Lo ha affermato il fondatore di Microsoft, attualmente impegnato in attività filantropiche attraverso la Fondazione Bill & Melinda Gates, spiegando come questa sia la base per garantire gli approvvigionamenti anche ai Paesi più poveri
La spietata guerra delle potenze mondiali nella corsa alla ricerca di un vaccino contro il nuovo coronavirus è pienamente entrata nel vivo, con l’obiettivo non dichiarato di acquisirlo prima di tutti. Ma c’è chi ha voluto gettare acqua sul fuoco, facendo il punto della situazione e spiegando come si potrebbe garantire equità nella distribuzione. E’ stato Bill Gates, fondatore di Microsoft, uno degli uomini più ricchi del mondo e oggi dedito principalmente alla filantropia, attraverso la Fondazione Bill & Melinda Gates, che cura insieme alla moglie. "Stiamo capendo quali vaccini possiamo produrre in scala e spero che saranno grandi numeri, perché la cooperazione che ho visto dalle aziende farmaceutiche, tipo mettere i loro impianti a disposizione per produrre i vaccini di altri, è senza precedenti. Il nostro fondo sarà chiave, perché farà l'approvvigionamento che i Paesi poveri non potrebbero fare da soli", ha detto Gates in un'intervista ad alcuni quotidiani internazionali tra cui “La Stampa”. L'ex numero uno di Microsoft ha quindi sottolineato che l'obiettivo, per evitare problemi di distribuzione, è arrivare a produrre "1 o 2 miliardi di dosi all'anno" e si è espresso anche sull'uscita degli Stati Uniti dall'Oms. “Sono deluso che se ne parli. Spero di dialogare col presidente Trump e trovare una soluzione costruttiva", ha detto. "Nessun donatore è interessato a rimpiazzare semplicemente i fondi sottratti, perciò certamente incoraggerò gli Usa a restare membri dell'Oms e continuare il sostegno che forniscono".
Il summit per Gavi Alliance
Intanto proprio l’ex numero uno di Microsoft è stato uno dei protagonisti di un summit globale svoltosi, via web, per fare il punto della situazione sulla questione vaccino. Organizzato dal governo britannico in favore di Gavi Alliance, alleanza internazionale di governi, organismi internazionali (dall'Onu all'Oms), soggetti privati e donatori miliardari fra cui, in prima fila, proprio Gates, il summit ha fatto emergere come l'obiettivo più concreto, la raccolta di almeno 7,4 miliardi di dollari per il vaccino, sia stato raggiunto e ampiamente superato fino a quota 8,8 miliardi. Dall'anno della sua fondazione, nel 2000, Gavi Alliance, ha messo insieme quasi 10 miliardi di dollari destinati alla distribuzione di vaccini ai bambini, soprattutto nelle aree più povere del mondo: denaro che nei prossimi 5 anni, proprio per la sopraggiunta pandemia di coronavirus, dovrebbe praticamente raddoppiare.
L’impegno dei governi del mondo
I governi del mondo hanno già annunciato il proprio impegno: il governo britannico si è impegnato a donare alla causa oltre due miliardi di dollari nei prossimi 5 anni, slancio condiviso da numerosi altri paesi: dalla Germania (600 milioni) alla Francia, dalla Spagna (50) alla Norvegia (400) fino alla Ue (300) e all'Arabia Saudita (150). Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato l'innalzamento dello sforzo italiano sino al 2030 per un importo totale di 287,5 milioni di euro. "Questi contributi sono un segnale concreto della nostra volontà di continuare a investire in un efficace multilateralismo, in cooperazione internazionale e solidarietà. Intendiamo mettere questi valori al centro della nostra presidenza del G20 nel 2021". "Per sconfiggere la pandemia di Covid-19 il mondo ha bisogno di qualcosa di più che una svolta scientifica, serve una svolta di generosità. Ed è quello a cui stiamo assistendo", ha detto Bill Gates, donatore privato di punta pure della Gavi, denunciando anche come un ostacolo e un pericolo per le vite umane da salvare "la pazzia" delle teorie del complotto alimentate dai social media. Gates è pronto, in qualità di socio fondatore dell'alleanza, tramite la sua fondazione, a sostenerne da solo il programma di vaccinazioni con 1,6 miliardi di dollari.