Vaccini, Cavaleri (Ema): decisione su Johnson & Johnson a metà marzo

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Lo ha sottolineato il presidente della task force sui vaccini dell'European Medicines Agency (Ema), in un'intervista concessa al quotidiano "La Stampa". "La decisione arriverà entro metà marzo. Gli Stati Uniti hanno dato un permesso d'emergenza di cui noi non disponiamo. La nostra è un'autorizzazione piena, anche se sotto condizione di aggiornamenti, e richiede più tempo", ha spiegato

"La priorità è garantire subito una dose a tutti i soggetti fragili, ma senza dimenticare la seconda entro quattro mesi per AstraZeneca ed entro due per Pfizer e Moderna". Sono le parole, pronunciate nel corso di in un'intervista al quotidiano “La Stampa”, di Marco Cavaleri, presidente della task force sui vaccini dell'European Medicines Agency (Ema), a proposito della strategia vaccinale contro il Covid. Cosa aspettarsi, invece, dal vaccino di Johnson & Johnson, già autorizzato dalla Food and Drug Administration, l’agenzia federale statunitense che si occupa di farmaci? "La decisione arriverà entro metà marzo. Gli Stati Uniti hanno dato un permesso d'emergenza di cui noi non disponiamo. La nostra è un'autorizzazione piena, anche se sotto condizione di aggiornamenti, e richiede più tempo", ha spiegato l’esperto.

Cavaleri: “Efficacia del 66%, ma sul campo potrebbe arrivare all'80”

Cavaleri, poi, ha confermato che lo stesso vaccino di Johnson & Johnson funzionerà con una dose. "Sì, secondo la casa farmaceutica con un'efficacia del 66%, ma sul campo potrebbe arrivare all'80. Stanno sperimentando anche la seconda dose nel caso l'immunità finisse troppo presto", ha spiegato ancora.  Come detto, dopo che la Fda americana lo ha approvato avendone rilevato una “forte risposta immunitaria”, il vaccino di J&J, basato su vettori derivati da adenovirus di serotipo 26 (Ad26), potrebbe presto arrivare anche in Europa. Ma come funziona? Quando si riceve la dose, gli adenovirus inducono la produzione di una proteina che viene poi riconosciuta come una minaccia dal sistema immunitario. Viene così a svilupparsi una difesa contro la proteina del coronavirus, senza dover entrare in contatto con il coronavirus vero e proprio. “Il nostro vaccino contro il Sars-CoV-2 ha dato luogo ad una forte risposta anticorpale”, ha spiegato Paul Stoffels, vicepresidente del comitato esecutivo e Chief Scientific Officer di Johnson & Johnson. Ma soprattutto, ha ribadito, “ha fornito una protezione completa o quasi completa con una singola dose”.

Da Novavax a Sinovac

Il presidente della task force sui vaccini dell’Ema, quindi, ha fatto un punto della situazione spiegando cosa accadrà prossimamente. "I prossimi vaccini potrebbero essere l'americano Novavax a maggio e il tedesco Curevac a giugno, entrambi promettenti e con due dosi", ha detto Cavaleri. Mentre, a proposito del vaccino russo Sputnik V, l’esperto ha sottolineato che la stessa Russia "ha inviato dei dati con un'interazione positiva, ma non ancora un dossier completo secondo gli standard dell'Ema". Riguardo ai cinesi, infine, "per Sinovac ci sono contatti promettenti e se ne valuta l'autorizzazione. Il rapporto con i cinesi è più lineare di quello con i russi, perché comprendono meglio la necessità dell'Ema di verificare le analisi sulla qualità del vaccino", ha quindi concluso.

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