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Vaccino Covid, Burioni: “Conquista di cui tutti dobbiamo il prima possibile beneficiare”

Salute e Benessere
twitter.com/RobertoBurioni

Lo ha detto ai microfoni di Sky TG24 il medico e professore di virologia presso l’Università San Raffaele di Milano, dopo essersi vaccinato contro il Covid-19. “Abbiamo fatto in un anno quello che normalmente richiedeva 10 o 15 anni. E’ una grande conquista della scienza della quale io oggi ho beneficiato e di cui tutti dobbiamo il prima possibile beneficiare”, ha commentato

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“E’ un momento bello per tutti perché oggi, 7 gennaio 2021, io mi sono vaccinato con un vaccino sicuro ed efficace contro un virus che è stato scoperto il 10 gennaio 2020. Abbiamo fatto in un anno quello che normalmente richiedeva 10 o 15 anni. E’ una grande conquista della scienza della quale io oggi ho beneficiato e di cui tutti dobbiamo il prima possibile beneficiare”. Così Roberto Burioni, medico e professore di virologia presso l’Università San Raffaele di Milano, ha commentato ai microfoni di Sky TG24 il momento successivo alla sua vaccinazione contro il Covid-19. (Covid-19, il vaccino in Italia e nel mondo: DATI E GRAFICI)

“Il miracolo della scienza”

“E’ un vaccino indolore ma è qualcosa di più. E’ il miracolo della scienza che in undici mesi è riuscita a fare un vaccino”, ha ribadito poi nel corso di “Timeline” sempre su Sky TG24. E, sull’importanza del piano vaccinale, ha spiegato: “Più dosi, più possibilità di essere protetti. E’ molto bello che il ritmo delle vaccinazioni sia salito. A questo punto dobbiamo essere pronti a fare ancora più vaccinazioni. Sono convinto che le dosi saranno più del previsto e arriveranno nuovi vaccini e questo è il modo per uscire da questo incubo”, ha detto. “E’ una grande conquista della scienza ed è un giorno che io ricorderò per sempre. Approccio giusto, per il resto dobbiamo vaccinare più persone possibile nel minor tempo possibile, è un’emergenza. Siamo partiti con il piede giusto e dobbiamo continuare con un ritmo adeguato per tornare a vivere come una volta”. Attenzione comunque massima, ai comportamenti. “Ormai conosciamo bene questo virus, si trasmette quando si creano le condizioni, non ha le ali, si trasmette con i nostri comportamenti. Noi abbiamo come armi per combattere un eventuale ritorno del virus tutte quelle prudenze che abbiamo preso. Ed ora ne abbiamo un’altra fantastica che è il vaccino. Se noi vacciniamo tante persone il prima possibile persone potrebbe essere la strada per uscire definitivamente da questo incubo”, ha sottolineato.

Vaccini “estremamente efficaci”

“Questi vaccini sembrano essere estremamente efficaci, questi vaccini sembrano essere probabilmente anche in grado di impedire la trasmissione. Se questi vaccini mantengono le loro promesse di sicurezza ed efficacia, noi veramente tra qualche mese potremo salutare questa emergenza e relegare questo virus al ruolo che oramai hanno i virus della poliomielite o di altre malattie che grazie ai vaccini non vediamo”. Queste invece le parole di Burioni a commento dell'ok che l’Agenzia Europea del Farmaco ha dato al vaccino anti-Covid di Moderna, dopo che lo scorso 21 dicembre l’Ema stessa aveva approvato quello di Pfizer-BioNtech.

Dai possibili richiami alla variante sudafricana

Dovremo rivaccinarci ogni anno? “Questo è impossibile da sapere”, ha chiarito ancora a Sky TG24 Burioni. “La scienza non ha la macchina del tempo per viaggiare nel futuro. Per ora ci vacciniamo, la durata della protezione ce la dirà il tempo, però se anche dovessimo farci un richiamo non sarebbe una tragedia”. Un po’ come per il vaccino antinfluenzale, anche se “non è detto che questo sia necessario”, ha sottolineato. “Il vaccino contro il papilloma, introdotto nel 2006, ci fa vedere che le persone vaccinate 14 anni fa ancora sono protette”, ha spiegato, facendo un paragone. A proposito della variante sudafricana del virus, recentemente rilevata, Burioni ha poi detto che non dobbiamo temerla ma “dobbiamo tenerla d’occhio e dobbiamo ricordare che il modo migliore per non fare insorgere varianti è non dare al virus la possibilità di replicarsi”. Valgono dunque le solite precauzioni che “abbiamo imparato a prendere, in più adesso c’è questa fantastica cosa che è il vaccino”. Nella corsa alla vaccinazione, ha continuato il professore, “non dobbiamo guardare ai peggiori della classe, noi dobbiamo guardare ai migliori: a Paesi come Israele, che hanno vaccinato già più della metà degli ultra 60enni, quasi il 20% della popolazione. Questa è un’emergenza e possiamo risolverla non più tappandoci in casa o rinunciando alla nostra vita sociale e all’economia. Possiamo vaccinarci e dobbiamo farlo il prima possibile”, ha spiegato. Concludendo che, da oggi, “adesso abbiamo uno strumento fantastico in più. Potrebbe veramente tagliare la terra sotto i piedi del virus. Fino adesso abbiamo giocato in difesa, da oggi possiamo giocare in attacco con il vaccino”.

Gli anticorpi monoclonali

“Non so dire perché non si vada avanti. Negli Usa sono stati autorizzati da molte settimane. Il vaccino è il modo migliore per uscire da questa emergenza, però i monoclonali potrebbero essere un utile ausilio. I risultati, soprattutto quando usati in fase precoce sono incoraggianti. Spero che presto si possano usare anche qua”, ha invece sottolineato a proposito degli anticorpi monoclonali, farmaci potenti e mirati che possono essere utilizzati per trattare i pazienti infetti e sintomatici, subito dopo aver contratto il virus.

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