più mirata per evitare gli effetti più pesanti a chi subisce la malattia sintomatica”.

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