
Covid, vaccino Johnson & Johnson: come funziona e chi lo produce
La somministrazione del farmaco subirà un ritardo in Europa: l'azienda americana che ha consegnato il 13 aprile le sue dosi anche in Italia, precisa di aver deciso di "ritardare il lancio in un'ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie europee", dopo la segnalazione di alcuni eventi legati alla coagulazione sanguigna e al conseguente stop delle vaccinazioni negli Usa, anche questo temporaneo. J&J aveva ottenuto l'ok dalla Fda, l’agenzia federale Usa, e poi da Ema e Aifa

La somministrazione del vaccino Johnson & Johnson contro il Covid-19 arriverà in ritardo in Europa rispetto alla data prevista per metà aprile. Le dosi, infatti, sono state stoppate - in via precauzionale e momentanea - dalla stessa azienda americana dopo che gli Usa hanno bloccato la somministrazione in seguito alla segnalazione di alcuni eventi legati alla coagulazione sanguigna: "Raccomandiamo una pausa nelle somministrazioni per un eccesso di prudenza", hanno detto le autorità Usa. Sarà probabilmente una questione di giorni, hanno aggiunto il Cdc e la Fda
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La notizia dello stop è stata data il 13 aprile, giorno in cui in Italia sono arrivate le prime 184mila dosi del vaccino monodose: si trovano nell'hub della Difesa a Pratica di Mare, dove rimarranno "stoccate" in attesa delle verifiche sui rari eventi avversi segnalati. "Nei nostri container le dosi possono essere conservate fino a due anni, c'è tutto il tempo per gli accertamenti del caso e poi procedere", ha spiegato Stefano Sbaccanti, della struttura commissariale per l'emergenza Covid
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La stessa Johnson & Johnson, che ha consegnato il 13 aprile le sue dosi di vaccino anti-Covid anche in Europa, precisa di aver deciso di "ritardare il lancio" del proprio vaccino nel vecchio continente, "in un'ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie europee" J&J fa sapere che sta lavorando "a stretto contatto con esperti medici e autorità sanitarie, e favoriamo fermamente una comunicazione aperta di queste informazioni agli operatori sanitari e al pubblico"
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I problemi dai vaccini Johnson & Johnson "sono un evento estremamente raro. Ce ne sono stati sei su 6,85 milioni di dosi somministrate, il che vuole dire meno di uno su un milione", ha affermato dopo lo stop Anthony Fauci, immunologo della task force contro il coronavirus negli Stati Uniti
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Il comitato per la sicurezza dell'Ema sta indagando "dalla scorsa settimana" su tutte le segnalazioni di eventi embolici nelle persone che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson, ha fatto sapere l'agenzia stessa in una nota. "Al momento - prosegue Ema - non è chiaro se esista un'associazione causale". L'Agenzia è in contatto con la Fda statunitense e altri regolatori internazionali e "comunicherà ulteriormente una volta conclusa la valutazione"

"Abbiamo fatto una riunione con i nostri scienziati e l'Aifa e siamo in collegamento con l'Ema", ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. "Valuteremo nei prossimi giorni, appena Ema e gli Usa ci daranno notizie più definitive, quale sarà la strada migliore". Sottolinea Speranza: "Io penso che anche questo vaccino dovrà essere utilizzato perché è un vaccino importante"

Il vaccino a febbraio ha ottenuto l'approvazione della Food and Drug Administration, l’agenzia federale statunitense che si occupa di farmaci. L'11 marzo è arrivato il via libera dell'Ema e il giorno dopo dell'Aifa in Italia. La principale peculiarità di questo vaccino è che prevede la somministrazione di una sola dose. Verrà prodotto anche nel nostro Paese

Il vaccino Johnson & Johnson è il quarto siero anti-Covid approvato in Italia dopo quelli di Pfizer-BionTech, Moderna e AstraZeneca. Come da indicazione dell'Ema, è stato autorizzato dall'Aifa per tutte le classi di età sopra i 18 anni. In Italia le prime 184mila dosi sono arrivate il 13 aprile 2021
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Il vaccino prodotto dalla casa farmaceutica statunitense è basato su vettori derivati da adenovirus di serotipo 26 (Ad26). Le dosi possono essere conservate in frigorifero tra i 2°C e gli 8°C per tre mesi
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Quando si riceve la dose, gli adenovirus inducono la produzione di una proteina che viene poi riconosciuta come una minaccia dal sistema immunitario. Viene così a svilupparsi una difesa contro la proteina del coronavirus, senza dover entrare in contatto con il coronavirus vero e proprio. La tecnica dell'adenovirus come vettore è la stessa usata da AstraZeneca, anche se i due vaccini usano virus diversi

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“Il nostro vaccino contro il SARS-CoV-2 ha dato luogo ad una forte risposta anticorpale”, ha spiegato Paul Stoffels, M.D., vice presidente del comitato esecutivo e Chief Scientific Officer di Johnson & Johnson

Ma soprattutto, questa la più importante novità, “ha fornito una protezione completa o quasi completa con una singola dose”

Un vaccino monodose dunque, che potrebbe velocizzare notevolmente la copertura vaccinale

Sul portale del Ministero della Salute si legge che “l'efficacia del vaccino monodose Janssen Covid-19 Vaccine (Johnson&Johnson), nelle forme gravi arriva fino al 77% dopo 14 giorni dalla somministrazione e all'85% dopo 28 giorni dalla somministrazione”. L'azienda fa sapere che si è rilevata nel complesso un'alta efficacia all'81% contro le forme gravi della malattia da variante sudafricana, mentre contro le forme gravi di Covid da variante brasiliana l'efficacia è stata dell'87%

L’Europa ha già prenotato 200 milioni di dosi di questo vaccino entro il 2021. All’Italia dovrebbero arrivarne circa 26-27 milioni

Le sperimentazioni di questo vaccino si sono tenute tra il centro di ricerca Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, il centro Janssen Pharmaceutical di Beerse, in Belgio, e il centro biologico Janssen di Leiden, in Olanda

Le dosi americane sono prodotte in più sedi, a partire dal New Jersey, grazie a una partnership con l’azienda Catalent

E proprio grazie a questa partnership una parte della produzione avverrà proprio in Italia, nello stabilimento di Anagni della Catalent, in provincia di Frosinone

Coinvolta nella fase produtttiva anche la Emergent BioSolutions, i cui stabilimenti si trovano in Maryland. Poi c’è la società farmaceutica francese Sanofi che ha offerto a Johnson & Johnson il proprio stabilimento di Marcy l'Etoile per la produzione del vaccino Janseen (controllata Johnson & Johnson) a un ritmo di 12 milioni di dosi al mese

In un primo momento, l'Ema, dopo quattro eventi tromboembolici in quanti hanno ricevuto il vaccino anti-Covid in Usa, ha avviato una revisione per valutare le segnalazioni. Secondo le autorità americane, nessun legame provato è stato rinvenuto fra il vaccino e le trombosi. Le caratteristiche del vaccino lo rendono idoneo a essere somministrato in farmacia e, a oggi, in Italia sono 11.000 le farmacie che hanno dato la loro adesione e disponibilità a somministrare il vaccino anti-Covid
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