Covid, Pregliasco: “Le prossime settimane delicate, le varianti sono la vera emergenza”

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Lo ha detto, nel corso di un’intervista concessa al “Corriere della Sera”, il virologo e direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. “Solo alcune varianti provocano maggiori trasmissibilità e patogenicità con forme più severe o bypassando l’immunità acquisita”, ha detto. “Ecco perché il monitoraggio è cruciale”

“Le prossime tre o quattro settimane saranno le più delicate. S’incrociano diversi fattori critici: le varianti che ora sono la vera emergenza, la campagna vaccinale che dovrebbe accelerare e zone specifiche che ci stanno indicando approcci inediti in questa nuova fase”. E’ il parere di Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, che ha parlato del momento attuale dei contagi da coronavirus, con un focus sul territorio lombardo, in un’intervista concessa al “Corriere della Sera”.

Pregliasco: “Solo alcune varianti provocano maggiori trasmissibilità”

Come sottolineato da Pregliasco, negli ultimi giorni, è cominciata una vera e propria nuova fase, con “battaglie localizzate” contro il virus e lockdown e vaccinazioni mirati, tutte strategie pensate con l’obiettivo di “contenere le varianti, con quella inglese B117 o del Kent la più insidiosa sul territorio lombardo”. Proprio le varianti del virus, ha sottolineato il virologo, “non sono terribili ma sono l’evoluzione naturale di qualsiasi virus e il Covid non fa eccezione: prima o poi si sviluppano”, ha spiegato. “Dopo oltre un anno di propagazione il virus si è relativamente indebolito e le modifiche sono replicazioni sbagliate che aiutano il Covid-19 a perdere meno potenza di contagio”, ha poi aggiunto. Ma le varianti sono tutte da temere? “Non tutte: i coronavirus a Rna evolvono di continuo attraverso mutazioni, addirittura fin dall’inizio della pandemia. Solo alcune varianti provocano maggiori trasmissibilità e patogenicità con forme più severe o bypassando l’immunità acquisita”, ha detto ancora. “Ecco perché il monitoraggio è cruciale”, è il monito del virologo.

La situazione in Lombardia

Sul territorio lombardo, preoccupano le situazioni di territori come Brescia e Bergamo. “Non potendo affrontare lockdown totali per evidenti motivi economici, si può solo agire in micro-aree dove la situazione dei contagi rischia di sfuggire di mano: in questo caso specifico con la vaccinazione della fascia d’età 60-79. Andrebbe ripensato anche lo screening nelle scuole con tamponi a tappeto”, ha detto Pregliasco. E anche Milano è tornata ad impensierire gli esperti, dopo un aumento dei contagi. “Nel caso di Milano e della sua area metropolitana il tallone d’Achille è negli spostamenti e nei fitti contatti fra persone, oltre al pendolarismo, ancora elevato nonostante lo smart working”, ha sottolineato l’esperto, secondo il quale “in presenza di varianti è necessario mantenere le procedure di igiene e sicurezza personale, riducendo il più possibile i contagi interpersonali”.

“Attenzione ai massimi livelli”

Lecito, in questo quadro, attendere una nuova ondata di casi, la cosiddetta “terza ondata”? Secondo Pregliasco è presto per dirlo, “ma bisogna riportare l’attenzione ai massimi livelli, anche se mi rendo conto che la popolazione sta vivendo una maratona oramai estenuante”.

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