Coronavirus, Ricciardi: "In Lombardia 80% dei contagi in famiglia"

Salute e Benessere

Lo ha detto il membro del comitato esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e Consigliere del ministro della salute Roberto Speranza, intervenendo nel corso di un dibattito televisivo

In Lombardia "bisognerebbe testare di più e migliorare il sistema di tracciamento perchè oltre l'80% dei contagi avviene in famiglia. Sono sotto controllo fabbriche e Rsa ma non le famiglie, al cui interno si diffonde il contagio". Lo ha detto Walter Ricciardi, membro del comitato esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e Consigliere del ministro della salute Roberto Speranza, intervenendo nel corso della trasmissione televisiva "Agorà", su Rai 3. "Un fatto preoccupante perchè il Covid-19 ha contagiosità elevata e se non vengono isolati subito i focolai ci si ritrova con 2mila casi in una settimana", ha spiegato l'esperto. Il sistema di tracciamento, secondo Ricciardi, andrebbe implementato "soprattutto in alcune regioni. A preoccupare sono alcune aree del nord, dove il numero dei contagi di coronavirus viaggia ancora su tre cifre". Sulla capacità nazionale di testare e tracciare i casi "c'è differenza forte tra le diverse regioni", ha poi aggiunto. "Ci sono alcune che cercano molto e trovano poco e altre che cercano troppo poco e trovano molto".

La tesi sul coronavirus ad ottobre

Il nuovo coronavirus circolava a Wuhan già da ottobre? "Sono solo ipotesi e non c'è nessuna certezza. Probabilmente meritano di essere approfondite ma secondo me non sono affidabili" ha poi detto ancora Ricciardi, in un commento arrivato dopo uno studio diffuso dai ricercatori dell’università di Harvard, secondo il quale gli ospedali di Wuhan, epicentro dell’epidemia in Cina, erano affollati già ad ottobre. Gli esperti hanno utilizzato alcune immagini satellitari per analizzare il traffico intorno agli ospedali della città e le hanno incrociate con delle ricerche su internet: sono arrivati alla conclusione che il virus probabilmente fosse già in circolazione tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, mesi prima che venisse identificato al mercato del pesce di Huanan.

L’errore della Cina

Per Ricciardi si tratta di ipotesi non affidabili "perché non possiamo sapere se quell'affollamento fosse legato al Sars-Cov-2". Ciò che è certo, ha aggiunto, "è che la Cina ha perso i primi 20 giorni cercando di negare l'evidenza che un collega aveva denunciato. Come d'altronde da lei stessa è stato ammesso”.

Il punto sul vaccino

Il membro dell’Oms si è anche espresso sulla situazione che riguarda il vaccino contro il nuovo coronavirus, spiegando che "l'Europa è molto più avanti rispetto agli Stati Uniti" e che "ci stiamo organizzando affinché una parte sostanziale di esso venga prodotto in Italia". Il nostro Paese, dunque, nella corsa al vaccino si candida seriamente ad essere uno “tra i paesi leader". Tra i principali indiziati legati alla produzione del continente europeo c’è quello che vede unita l'Università di Oxford in collaborazione con un'azienda di Pomezia, la Irbm, che Ricciardi sottolinea essere "in una fase di sviluppo avanzata ". Per quanto riguarda, invece, le tempistiche l’esperto ha specificato che "se vanno le cose bene in autunno-inverno potremmo avere le prime dosi e naturalmente anche quelle per gli italiani".

Il parere sulle dichiarazioni dell'Oms

"Dall'Oms si è avuta una risposta inaccurata e sbagliata" rispetto al fatto che gli asintomatici raramente trasmettano il nuovo coronavirus. Questo il parere di Ricciardi rispetto alla querelle nata dopo le dichiarazioni della funzionaria dell'Oms, Maria Van Kerkhove. "La trasmissione da asintomatici è invece, tipica di questo virus e proprio ciò lo differenzia da Sars e Mers". E lo dimostra proprio la sua contagiosità: "In un mese si è diffuso in tutto il mondo quando altre pandemie impiegano 6 mesi o un anno", ha detto l'esperto. Quanto all'Oms, ha precisato, "sono colleghi sotto pressione da mesi ma se non esistesse sarebbe un danno enorme perché è l'unica organizzazione che può combattere la pandemia. Da questa tragedia, infatti, o si esce tutti insieme o nessuno". In sostanza "dobbiamo sostenere l'Oms e criticarla quando fa, come ora degli errori, dando una risposta inaccurata e senza evidenza scientifica ma non certo pensando di abolirla", ha detto.

medici e infermieri dello staff di Emergency al lavoro in terapia intensiva presso lâ  ospedale da campo degli alpini (Foto ©Sergio Agazzi/Fotogramma, Bergamo - 2020-06-01) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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