Divieto delle sigarette in Francia, la fine di un’epoca?

Chi pensa a Parigi probabilmente, tra le prime immagini, visualizzerà una persona seduta fuori da un caffè — en terrasse, come si dice — mentre beve un caffè e fuma una sigaretta. La novità annunciata dal Ministero della Salute il 29 maggio non metterà fine a questa abitudine, almeno per ora. Le terrasse dei caffè sono infatti uno dei pochi spazi per cui il Ministero ha previsto un'eccezione alla nuova legge che vieterà di fumare all'aperto su tutto il territorio francese. Questa eccezione dà forse la misura dell’importanza che riveste lo spazio esterno dei caffè nell’immaginario collettivo francese. Un immaginario che, in parte, contribuisce a spiegare come mai — nonostante il Paese abbia da anni intrapreso un percorso di allineamento con obiettivi globali come la riduzione dell’inquinamento urbano e la transizione green — la sigaretta fatichi ad arretrare. Le eccezioni al divieto e la multa da 135 euro E in effetti, anche se l’annuncio della stretta ha generato dibattito e preoccupazione tra i francesi, questa legge è un primo - simbolico - passo verso il divieto di fumo, ma timido. Le eccezioni risparmiano infatti, come detto, gli spazi esterni di bar e ristoranti, oltre ad escludere le sigarette elettroniche e i riscaldatori di tabacco, i più popolari tra le nuove generazioni. “Non escludo nulla per il futuro”, ha chiarito la ministra Catherine Vautrin, “neppure di vietare le sigarette ai minorenni”. Chi non rispetterà il divieto riceverà una multa da 135 euro. Il confronto con il divieto a Milano Se andiamo a vedere i dettagli, la stretta sulle sigarette introdotta a Milano dal 1° gennaio 2025 è più severa: fumare è vietato anche nelle terrazze fuori da bar e ristoranti, camminando per strada a meno di non poter mantenere una distanza di dieci metri, e persino la multa è più salata . Certo, potrebbe vedersi come un intervento dovuto nella città dall’aria più inquinata d’Italia - maglia nera europea - sapendo che l’effetto nocivo di fumo di sigaretta e inquinamento si moltiplicano a vicenda. Ragione per cui c’è poco di peggio rispetto al respirare aria di sigaretta in mezzo al traffico, anche se seduti fuori da un bar. Ma resta il fatto che introdurre il divieto ha mandato un segnale politico, per oggi in Italia limitato alle sole realtà comunali che hanno intrapreso percorsi di questo tipo in autonomia. La legge nazionale è molto più morbida: vieta di fumare negli spazi al chiuso e vicino a scuole e ospedali, punto. I decessi legati al fumo in Francia A livello di consumo delle sigarette per abitante, la Francia si posiziona a fianco dei Paesi dell’Est Europa. Su questo fronte, così come per l’alcol, i livelli di consumo restano elevati, quasi fossero parte integrante della cultura nazionale. Prova ne sono i numeri: ogni anno - secondo i dati diffusi da Vautrin - 75mila persone muoiono per le conseguenze del tabacco, un decesso su dieci. Parliamo di oltre di 200 morti al giorno. È la prima causa di morte evitabile. Senza dimenticare l’enorme costo per la salute pubblica, impegnata a riparare i danni di un’abitudine autodistruttiva. I francesi a favore dal divieto E infatti già nel 2023 il Governo precedente francese aveva introdotto un Programma nazionale di lotta contro il tabacco 2023-2027, che prevedeva 26 interventi, tra cui l’aumento del prezzo del tabacco, l’introduzione del pacchetto neutro e il divieto di vendita dei prodotti da svapo. E, per quanto il divieto di fumo negli spazi pubblici possa toccare le corde sensibili della società, 8 francesi su 10 lo sostengono, secondo un sondaggio della Ligue contre le cancer. L’83% si è detto favorevole anche a una normativa analoga per le sigarette elettroniche. La strada è tracciata, insomma, e quando i francesi si impongono un obiettivo da raggiungere solitamente riescono a raggiungerlo.

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