Coronavirus: idrossiclorochina, segnalato calo mortalità del 30%

Salute e Benessere

E’ quanto è emerso da un ampio studio italiano, basato su 3.451 pazienti ricoverati in 33 ospedali presenti sul territorio nazionale, coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed di Pozzilli (Is)

L’idrossiclorochina è un farmaco comunemente impiegato nel trattamento della malaria e di altre malattie, tra cui l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso discoide e disseminato. La prima è una patologia infiammatoria cronica autoimmune che colpisce le articolazioni, la seconda una malattia del sistema immunitario caratterizzata da eruzione in rilievo della pelle sensibili al sole, localizzate soprattutto sul volto, sulle braccia, sul torace e sul dorso. Si tratta di un farmaco particolarmente chiacchierato e controverso, che ha diviso la comunità scientifica nei mesi scorsi, in cui l’emergenza sanitaria legata alla pandemia del nuovo coronavirus è scoppiata. Alcune tesi erano a sostegno dell’efficacia del farmaco, soprattutto se assunto nelle fasi iniziali dell’infezione, altre sostenevano che il principio attivo sia inutile o addirittura dannoso per chi è positivo al Covid-19 (tra questi l’Aifa, l’Oms e gli autori di un articolo pubblicato sulla rivista specializzata “The Lancet” lo scorso maggio). Un nuovo studio, invece, pubblicato sulla rivista "European Journal of Internal Medicine", ha di recente permesso di capire come l’idrossiclorochina possa ridurre la mortalità intraospedaliera da Covid-19 del 30%.

I parametri presi in esame

In particolare, l’ampio studio osservazionale basato su 3.451 pazienti ricoverati in 33 ospedali di tutto il territorio nazionale italiano, coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed di Pozzilli (Isernia) in collaborazione con Mediterranea Cardiocentro di Napoli e con l’Università di Pisa, ha preso in esame numerosi parametri, tra cui le patologie pregresse dei pazienti, le terapie a cui gli stessi erano sottoposti prima di essere colpiti dall'infezione da coronavirus e quelle intraprese in ospedale proprio per il trattamento del Covid-19.

Il ruolo del farmaco

"Abbiamo potuto osservare che, a parità di condizioni, i pazienti ai quali è stata somministrata idrossiclorochina hanno avuto un tasso di mortalità intraospedaliera inferiore del 30% rispetto a quelli che non avevano ricevuto il trattamento”, ha commentato Augusto Di Castelnuovo, epidemiologo del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed. Secondo Giovanni de Gaetano, presidente di Neuromed, i dati dello studio sarebbero incoraggianti, “sebbene in questi mesi l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia raccomandato uno stop all' utilizzo dell'idrossiclorochina sulla base di uno studio osservazionale internazionale, successivamente ritirato dagli stessi autori della ricerca”. Adesso, spiegano i ricercatori, i dati emersi potrebbero aiutare le autorità sanitarie a far ulteriore luce sul ruolo dell'idrossiclorochina nel trattamento dei pazienti Covid. "In attesa di un vaccino, identificare terapie efficaci rappresenta una priorità assoluta e siamo convinti che questa ricerca darà un contributo importante al dibattito internazionale sul ruolo dell'idrossiclorochina", ha aggiunto Licia Iacoviello, direttore del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione di Neuromed.

Medici e infermieri al lavoro nel reparto di riabilitazione polmonare per pazienti Covid 19 all'ospedale Zappatoni di Cassano d'Adda, 27 Marzo 2020. Ansa/Andrea Canali

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