L’organizzazione internazionale, nel rapporto sulle Prospettive economiche per il nostro Paese, prevede che il Prodotto interno lordo, nel caso di un ritorno dell’epidemia entro la fine dell’anno, dovrebbe risalire del 5,3% nel 2021. Se si riuscirà invece a scongiurare il ritorno del Covid, il Pil dovrebbe calare dell'11,3% nel 2020 e risalire del 7,7% nel 2021. “È la crisi più grave che nessuno di noi abbia mai conosciuto”, ha dichiarato il segretario generale dell'Ocse, Miguel Angel Gurria
Nel caso in cui ci dovesse essere una seconda ondata del coronavirus, il Pil dell'Italia potrebbe crollare del 14% nel 2020, prima di risalire del 5,3% nel 2021. Se si riuscirà invece a scongiurare il ritorno del Covid, il Pil dovrebbe calare dell'11,3% nel 2020 e risalire del 7,7% nel 2021. Sono le stime sul nostro Paese contenute nelle Prospettive economiche dell’Ocse. "Oggi ci troviamo in piena crisi mondiale, una crisi sanitaria, economica e sociale. È la crisi più grave che nessuno di noi abbia mai conosciuto”, ha dichiarato il segretario generale dell'Ocse, Miguel Angel Gurria. "Sul fronte economico - ha avvertito Gurria - la riduzione del 6% del Pil mondiale che prevediamo nel 2021 supera ampiamente tutte le riduzioni verificatesi negli ultimi 60 anni dalla creazione dell'Ocse". Per Gurria, non ci può essere "ripresa economica solida" se la pandemia non viene messa "sotto controllo” (AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE).
Debito fino a 170% se nuova ondata virus
Nel caso di una seconda ondata epidemica entro la fine dell’anno, il debito pubblico dell'Italia passerà dal 134,8% del Pil del 2019, al 169,9% del 2020, per poi riscendere al 165,5% nel 2021, sottolinea il rapporto. Nel caso in cui la seconda ondata non si dovesse invece verificare il debito pubblico passerà dal 134,2% del 2019 al 158,2% del 2020, per poi riscendere al 152,2% del 2021.
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"Raddoppiare sforzi per ripresa strutturale"
La crisi legata al coronavirus ha rappresentato "un passo indietro degli sforzi per giungere ad una crescita più forte ed inclusiva. Le misure d'urgenza per far fronte alle ricadute economiche della crisi sono giustificate e si dovrebbero completare e raddoppiare gli sforzi per proseguire un ambizioso programma di riforme strutturali”, scrive l'Ocse nella scheda consacrata all'Italia dell'Economic Outlook. Per l'organismo internazionale con sede a Parigi, inoltre, "continuare ad estendere il sostegno nei settori in cui la domanda potrebbe tornare rapidamente può evitare la disoccupazione e accelerare la ripresa”.
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Settore turismo particolarmente esposto
L’Ocse individua nel turismo uno dei settori maggiormente a rischio. ”Al di là dei rischi di breve termine legati alla crisi pandemica, il principale rischio riguarda la forza e la durata della ripresa. Il settore del turismo in Italia è particolarmente vulnerabile ad una crisi prolungata dello scenario cosiddetto a 'doppio impatto' (vale a dire con una seconda ondata di virus nel 2020, ndr), perché il turismo rischia di indebolirsi a medio termine come anche le piccole imprese del settore, 52.000 solo per quanto riguarda gli alloggi”, si legge nelle Prospettive economiche.