Giornata mondiale senza tabacco, Airc: fumo colpevole di circa 9 tumori al polmone su 10
Salute e BenessereNel 2021 il consumo di tabacco ha causato l'11% dei decessi totali (pari a 7,2 milioni di morti). Non solo: il fumo di sigaretta è fortemente associato anche a tumori del cavo orale e gola, esofago, pancreas, colon, vescica, prostata, rene, seno, ovaie e di alcuni tipi di leucemie e a malattie cardio-cerebrovascolari. I numeri diffusi dalla Fondazione Airc in occasione della Giornata mondiale senza tabacco
Il fumo continua a uccidere. L'anno scorso in Italia sono state stimate circa 44.831 nuove diagnosi di cancro al polmone, e oggi sappiamo che responsabile di 8-9 tumori del polmone su 10 è il fumo di sigaretta: lo ricorda la Fondazione Airc in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. L'americano Institute for Health Metrics and Evaluation, nell'ambito del Global Burden of Disease Study - spiega la Fondazione - ha calcolato che, nel 2021 in tutto il mondo, il consumo di tabacco ha causato l'11% dei decessi totali (pari a 7,2 milioni di morti). Non solo: il fumo di sigaretta è fortemente associato anche a tumori del cavo orale e gola, esofago, pancreas, colon, vescica, prostata, rene, seno, ovaie e di alcuni tipi di leucemie e a malattie cardio-cerebrovascolari. Fondazione Airc, oltre a promuovere attività di informazione e sensibilizzazione sui danni del fumo, sostiene con continuità la migliore ricerca sul tumore del polmone: solo quest'anno ha investito quasi 9 milioni di euro per progetti di ricerca e borse di studio con l'obiettivo di comprendere meglio le caratteristiche biologiche della malattia, di diagnosticarla sempre più precocemente e di curarla con maggiore sicurezza ed efficacia.
Allarme tra le nuove generazioni
Ed è allarme fumo tra le nuove generazioni. Un'epidemia che "ha cambiato pelle" con l'arrivo di "sigarette elettroniche e prodotti da tabacco riscaldato". In occasione della Giornata mondiale senza tabacco Fondazione Airc ha tracciato un bilancio dei risultati raggiunti dalla 'Convenzione Quadro' dell'Oms per la lotta al tabagismo varata nel 2005 e che ha coinvolto 183 Paesi in un impegno globale per disincentivare l'abitudine al fumo. Due decenni dopo, i dati ci dicono che il numero dei fumatori è diminuito: nel 2005 fumava (o, più in generale, consumava tabacco) il 29% della popolazione mondiale con più di 15 anni, oggi siamo al 20%, ma ancora ben oltre il miliardo di persone. A fronte di questo, però, complice l'ingresso sul mercato di una moltitudine di nuovi prodotti, l'epidemia da tabacco e nicotina ha cambiato faccia e si è rinvigorita, rileva l'Airc.
Le e-cig favoriscono dipendenza da nicotina
I nuovi prodotti del tabacco e a base di nicotina - evidenzia la Fondazione - hanno completamente cambiato le carte in tavola: accanto alle sigarette tradizionali, trovano sempre più spazio sigarette elettroniche e prodotti da tabacco riscaldato. Il consumo delle e-cig, specialmente nei più giovani, può favorire la dipendenza da nicotina rendendo più facile il consumo delle sigarette tradizionali, rimarca la Fondazione. Un recente studio finanziato da Airc e coordinato da Silvano Gallus dell'Istituto Mario Negri ha messo in evidenza come e-cig e prodotti da tabacco riscaldato rendano più difficile smettere con le sigarette tradizionali e più facile iniziare per chi non le fumava. Gli autori dello studio sottolineano anche che questi nuovi prodotti hanno contribuito a mantenere viva l'epidemia da tabacco: il trend della prevalenza di fumo in Italia ha, infatti, osservato uno stallo proprio a partire dalla loro diffusione, una decina di anni fa.
Il 14% degli adulti fumatori ha una qualche forma di disabilità
E poi un altro dato preoccupante. Circa un fumatore adulto su 7 (il 14% degli adulti fumatori) ha un qualche grado di disabilità, e la diffusione delle disabilità è doppia tra i fumatori rispetto a chi non ha mai fumato. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Tobacco Control, basato su dati americani e condotto presso i Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta. Nel complesso, i dati suggeriscono che il 40% dei 25 milioni di adulti fumatori in Usa sperimenta un qualche livello di difficoltà funzionale. Nel 2019, il fumo è stato il terzo fattore di rischio di disabilità negli Stati Uniti. I ricercatori hanno analizzato i dati di 150.220 persone provenienti dalla National Health Interview Survey (NHIS) per il periodo 2019-2023. I partecipanti sono stati raggruppati in fumatori, ex-fumatori o non fumatori. Gli esperti hanno misurato il grado di difficoltà funzionale in 6 aree principali: vista (anche quando si indossano gli occhiali); udito (anche con un apparecchio acustico); mobilità (camminare o salire gradini); comunicazione (capire o essere capiti); cognizione (memoria e concentrazione); cura di sé (lavarsi e vestirsi).
